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Droghe diffusione in aumento, i numeri di SanPa

Martedì, 26 Giugno 2018

(Rimini) Salgono a 509 (+8,8% rispetto ai 468 del 2015) gli ingressi a San Patrignano (compresa la struttura di preaccoglienza di San Patrignano a Botticella) per l’anno 2017: 85 ragazze (16,7%) e 424 ragazzi (83,3%). L’età media di ingresso a San Patrignano è di 28 anni: 33 sono sotto i 18 anni di età, 144 tra 18 e 25 anni, 197 tra 36 e 44 anni, 40 oltre 45 anni. Da sottolineare, fra i minorenni, il sostanziale annullamento del divario tra maschi e femmine: 15 ragazze (fra cui 2 di 14 anni) e 18 ragazzi. Il primo contatto con le sostanze stupefacenti per 1 ragazzo su 2 il contatto è avvenuto entro i 14 anni. Sale a 18 anni di età il primo contatto con la cocaina (per 1 ragazzo su 2) e con l’eroina (per 1 su 4). È la fotografia scattata dall’Osservatorio di San Patrignano sugli ingressi relativi all’anno 2017 e diffusi in avvicinamento alla Giornata Mondiale per la Lotta alla Droga (26 giugno) e in occasione della celebrazione dell’anniversario dei 40 anni di attività della Comunità.
In Italia, nel 2016, 4 milioni di italiani adulti (15-64 anni), pari a 1 su 10 (10,9%), hanno consumato negli ultimi 12 mesi almeno un tipo di droga fra cannabis, cocaina, eroina, droghe sintetiche (ecstasy), nuove sostanze psicoattive (nps), ecc.. Le percentuali aumentano sensibilmente fra i giovani (15-34 anni): più di 1 su 5 (22,5%) ha fatto uso di almeno una droga negli ultimi 12 mesi e quasi 1 su 2 (43%) nel corso della vita.
E salgono ulteriormente tra la popolazione studentesca: 1 studente su 4 (25,9%), pari a 640 mila ragazzi e ragazze ha fatto uso di almeno una sostanza illegale nell’ultimo anno.

Nata sulle colline riminesi, San Patrignano ha accolto in 40 anni oltre 26mila ragazzi e ragazze, ne ospita oggi 1300 (di cui il 20% è donna). Secondo quanto riportato dagli studi delle Università di Urbino, Bologna e Padova, la percentuale dei ragazzi che al termine del percorso non ricadono nel problema della droga è tra i più alti in Europa attestandosi al 72%, il 96% di loro trova un lavoro dopo l’esperienza a San Patrignano e 1 ragazzo su 2 ha conseguito un titolo di studio o una qualifica professionale.
Se si analizzano le regioni da cui provengono i ragazzi entrati nel 2017 a San Patrignano si registra un cambiamento rispetto al 2015 quando in testa c’era la Toscana. La regione Emilia-Romagna è al primo posto con 72 ragazzi, contro i 53 del 2015, seguita da Toscana (50 ragazzi), Marche (46), Lazio, Lombardia, Veneto (rispettivamente 43, 42 e 40 ragazzi), Sardegna (35), Campania (24), Puglia (22), Liguria (19), Sicilia (15), Umbria (13), Trentino-Alto Adige (13), Piemonte (12), Friuli-Venezia Giulia (11), Basilicata (6), Abruzzo (5), Calabria (2), Valle d’Aosta (2), Molise (1).
36 sono i ragazzi stranieri entrati a San Patrignano (il 7% del totale): 14 dall’Europa, principalmente Balcani e Paesi dell’Est (7 da Albania, 5 Croazia, 4 Moldavia e Romania), 1 dagli Usa, 3 dal Brasile, 1 dall’Australia, 3 dall’Africa; unico continente assente l’Asia.
Fra i nuovi entrati, sale a 90 il numero di genitori (dai 68 del 2015), di cui 11 madri e 79 padri, e un bambino è entrato in Comunità al seguito della sua mamma. Oltre il 26% di chi è entrato in Comunità ha almeno un genitore con una dipendenza (134 in totale, 87 sono i padri ad avere problemi di dipendenza, 26 le madri, per 21 ragazzi entrambi i genitori).

La droga più utilizzata da 9 ragazzi su 10 è la cocaina, in aumento (usata da 463 persone rispetto alle 395 del 2015). Segue - anch’essa in aumento - la cannabis, assunta dall’87% (444 persone contro 385). Il 57% circa dei neo entrati ha fatto uso di eroina (293). Seguono ecstasy (270), ketamina (144), anfetamina (81) e allucinogeni (152). Da sottolineare quindi che il 43% dei neoentrati non ha mai fatto uso di eroina. Minore, ma comunque rilevante, l’uso di droghe sintetiche, con la ketamina e gli allucinogeni assunte, rispettivamente, dal 28 e 30% dei neo entrati.
Anche in termini di dipendenza primaria, la cocaina è balzata in testa (55%), mentre nel 2015 al primo posto figurava l’eroina (44%), ora seconda con il 32%. Per il 3% c’è la cannabis, con 10 ragazzi entrati unicamente per questa dipendenza. Infine, fra tutte le persone entrate a San Patrignano nel 2017, 5 lo hanno fatto per dipendenze diverse dalla droga: 3 per alcolismo e 2 per ludopatia. Interessante, anche, vedere come l’uso di alcol sia patologico per quasi il 40% dei neo-ingressi, mentre il 39% pratica il binge drinking. Tra gli ingressi del 2017 a San Patrignano, fra i tossicodipendenti, il 90% del totale sono poliassuntori, hanno cioè provato più di una sostanza stupefacente.
In generale, dalla Relazione europea sulla Droga 2018, tra le sostanze è la cannabis quella di gran lunga la più consumata sia dalla popolazione adulta (33,1% nella vita, 9,8% negli ultimi 12 mesi) sia da quella giovanile (42,5% e 20,7%) seguita, a grande distanza, dalla cocaina (6,8% nella vita e 1,9% nell’ultimo anno tra la popolazione adulta, 8,3% e 1,6% tra quella giovanile) e dall’eroina (1,9% e 0,6% tra gli adulti, 2,6% e 1,3% tra i giovani).
Parlando, infine, delle malattie correlate all’uso di sostanze, fra i neo entrati a San Patrignano del 2017, 25 risultano positivi all’epatite C (5% del totale), percentuale in forte calo rispetto agli anni precedenti (erano stati 94 nel 2015, pari al 20,4% del totale) e solo 3 a Hiv (0,6% del totale).

Relativamente alle attività di prevenzione, a cominciare da quelle in ambito scolastico, l’Italia ha mostrato nell’ultimo decennio una preoccupante battuta d’arresto: nel 2016 è stata pari al 50% la percentuale di istituti scolastici che hanno organizzato attività specifiche di prevenzione del consumo di sostanze psicotrope; dieci anni fa, nel 2008, la percentuale era del 58,3%. Nello stesso arco di tempo, l’uso frequente di almeno una sostanza illegale da parte degli studenti è salito dal 3,5% al 4,5% (rilevazione Espad Italia).
Per questa ragione, San Patrignano ritiene prioritario investire “risorse ed energie” in prevenzione mettendo a disposizione, nel contempo, la propria esperienza quarantennale maturata sul campo incontrando 50 mila studenti all’anno in tutta Italia.


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