(Rimini) La prima commissione consiliare del comune di Rimini ha avviato un tavolo tecnico di lavoro “largo” e aperto a tutti i gruppi per valutare le modalità operative delle forme di decentramento per arrivare alla redazione di un regolamento che preveda modalità di coinvolgimento dei cittadini e delle associazioni nelle decisioni prese dalle istituzioni comunali, tramite vari strumenti.
La decisione arriva da un’esigenza espressa da parte dei cittadini attraverso diversi gruppi consiliari ed è accolta “positivamente” dalla consigliera del Pd Barbara Di Natale, che sul tema aveva presentato un’interrogazione e che si auspica “un consenso largo e non pregiudiziale tra tutte le forze politiche nella definizione delle regole di funzionamento”. La necessità “non più rinviabile” è quella di “ascoltare il territorio, dotando concretamente la città di nuovi meccanismi di partecipazione”, spiega Di Natale. “Un sistema basato sulle reti sociali dei quartieri e sulla co-progettazione tra i cittadini, le scuole, i gruppi spontanei e le associazioni, le categorie, le parrocchie, e le società sportive locali. Ogni quartiere, poi, si relazionerà con gli altri per condividere la responsabilità di costruire una città più vivibile: è un obiettivo che riteniamo particolarmente importante per favorire la coesione sociale”.
Il Pd riparte dai quartieri, spiega Di Natale, “perché sono realtà concrete di relazione tra le persone, comunità vere, non astratte o burocratiche, e perché sono luoghi familiari dove si trovano le scuole, gli spazi di aggregazione e i beni comuni, come i parchi. Il centro del tema è riconoscere la diversità e la complementarità dei ruoli fra i servizi di quartiere e i servizi centrali, evitando le sovrapposizioni e costruendo forme dinamiche di cooperazione operativa”.
I cardini principali su cui elaborare la proposta “sono dettati in parte dai vincoli normativi della Legge Finanziaria 2010, governo di centrodestra, che in nome del taglio dei costi della politica ha abolito le circoscrizione per i comuni al di sotto dei 250 mila abitanti, lasciando comunque ai Consigli Comunali la facoltà di istituire organismi di decentramento a costo zero. Per questo la partecipazione agli organi sarà volontaria e non è prevista la corresponsione di indennità di carica, gettoni di presenza o di altro tipo di emolumento. In tal senso, la scelta operativa più snella può essere quella di mantenere la precedente suddivisione in sei aree sub-comunali recuperando ove possibile gli spazi già dedicati al decentramento. Dall’altro l’interazione tra comune, cittadini e associazioni dovrà essere scandita da alcune specifiche fasi, ossia l’informazione, la consultazione, la formulazione di proposte operative, la proposizione di un “Bilancio partecipativo”, un istituto di partecipazione che, valorizzando le conoscenze dei bisogni diffuse sui territori, persegue la finalità di impiegare risorse pubbliche e attivare risorse della comunità, al fine di raggiungere risultati condivisi e verificati con la cittadinanza strutturando un percorso di co-progettazione su scala territoriale”.
“Mi fa solo piacere che da ottobre ad oggi alcuni consiglieri abbiano cambiato idea”, commenta il consigliere comunale di Forza Italia, Nicola Marcello, che da sei anni si batte per ottenere nuovi strumenti di partecipazione. “La commissione di stamane - spiega - è stata fatta solo a seguito di una mia mozione reiterata. Ai primi di ottobre ci eravamo lasciati sullo stesso argomento aspettando che la giunta proponesse un documento ed incaricasse un dirigente comunale circa la redazione di un regolamento sui consigli territoriali partendo da atti del 2011 già esistenti. Dopo sette mesi nulla di tutto ciò. Invece ancora prese in giro in commissione e sui social. Quartieri a costo zero, partecipazione dei cittadini , bilancio ed investimenti partecipati”.