Nel Comune di Rimini ci sono dieci nuovi edifici e monumenti storici sottoposti a tutela da parte del Ministero dei Beni Culturali. I relativi decreti non sono arrivati tutti insieme, ma scaglionati negli ultimi tre anni. Tuttavia martedì sera una delibera del consiglio comunale li recepirà nelle normative urbanistiche.
I dieci manufatti sono: il campanile della chiesa di Sant’Agnese, la chiesa di Santa Maria Ausiliatrice (salesiani), l’Esedra di piazza Marvelli, la chiesa di Santa Cristina, le Mura malatestiane, l’Oratorio di San Giovannino, la chiesa dei Santi Simone e Giuda (ex Santa Croce), il Palazzo Maschi Marcheselli Lettimi, il palazzo dell’ex seminario diocesano vicino al Tempio Malatestiano, Villa Chiara, nella campagna di Santa Giustina. A questo elenco si aggiunge anche l’area di rispetto per le mura di via Bastioni meridionali. L’intervento della Sovrintendenza regionale e il relativo decreto del Ministero sono stati sollecitati o dalle proprietà degli immobili o dal Comune. Nell’ultimo periodo le richieste sono state parecchie: accanto ai dieci immobili giudicati meritevoli di tutela, ce ne sono altri undici per cui è stato dichiarato il non interesse culturale.
Vediamo uno per uno i nuovi beni tutelati.
Campanile di Sant’Agnese. Chiesa con più di mille anni di storia, è stata distrutta dalle bombe nell’ultimo conflitto e ricostruita. Le vicende storiche hanno però risparmiato il campanile che si ritiene sia stato edificato nel Settecento. È stato valutato di interesse culturale perché è l’unica testimonianza dell’antica chiesa di Sant’Agnese, “segno identitario, da cui prese il nome lo stesso rione, nel cuore della città di Rimini, ubicato su una via corrispondente al cardo romano, sul quale affaccia anche la casa del cardinale Gozio Battagli, riconosciuta già nel 1910 di importante interesse”.
Chiesa dei salesiani. È stata edificata nel 1912 su progetto dell’ingegnere Giuseppe Gualandi di Bologna, autore di altri edifici sacri in stile neogotico e figlio di Francesco, uno dei principali esponenti del neogotico italiano. L’interesse culturale è stato accordato perché rappresenta “un significativo esempio di edificio sacro della prima metà del Novecento progettato da uno dei protagonisti dell’architettura ecclesiastica neogotica” e anche perché costituisce un importante riferimento per l’intera comunità, grazie anche alla presenza del campanile con orologio.
Esedra di piazza Marvelli. Il decreto, curiosamente, la chiama Esedra di piazza Tripoli. È una testimonianza dell’antica Rimini balneare. L’immissione di via Tripoli nella piazza venne caratterizzato dalla costruzione di elementi scenografici, ovvero due bracci laterali di andamento curvilineo. Nel braccio meridionale il tetto è sormontato da una balaustra, che invece è stato rimossa nel braccio settentrionale. Fu opera di Giuseppe Maioli, geometra dell’ufficio tecnico comunale. La relazione ricorda che quando fu costruita l’esedra, il lato mare di piazza Tripoli “era stato caratterizzato da un terrazzamento balconato dirimpetto alla spiaggia”.
Chiesa di Santa Cristina. È stata la parrocchia a chiedere la verifica dell’interesse culturale. Sorta come pieve (il primo documento che la cita è dell’XI secolo), ha avuto per alcuni secoli una notevole importanza. Della chiesa originaria resta poco o nulla perché gli eventi della storia e i conseguenti rimaneggiamenti ne hanno trasformato l’aspetto. L’ultimo consistente intervento è di metà Ottocento. La Soprintendenza ritiene comunque che sia un esempio significativo di architettura della metà del XIX secolo, che ha interpretato in chiave romantica modelli e motivi dell’antichità. È stato posto anche il vincolo archeologico perché si ritiene che sotto la chiesa e la canonica ci siano testimonianze della storia antica dell’edificio.
Chiesa dei Santi Simone e Giuda. La chiesa, che i riminesi conoscono come Santa Croce, in via Serpieri, è sorta nel XVII secolo ed è stata giudicata di interesse storico e artistico “anche in ragione del fatto che rimane in questa area, l’unica evidenza storica settecentesca in un contesto ormai fortemente alterato dalla costruzione di nuovi edifici”. La verifica dell’interesse culturale è stata chiesta dalla diocesi.
Oratorio di San Giovannino. La verifica è stata chiesta dalla Confraternita di San Girolamo, una delle più antiche e importanti della città, ancora esistente. La tutela, per motivi di interesse storico, artistico, architettonico e religioso, si estende “all’Oratorio, all’edificio gemello e ai manufatti antichi ancora esistenti sull’area del seicentesco complesso chiesastico”.
Villa Chiara. È un ampio complesso in località Ca’ Tomba, dalle parti di Santa Giustina, che sorse come residenza nobiliare di campagna, con annesso oratorio. Era appartenuto alla famiglia Marcosanti, il nome Chiara era in omaggio alla figlia del nobiluomo Angelo Marcosanti. Il vincolo, ex decreto legislativo 42/2004, è stato posto perché il complesso “rappresenta una interessante testimonianza di insediamento residenziale e agricolo con impianto simmetrico, riconducibile al XIX secolo, nel territorio della pianura riminese”.
Ex seminario diocesano. È il palazzo sede di uffici e negozi in via IV novembre vicino al Tempio Malatestiano. Ha origini antiche ma ha subito ingenti danni nell’ultima guerra. Ciononostante, è stato giudicato di interesse storico e architettonico, anche in ragione della sua funzione originaria e peculiare ubicazione, in fregio al cardo romano e alla prossimità al Tempio Malatestiano. La verifica dell’interesse culturale è stata chiesta dal seminario diocesano.
Palazzo Maschi Marcheselli Lettimi. È il complesso di via Tempio Malatestiano sorto nell’isola dell’antica insula romana che si affacciava sul decumanus maximus ed era tangente al forum. Ragione per cui c’è un interesse archeologico (sotto ci sono i resti di un teatro romano del I secolo) e un interesse storico artistico perché costituisce la testimonianza di una dimora patrizia del XVI secolo. Nonostante le trasformazioni subite nei secoli fino all’ultima guerra, costituisce “un elemento caratterizzante il tessuto urbano cittadino nonché un prezioso documento storico”.
Mura malatestiane. La tutela delle Mura Malatestiane, bastioni meridionali e bastioni orientali, è abbastanza scontata, vista la loro importanza storica. Nella relazione al decreto, gli architetti della Soprintendenza ritengono che possa avere un fondamento rintracciare in alcune mura la mano di Filippo Brunelleschi.