(Rimini) Sotto la platea del Teatro Galli oltre duemila anni di storia raccontata da reperti antichi e tecnologie all’avanguardia. Apre oggi, in concomitanza con il ritorno della grande opera con l’allestimento in forma scenica del Simon Boccanegra di Giuseppe Verdi diretto da Valery Gergiev, il museo archeologico multimediale del Teatro Galli, uno dei nove spazi del rinato teatro riminese e valore aggiunto di un contenitore culturale dove storia e modernità sono in costante relazione.
L’area archeologica, che sorge esattamente sotto la platea, propone un percorso museale alla scoperta dei resti e dei mosaici ritrovati nel corso della lunga e complessa campagna di scavi condotta durante i lavori di ricostruzione del Teatro. I resti architettonici rinvenuti nel complesso del Teatro Galli documentano non solo un modello insediativo sin dalla nascita dalla colonia, ma anche l’evoluzione di un quartiere urbano dalla fondazione di Ariminum fino alla tarda antichità. Tutto questo esaltato attraverso apparati multimediali che rendono immediata e contemporanea la divulgazione scientifica.
“Un museo del presente – sottolinea il sindaco Andrea Gnassi – dove la tecnologia incontra l’archeologia e la storia, per vivere un’esperienza completa. Anche le tecniche costruttive si fondono, con i materiali a vista delle nuove realizzazioni che dialogano con i reperti archeologici. Un museo quindi che si aggiunge a contenitori culturali come ARimini Caput Viarum, Domus del chirurgo, Museo Fellini, Piazza Malatesta e il Castello: una vastità di luoghi valorizzati e al centro del percorso di trasformazione della città che testimoniano la vastità e l’importanza del nostro patrimonio culturale”.
Il percorso di valorizzazione museale si articola in quattro spazi: il primo che racconta la storia di Rimini attraverso grazie ad un pannello touch screen con immagini che delineano la stratificaziome della città. Seguendo le tracce lasciate dai reperti rinvenuti durante gli scavi si può ripercorrere la nascita e la storia di Rimini, partendo dall’insediamento della colonia, all’incirca nel 220 A.C., passando per i periodi repubblicano e imperiale dell’antica Roma, in dialogo con la Domus del Chirurgo nel Museo della Città; e ancora il periodo post caduta dell’Impero Romano fino all’anno 1000 circa – Basilica Paleocristiana e collegamenti con la Basilica di Santa Colomba; dopo il periodo medioevale e i Malatesta si arriverà alla Rimini dell’Ottocento, a cui è dedicata la seconda ‘isola’. Un percorso con una sequenza di tre stanze che comprende la narrazione multimediale dei contenuti sulla Rimini di quell’epoca, la storia del teatro all’italiana, l’architettura del teatro di Rimini, la vita e le musiche del maestro Giuseppe Verdi a cui viene dedicata l’ultima sala detta immersiva, dove in quattro stazioni si possono ascoltare le sue melodie più famose. Infine l’area archeologica vera e propria, esattamente sotto la buca, dove sono grazie ad un’ampia pedana si può ammirare la superficie dello scavo archeologico.
Al museo archeologico multimediale si potrà accedere direttamente da via Poletti, oppure passando dall’interno del Teatro. In questa prima fase lo spazio museale sarà visitabile nell’ambito delle visite guidate (prenotabili all’Ufficio Relazioni con il Pubblico in piazza Cavour 29, tel. 0541 704704, dal lunedì al sabato dalle 9 alle 13 e il martedì dalle 14 alle 17), ma a breve saranno definiti orari e modalità per poter accedere al Museo indipendentemente dall’apertura della sala del Teatro.
Il museo archeologico multimediale del Teatro Galli è stato pensato per renderlo fruibile ed immersivo a tutte le disabilità motorie e sensoriali, con il contributo della Regione Emilia Romagna che ha assegnato al Comune di Rimini 500mila euro sull’investimento di 630mila euro.