Palacongressi Rimini. I numeri del 2012 e la questione royalties
La domanda è semplice semplice: come è andata la raccolta delle royalties sulle manifestazioni organizzate dal Palacongressi? Il primo cui ci rivolgiamo è il presidente di Convention Bureau Roberto Berardi, che gentilmente ci illustra i dati e i risultati economici del 2012.
<<Convention Bureau gestisce il Palacongressi e altri ‘contenitori’ del territorio, e sborsa alla Società del Palazzo un affitto che nel 2014, a regime, sarà di un milione e 200mila euro. Nel 2012 invece è stato di 700mila euro e il prossimo anno si aggirerà attorno al milione di euro.
La chiusura del bilancio 2012 porta un fatturato di 9 milioni di euro (più 20% rispetto ai 6,7 milioni del 2011) e un milione e 100mila presenze, queste invece in calo rispetto al 2011 (che ne aveva registrate un milione e 330mila circa), mentre gli eventi organizzati sono stati 95: undici in fiera, 80 al palacongressi e 4 altrove (uno di questi al Palacongressi di Riccione). Il disavanzo nel bilancio dell'anno che sta per finire, già previsto in fase di preventivo, è di 350mila euro. Nel 2013 c'è l’obiettivo di fatturare 10,5 milioni e di contenere il disavanzo sui 200mila euro.>>
Poi introduciamo il tema delle royalties.
<<Non tutti sanno che le royalities non vengono pagate a Convention Bureau bensì alla Società del Palazzo. Effettivamente, dopo la partenza, il meccanismo di rilevazione dei pernottamenti ha registrato alcune resistenze da parte dei clienti organizzatori dei congressi, che temevano difficoltà ulteriori nel check in e costi aggiuntivi. Ma c'è anche una resistenza dei congressisti a fornire i dati del pernottamento per intuibili e disparati motivi, legati anche alla privacy.
L'incasso comunque delle royalities avviene da parte della Società del Palazzo con la collaborazione anzitutto nostra, che dobbiamo garantire agli ingressi un check in ordinato e veloce, e degli albergatori attraverso il consorzio Aia Palas. In definitiva la percezione di questo elemento non sempre è positiva da parte dei clienti. Non è così ma qualcuno pensa ad una provvigione aggiuntiva o ad un maggiore costo. La logica di questo meccanismo è invece suggerire all'albergatore, nella propria programmazione, anche questo elemento senza alzare troppo i prezzi e andare quindi fuori mercato. Perchè, lo ripeto, uno degli aspetti vincenti della nostra offerta è il prezzo.
Un altro punto critico è che i prezzi offerti dagli albergatori erano stati pensati per una data d'apertura che invece è stata ritardata. Oggi, dopo un serrato confronto fra noi, Società del Palazzo e Aia Palas abbiamo messo a punto un sistema più snello. Offriamo sostanzialmente alle società che organizzano gli eventi il servizio di check in a costi inferiori e in quel momento rileviamo i dati necessari a supportare l'intero sistema. Qualcuno ancora mugugna ma va meglio, inoltre c'è da dire che il problema maggiore restano i volumi di presenze, parecchio distanti dall'obiettivo atteso.>>
Dunque si può dire che l’incasso e il raggiungimento degli obiettivi previsti per le royalties non sono problemi che gravano sulle spalle della società di gestione del Palacongressi (come ragionevolmente ci si potrebbe aspettare), ma su quelle della società proprietaria. In questo modo la Società del Palazzo, nel rapporto con Convention Bureau, da una parte guadagna percependo un affitto e dall’altra perde incassando minori royalties rispetto a quanto messo a budget: praticamente come se partecipasse del rischio di impresa insieme alla società di gestione. Per quanto riguarda invece Convention Bureau, che i minori incassi delle royalties non facciano parte del suo bilancio ovviamente ne migliora i numeri; oltre a non farle entrare nel novero dei motivi per cui non dormire di notte.
Ma a quanto corrisponde questa “perdita”?
<<Potrò dirlo con precisione solo in chiusura definitiva di bilancio, ma già ora posso dire che sono inferiori alle previsioni e comunque l'obiettivo è che le royalities possano pagare l'affitto del palacongressi. Diciamo anche che diverse presenze vengono date da manifestazioni come il Meeting o le maxi assemblee del Rinnovamento dello Spirito o della Fraternità di Comunione e Liberazione (che per i loro numeri vengono ospitate nei padiglioni fieristici) che non prevedono royalities perchè le organizzazioni, con questi grandi numeri, riescono a strappare prezzi senza pari sul mercato. E anche per le convention con aziende regionali o riminesi che si svolgono al Palacongressi e per le quali non sono previsti pernottamenti.>>
Visto che di cifre non si riesce a sapere e che nel bilancio di Convention Bureau, anche quando sarà reso pubblico, la voce royalties comunque non ci sarà, proviamo a girare la nostra domanda ad Aia Palas che le gestisce. Ci risponde il suo presidente, Gianluca Ermeti. Per prima cosa chiediamo qualche chiarimento sulla modalità con cui vengono raccolte, visto che è cambiata nel tempo.
<<Il centro di prenotazione del Palacongressi, di fronte a tutte le richieste che arrivano, avvisa l'ufficio marketing di Aia palas che si assume il compito di gestire in modo unitario le relative presenze dei congressisti negli alberghi associati alla stessa Aia Palas: circa 70 alberghi annuali già associati anche ad Aia. Gli alberghi corrispondono per questo servizio il 10 per cento del prezzo pagato da ogni singolo cliente, e queste sono le royalties che andranno conferite alla Società del Palazzo.>>
Aggiungiamo noi che questo vale per i soci Aia Palas. Tutti gli altri albergatori che ospitano congressisti, e che quindi traggono guadagno dall'attività congressuale del Palas, dovrebbero invece contribuire acquistando pacchetti di card d'ingresso al Palas per i loro ospiti.
Tutto bene, ma anche con Ermeti di anticipare dei numeri proprio non se ne parla; e tutto è rimandato al prossimo bilancio della Società del Palazzo. Nel frattempo, da quello che possiamo stimare tra una mezza parola e l’altra, diciamo che nelle tasche della società proprietaria del Palazzo dovrebbero venire a mancare non meno di trecento / quattrocentomila euro. In ogni caso, è vero, per i numeri esatti possiamo aspettare. Speriamo solo che l’attesa, assieme ad essi, serva per avere anche la notizia di un’inversione di tendenza nel loro andamento.