A Rimini il consigliere comunale della Lega Matteo Zoccarato, uno dei più attivi, ha inviato alle redazioni un comunicato di esultanza perché nel cosiddetto decreto sicurezza si sancisce la fine degli Sprar, cioè il sistema in atto per l’accoglienza e l’integrazione dei migranti. Fin qui nulla di nuovo, Zoccarato è un fervente salviniano, e non stupisce che esulti per le iniziative del “capitano” ed usi il suo linguaggio, tipo “la pacchia è finita”. Del resto, qualche mese fa aveva sostenuto in un’assemblea pubblica che il Comune di Rimini poteva fare anche a meno di varare un progetto per chiudere la vergogna di via Islanda perché ci avrebbe presto pensato Salvini con le sue ruspe.
Che un leghista che aspira a fare carriera sia contro gli immigrati economici e contro ogni forma di accoglienza nei loro confronti, fa parte legittimamente delle posizioni di un partito, che non sta a noi sindacare.
Ciò che invece non convince sono le motivazioni addotte per tale esultanza. Scrive, infatti, Zoccarato: “Le centinaia di milioni di euro che questa Amministrazione, come altre, ha letteralmente scialacquato per accogliere e accudire persone sbarcate illegalmente nel nostro Paese e che nella stragrande maggioranza dei casi risultano essere veri e propri immigrati economici, potranno essere riservate e investite per i nostri anziani, le famiglie in difficoltà, i giovani e gli emarginati”.
In appena quattro righe, ci sono errori di fatto ed evidenti indizi di ignoranza istituzionale. Sostiene, infatti, Zoccarato che l’amministrazione comunale di Rimini avrebbe speso centinaia di milioni per le iniziative legate allo Sprar: considerando che l’intera spesa sociale del Comune (compresi minori, anziani, poveri, ecc.) viaggia intorno ai 40 milioni l’anno, non si capisce come sia riuscito a spendere centinaia di milioni solo per i migranti. Qualche settimana fa sono stati approvati i piani di zona e la spesa Sprar era di circa 1 milione per tutto il distretto. Ma non è nemmeno queste il punto. Non interessa qui discutere se il Comune di Rimini spende poco o molto per i migranti, se spende bene o male, se i progetti che realizza sono validi o meno. Quel che la presa di posizione del consigliere leghista mette in evidenza è un modo di fare opposizione che non convince. Ed ora cerchiamo di spiegare perché.
Zoccarato, che è consigliere comunale da due anni e mezzo, dovrebbe sapere che i fondi Sprar sono statali e che il Comune è soltanto un soggetto che spende e che esegue i progetti finanziati. Invece il consigliere leghista proclama: adesso quei soldi li potrà spendere per i nostri anziani, le famiglie in difficoltà, i giovani e gli emarginati. Qui siamo all’errore grave e alla ingiustificata ignoranza istituzionale: i fondi Sprar il Comune li riceve (adesso sarebbe più giusto dire li riceveva) per realizzare appunto i progetti Sprar e solo quelli; sono insomma fondi con scopo vincolato, che il Comune non può trasferire da quella a quella posta di bilancio. Ma bisogna anche aggiungere, e Zoccarato quale politico dovrebbe saperlo, che quei fondi non arriveranno più. Come potrà fare il Comune a spenderli per i suoi anziani e i suoi poveri? Oltretutto, se il consigliere fosse attento a quanto dichiara il suo capitano, Salvini ha già detto che buona parte dei tagli saranno utilizzati per assumere nuovo personale per le forze dell’ordine.
A dire il vero dallo Stato, per un anno, è arrivato qualche euro in più per premiare Rimini Comune virtuoso nell’accoglienza: a noi risulta, ma forse lo sa anche Zoccarato, che siano stati utilizzati per mettere in sicurezza alcune scuole della città.
Detto tutto questo, la questione è chiedersi se quella di Zoccarato sia inescusabile ignoranza di fatti e cose che dovrebbe sapere o non sia invece la facile via di fuga propagandistica per raccogliere qualche voto in più. Non sapremmo dire quale sia l’ipotesi più grave. Può un consigliere comunale non sapere come funzionano le poste di bilancio? Può una forza politica, che qui è all’opposizione ma aspira a diventare di governo, trattare i propri potenziali elettori solo come i destinatari della propria propaganda? Si diventa forza di governo locale sparando slogan a getto continuo contro gli avversari, o, al contrario, anche in un clima di contrapposizione politica, è più fruttuoso far valere la forza degli argomenti e lasciare almeno intravedere una proposta di governo diversa?
Sono domande retoriche, con la risposta scontata. Ma il caso serio posto da questo episodio (ed anche da altre prese di posizione che si ascoltano in consiglio comunale e si leggono sui social) è come una forza di opposizione può acquisire la credibilità per diventare forza di governo e proporsi come alternativa. Con uscite come questa sullo Sprar ci pare che purtroppo l’unico risultato sia offendere l’intelligenza degli elettori di centrodestra.