L’economia è entrata nella campagna elettorale per l’elezione del nuovo presidente dell’Emilia Romagna e dell’Assemblea legislativa. Nessuna sorpresa, si dirà, alla gente interessa che l’economia cresca perché tiene al proprio benessere. Nessuna sorpresa che il presidente uscente Stefano Bonaccini non perda occasione per proclamare urbi et orbi che sotto il suo mandato il Pil dell’Emilia Romagna è cresciuto. Anzi, ha pure detto in numerose occasioni che «L'Emilia-Romagna è da cinque anni la prima regione per crescita in questo Paese». Cioè sostiene che è la Regione dove il Pil è schizzato più che da ogni altra parte, altro che Lombardia o Veneto, sempre indicate come locomotive del Paese.
Le cose stanno realmente così? Pagella Politica, un sito specializzato nella verifica delle affermazioni degli uomini politici, si è preso la briga di andare a controllare. Va innanzitutto premesso che le statistiche sul Pil a livello regionale (fonte Istat) si fermano al 2017.
Nel 2017 il Pil dell’Emilia-Romagna è cresciuto del 2,21 per cento rispetto al 2016, settima regione in classifica. Ai primi tre posti c’erano Lombardia (+3,09 per cento), Veneto (+2,80 per cento) e Calabria (+2,39 per cento). In quell’anno il Pil dell’Italia era cresciuto dell’1,6 per cento, quindi la nostra regione ha avuto una performance superiore alla media nazionale, ma non era la regione in testa.
Le cose sono andate decisamente meglio nel 2016 quando con un +2,66 per cento rispetto l’anno precedente, la regione Emilia Romagna si era piazzata quarta, dietro Lazio (+3,92 per cento), Veneto (+3,23 per cento) e Lombardia (+2,81 per cento). Anche in questo caso è utile fare il confronto con il dato nazionale che nel 2016 è stato dello 0,9 per cento. In Emilia Romagna nel 2016 siamo quindi cresciuti più del doppio rispetto all’Italia, ma non eravamo primi nella classifica fra le regioni.
Nel 2015, primo anno completo della gestione Bonaccini, il Prodotto interno lordo dell’Emilia Romagna è aumentato dell’1,98 per cento, classificando la nostra regione alla decima migliore prestazione tra le 20 regioni italiane. In quell’anno a guidare la classifica erano curiosamente alcune regioni del Sud come la Basilicata e la Sardegna.
Pagella Politica si chiede anche perché Bonaccini abbiamo sostenuto affermazioni palesemente non vere. E fornisce una risposta tecnica. Probabilmente Bonaccini fa riferimento al “Rapporto 2018 sull’economia regionale”, pubblicato dalla stessa Regione Emilia-Romagna e da Unioncamere Emilia-Romagna a dicembre 2018, secondo cui «l’Emilia-Romagna si prospetta al vertice della crescita tra le regioni italiane, sia nel 2018, sia per il 2019». Previsioni che sono fatte da Prometeia, una società privata di consulenza e ricerca economica.
Le previsioni però devono essere verificate. Nell’agosto scorso Prometeia ha corretto il tiro, spiegando il Pil dell’Emilia Romagna frena rispetto al 2018, pur mantenendosi in una fase di crescita: 0,6 nel 2018 e 0,9 nel 2020. “In base allo studio – si leggeva in una nota - la tendenza regionale si conferma leggermente migliore rispetto a quella nazionale (stimata in progresso dello 0,1% nel 2019 e dello 0,5% nel 2020) tanto che l'Emilia-Romagna è attesa al vertice tra le regioni per capacità di crescita insieme alla Lombardia nel 2019 e a Lombardia e Veneto nel 2020”. La formula usata quindi è previsionale: “è attesa al vertice”, senza peraltro spiegare in quale posizione.
La spiegazione delle frasi di Bonaccini piuttosto che tecnica è psicologica o, meglio ancora, obbediente alle regole della comunicazione politica oggi in vigore. Agli elettori bisogna mandare messaggi semplici e immediati, inutile stare a spiegare che siamo fra le regioni in cui il Pil cresce di più, meglio farla corta affermando che in Emilia Romagna per cinque anni il Pil è cresciuto più che da ogni altra parte.
I dati economici dell’ultimo quinquennio (specialmente per quanto attiene al calo della disoccupazione, scesa intorno al 5 per cento) sono generalmente positivi, anche se chiunque si può esercitare a vedere il bicchiere mezzo vuoto piuttosto che mezzo pieno. Così come è vero che l’Emilia Romagna insieme a Lombardia e Veneto rappresenta il 40 per cento del Pil del Paese. Ma cedere alle esigenze della propaganda dipingendo scenari non del tutto realistici, può anche produrre un effetto boomerang. Bonaccini si è guadagnato da Pagella Politica l’epiteto di “Pinocchio andante”.