(Rimini) “Sono almeno una trentina le mozioni presentate dall'opposizione che da più di un anno attendono di essere calendarizzate e discusse in consiglio comunale a Rimini”. Così dalla Lega commentano la decisione della minoranza di abbandonare l’aula dove si stava svolgendo il consiglio comunale praticamente decretandone la fine per mancanza di numero legale.
“A farla da padrone sono sempre e solo gli atti di indirizzo della maggioranza”, spiega il consigliere leghista Matteo Zoccarato, tra quanti hanno protestato contro l’ordine dei lavori.
L’attacco della Lega va nella direzione di Mirco Muratori, di Patto civico, che “ieri sera, conclusasi la votazione delle delibere, ha chiesto e ottenuto che un suo ordine del giorno venisse discusso e licenziato prima di tutti gli altri quando ci sono mozioni della lega che attendono di essere trattate da più di un anno, senza nemmeno anticiparne i contenuti all’opposizione che, a quel punto, ha abbandonato l’aula". Zoccarato ne ha anche Giulia Corazzi del Pd, “che ha ben pensato di sbertucciare la nostra legittima protesta e fare altrettanto. Numeri alla mano l’odg della Corazzi è stato approvato dalla maggioranza che ancora una volta, per permetterne la trattazione, ne ha votato l’anticipazione”.

Interviene anche Carlo Rufo Spina di Forza Italia. "Basterà che la maggioranza presenti ad ogni consiglio 2 o 3 ordini del giorno, ne voti l'anticipazione e il giochino è fatto. Il poco tempo che rimane dopo le delibere di giunta (cioè della maggioranza) sarà così monopolizzato da altri ordini del giorno sempre della maggioranza. Risultato? Opposizione annullata, dibattito sui problemi della città impedito: bel concetto di democrazia sostanziale".
La minoranza quindi si appella "al presidente del consiglio comunale (Sara Donati, ndr), che dovrebbe tutelare i diritti dell'opposizione. Se questa pratica non sarà apertamente condannata noi continueremo ad abbandonare l'aula".