RENZI, IMPRESSIONI DI RINNOVAMENTO
Può darsi che il destino (fausto o infausto lo si vedrà) di Matteo Renzi sia legato a quella fama di rottamatore che si è conquistato sul campo. Di certo i suoi avversari adesso sono i primi a costringerlo in questa immagine. Anche la premiata ditta Gnassi-Vitali ha sentito bisogno di dire che il rinnovamento non va confuso con il giovanilismo di moda. Senti chi parla! Il paiolo dice male della padella.
A dire il vero Renzi in piazza Cavour ha fatto di tutto fuorchè il rottamatore, non ha concesso nulla al populismo e alla “pancia” di chi non ne può più dei vecchi ex comunisti.
Ha fatto un discorso da amministratore, potremmo dire da presidente del consiglio, perché questa è la carica alla quale si candida, non quella di segretario del Pd. Ha preso tre parole – futuro, Europa, merito – e le ha declinate con qualche esempio. Se si vuole criticare, si può obiettare che è un discorso ancora non pienamente maturo, ma ciò che è emerso a Rimini è qualcosa di diverso dalla solita narrazione renziana.
Ha detto molte cose non di sinistra o cose che la sinistra non dice, anche se forse qualcuno in cuor suo le pensa. Ha detto – finalmente uno di sinistra che lo dice! – che non si fa la lotta alla evasione fiscale correndo dietro allo scontrino. Lo Stato – se vuole – ha tutti i dati e tutti i mezzi per andare a scovare l’evasione. Ha proposto la sua rivoluzione del welfare – opportunità iniziali per tutti, valorizzazione del merito – anche se qualche esempio concreto non l’ha fatto.
Di certo nessuno si aspettava un pubblico così folto, visto che nessuno del politburo democratico riminese lo sostiene. In piazza non c’erano solo giovanotti di belle speranze, anzi la maggioranza era di over 40, over 50 e over 60. Non ha fatto una bella figura il sindaco Gnassi che non ha concesso al collega nemmeno la formalità di un saluto alla persona che era venuta da Firenze per sostenerlo in campagna elettorale. Dovesse vincere le primarie, Renzi si consolerà: a quel punto saranno in molti, anche a Rimini, a volere salire sul carro.