Centrodestra da rifare. Pizzolante e Di Lorenzo alla convention di Italia popolare
Sono partiti in venti con un pulmino da Rimini, ieri alle 5,30 del mattino “verso l’ignoto”. Tra gli altri il coordinatore provinciale del Pdl, Fabrizio Miserocchi, il consigliere provinciale Claudio Di Lorenzo e il consigliere comunale Gennaro Mauro. Destinazione Roma, la convention di Italia popolare al teatro Olimpico. Tra gli organizzatori il deputato Sergio Pizzolante. In totale 2mila partecipanti. In contemporanea, la contromanifestazione di Giorgia Meloni e Guido Crosetto. Il tutto mentre l’ex premier attendeva il suo ritorno in tv, sulle sue reti dopo poche ore. Durante la convention è stata presentata anche la carta dei valori dei moderati italiani, il programma di Italia popolare, con punti su Eurpoa, giustizia, tasse, ecc.
“La manifestazione – fa notare Pizzolante – si è celebrata nel giorno in cui sarebbero dovute svolgersi le primarie. L’iniziativa è partita da un gruppo critico nei confronti del Pdl, ma si è trasformata in corso d’opera in manifestazione del Pdl”. Italia popolare è la corrente del centrodestra in linea con le richieste del Partito popolare europeo: provare a unire l’area moderata alternativa alla sinistra in una ampia aggregazione per competere alle prossime politiche, dietro la candidatura proposta dal Ppe di Mario Monti premier. “Noi ci siamo mossi in tal senso – continua Pizzolante – e se poi Monti non ci sta la nostra parte, sia in riferimento al mondo cattolico, sia al mondo liberale, l’abbiamo fatta”.
E se Monti davvero non si candida? “Se Monti si sottrarrà alla responsabilità, noi decideremo per la candidatura o di Berlusconi o di Alfano, dipende molto dall’alleanza con la lega…”. Insomma, la candidatura del segretario Pdl arriverebbe solo allorché il cavaliere rinunciasse all’ebbrezza di competere contro Bersani.
Che gente c’era ieri a Roma per Italia popolare (aldilà dei politici)? “Gente che pur non essendo entusiasta dell’esperienza Monti (a cui in persona si riconosce statura internazionale, al suo governo meno), pensa che il suo profilo internazionale sia tale da far nascere attorno a una sua scesa in campo l’aggregazione dei moderati italiani con la possibilità di vincere alle elezioni. Noi siamo andati lì accettando di dimenticare i suoi errori al governo pur di vederlo candidato contro la sinistra”.
“Il Pdl è a un guado”, dice Di Lorenzo. “Il problema del centrodestra – spiega – è superare il berlusconismo, superare l’esperienza di un partito di vertice che ha sempre rinviato le decisioni alte, la scelta della linea politica, delle strategie. Noi oggi dobbiamo riprogettare il centro destra”. “Bisogna aprirsi alla gente – continua Di Lorenzo – e non chiudersi. Ogni tentativo di escludere dalla partecipazione la base è sbagliato, dobbiamo trovare un metodo per permettere alla nostra gente di partecipare”. Gli ultimi mesi non sono andati bene, con “troppi stop and go, dobbiamo ripartire dai bisogni del mondo sociale a cui facciamo riferimento (impresa, dipendenti, sottoccupati) e soprattutto nessun ritorno al passato”.