Come si può giocare da protagonisti la sfida dei fondi del Next generation Eu e dei fondi strutturali europei? Ci vuole visione d’insieme e strategia; anche perché la cassa da cui attingere è particolarmente ricca. Guardando esclusivamente a Fondo sociale europeo e Fondo per lo sviluppo rurale, per l’Emilia Romagna si parla di 1.024 milioni di euro (fonte Camera di commercio). Con l’obiettivo primario di non perdere quest’occasione, si è ufficialmente insediato oggi il tavolo istituzionale di Romagna Next, e il 25 novembre inizierà a lavorare anche un board tecnico.
Cosa faranno? Da qui al settembre 2022 sono in programma: una diagnosi territoriale, la definizione di "vision e indirizzi di lavoro”, la formazione dei dipendenti delle amministrazioni, per arrivare infine alla definizione di un progetto pilota su salute e benessere. Il tutto in 10 mesi. Il progetto si chiama appunto Romagna Next e sarà finanziato per la precisione con il bando MediAree ‘Next Generation City’ di Anci. L’idea è quella di allargare all’area vasta l’esperienza del Piano strategico di Rimini e sarà infatti l’Agenzia del piano strategico a coordinare tecnicamente i lavori.
“E' un salto di qualità amministrativo, politico, soprattutto culturale: non si tratta più di un tentativo ma di una infrastruttura progettuale condivisa che ha l'obiettivo di superare campanili e forze inerziali per programmare un futuro di comunità su standard qualitativi altissimi, degni dell'Europa più innovativa di cui certamente la Romagna è un territorio a tutti gli effetti appartenente”, è il commento del sindaco di Rimini, capofila, Jamil Sadegholvaad.
Gli obiettivi a lungotermine, un po’ più nel dettaglio, sono stati defintiti direttamente dalla Regione: creare un nuovo modello di competitività e attrattività territoriale; rafforzare le pubbliche amministrazioni e la loro capacità di accedere ai finanziamenti; sperimentare modelli innovativi di governance; consolidare policy e servizi di area vasta. Gli strumenti da produrre, invece, sono: un piano strategico, uno studio di fattibilità in tema salute, corsi di formazione, laboratori di coprogettazione con Comuni e stakeholder, il bilancio di sostenibilità, azioni partecipative.
Le istituzioni coinvolte sono i comuni di Rimini (capofila di progetto), Forlì, Cesena e Ravenna, i comuni di Santarcangelo di Romagna, Misano Adriatico, Cattolica, Cesenatico, Bertinoro, Predappio, Tredozio, Cervia, Russi, le Unioni dei Comuni Bassa Romagna, Romagna Faentina, Valle del Savio, Rubicone e Mare, le Province di Rimini, Forlì-Cesena e Ravenna, le Camere di Commercio della Romagna e di Ravenna, la Regione Emilia-Romagna e i campus romagnoli dell’Università di Bologna.
Perché si è deciso di puntare sul tema, per altro molto attuale della salute?. “Il tema salute è da intendere ad ampio spettro, non è la salute o sanità in senso stretto”, spiega l’amministratore unico del Piano Strategico Maurizio Ermeti. “Parliamo infatti di ‘Salute, benessere, ambiente’. L’obiettivo è creare luoghi di vita che siano qualitativamente alti e ciò contempla anche la qualità della relazione tra uomo e ambiente”. Un raggio d’azione quindi ampio che potrebbe non escludere il tema dei collegamenti e delle infrastrutture per esempio, o quello delle nuove energie, all'insegna di uno sviluppo sostenibile e degli obiettivi dell'Agenda 2030 dell'Onu, per esempio. “Su come la fattibilità del progetto prenderà forma sarà il lavoro dei prossimi mesi a rivelarcelo”, conclude Ermeti.