(Rimini) Quattro minorenni e un maggiorenne, tutti residenti nelle zone limitrofe alla struttura che ospita richiedenti asilo da loro attaccata con due bottiglie molotov e una bomba carta alla fine di ottobre. Questo per sommi capi l'epilogo che lavoratori della coop Centofiori hanno “appreso con sgomento dai giornali: un gruppo di adolescenti o poco più mossi da non si sa bene quale motivazione, che gli inquirenti stanno ancora cercando attraverso le indagini. Questi ragazzi hanno compiuto dei gesti molto gravi. Hanno messo a grave rischio l'incolumità dei nostri ospiti e dei nostri colleghi e solo per fortuna nessuno si è fatto male. Maneggiando sostanze esplosive hanno messo a rischio anche la loro stessa incolumità, per non parlare del loro futuro, delle conseguenze che avranno questi gesti su di loro e il peso che getteranno sulle loro famiglie”.
I gesti “appaiono come una "bravata", e già questo potrebbe in qualche modo sminuirne la portata, se non fosse per alcuni fatti che crediamo necessario rimarcare. Il contesto in cui nascono è comunque un contesto di pregiudizio, perché i due attentati – due bottiglie incendiarie non esplose e una bomba carta esplosa – non sono stati fatti presso una casa qualunque, ma sulla soglia di un edificio che ospita dei richiedenti asilo, dei migranti”.
Non si sa “in che ambiente siano cresciuti questi ragazzi, ma di sicuro queste azioni sconsiderate sono comunque frutto del clima di violenza che è stato scatenato nel Paese per motivi esclusivamente di speculazione politica. Vediamo ogni giorno che danni può creare negli adulti questo clima nefasto, figuriamoci su menti giovani e non mature. Leggiamo sui giornali che i ragazzi sono pentiti e vogliamo crederli tali, ma vogliamo ugualmente invitarli, quando sarà loro possibile, ad incontrare dei ragazzi richiedenti asilo, magari loro coetanei, per conoscere dalla loro viva voce che drammi hanno passato e cosa possono avere evocato nel loro vissuto i gesti insensati effettuati nelle notti di fine ottobre scorso. Forse così potranno capire che conseguenze hanno, per gli altri, queste cosiddette bravate".
Molotov contro la casa dei profughi, Centofiori: non è solo una bravata
Martedì, 11 Dicembre 2018
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