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Candidati 1. L’Arlotti rifatto

Giovedì, 24 Gennaio 2013

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Candidati 1. L’Arlotti rifatto


Tiziano Arlotti, 53 anni, maestro elementare. Ecco la prima sorpresa nel curriculum del candidato Pd alla Camera, ventunesimo posto in lista. “Mi sono diplomato nel 1977 con 58/60. Volevo laurearmi in lettere antiche e fare l’archeologo”.
Sogno sfumato, ma qualche lavoro l’ha fatto prima di buttarsi in politica? La domanda classica dell’antipolitica non gli fa né caldo né freddo, Arlotti sfodera un mestiere dopo l’altro: “Ho cominciato a 12 anni con la stagione al mare. Per tre anni ho fatto le supplenze nelle elementari. Poi per 12 anni ho fatto il sindacalista della Cisl. Per alcuni anni sono stato operaio in una fonderia a San Marino. Dal 2005 sono impiegato in un consorzio di cooperative”. Se sarà eletto continuerà a lavorare? “No, chiederò l’aspettativa. Mi dedicherò completamente alla rappresentanza del territorio”.


In ogni curriculum che si rispetti non mancano le competenze linguistiche. Gnassi ha sbandierato di aver scelto gli assessori fra quanti affermavano di parlare almeno tre lingue. Lei, Arlotti, come se la cava? “Oltre all’italiano, parlo bene il dialetto romagnolo. Non solo il riminese ma tutte le varianti. Ho studiato il francese a scuola e conosco l’inglese q.b.”. Cioè? “Quanto basta”.


Arlotti non è un ultimo arrivato in politica: “Mi sono iscritto per la prima volta a un partito nel 1994, al Ppi. Poi Margherita ed infine Pd”. Qualche candidatura prima di questa? “Tre volte in consiglio comunale e due volte primo degli eletti. E poi alle primarie del Pd per il posto da sindaco”. Quelle però le ha perse, tanto da non far pronosticare un successo alle primarie per il parlamento. “Persi per 360 voti. E si perde una volta sola”. Ecco l’unghiata feroce del combattente….


Per fare il deputato bisogna essere uomini dalle vaste relazioni. Chi c’è nel suo curriculum? “Nella mia rubrica telefonica ci sono un migliaio di numeri. E da quando facevo il sindacalista ho preso l’abitudine di conservare le agende”. Tutti amici? “Ho solo amici, nessun nemico”. Abbiamo capito, ma a Roma e nei posti che contano ce l’ha qualche amico? “Assolutamente no. Qualcuno mi ha cercato dopo che ha saputo che sono candidato. A Roma conosco quelli del sindacato, da Bonanni in giù”.


E come la mettiamo con gli avversari politici? “So distinguere l’amicizia e il rispetto dalla tenzone politica. Quando ho vinto le primarie mi ha chiamato Pizzolante e io ho chiamato lui quando si è saputo che è al secondo posto nella lista Pdl”.
Uhm, che risposte fini ed educate! Continuiamo a snocciolare il curriculum dell’aspirante deputato e chiediamo: c’è una causa alla quale si sente votato? “Essere utile agli altri”.
Ma gli altri, sosteneva Sartre, sono l’inferno. Lei chi stima? “Le persone che sono sincere, che dicono quello che pensano”. E chi detesta? “Chi non è sincero”.


Ma questo Arlotti “pane al pane vino al vino” ce l’avrà uno scheletro nell’armadio? “Non credo”. Nemmeno uno spinello di gioventù? “Quello sì, mentre facevo il servizio militare. Ma mi è bastato un assaggio”.


Proviamo a buttarla in politica. Tutti parlano di tagli, lei da cosa comincerebbe? “Da tutto ciò che non fornisce sobrietà a un incarico istituzionale. Quando ero presidente dello Iacp e si doveva comprare un’auto, proposi una Panda 4x4 per i tecnici e due biciclette per girare in città”.


È dura verificare la competenza amministrativa per chi è stato assessore. Proviamo con l’abc del diritto costituzionale. Qual è la differenza fra un disegno di legge e un decreto legge? “Un decreto legge è un atto legislativo del governo che deve essere approvato dal Parlamento entro 60 giorni. Il disegno di legge è una proposta che segue il normale iter parlamentare”. Non del tutto preciso, però…


Ultima domanda: facile, eh, la campagna elettorale con il Porcellum? Già sicuro dell’elezione…“Di sicuro non c’è niente, io corro a cercar voti come se fossero preferenze”.


Insomma, qualche unghiata, poche, e molte risposte misurate, di chi sta studiando una nuova parte. L’Arlotti ruspante e “uomo di terra”, quello di “In zir par la rumagna” che tutti conoscono, sembra stia subendo una metamorfosi e si stia convertendo al politically correct. Già “vestito” da deputato.

Ultima modifica il Giovedì, 24 Gennaio 2013 10:36

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