(Rimini) “Il Black Friday? Per i commercianti di prossimità è un evento che impone grandi sacrifici sui margini". Così Giammaria Zanzini, presidente di Federmoda-Confcommercio della provincia di Rimini. “In questo momento per i commercianti può essere una boccata d’ossigeno dal punto di vista della liquidità, ma il susseguirsi di periodi di sconti non è la soluzione ai problemi del commercio. Dal 5 gennaio infatti si aprirà anche la stagione dei saldi di fine stagione".
Mentre "noi svendiamo la merce, rimangono i 657mila negozi sfitti in Italia: un dato da far tremare i polsi che fotografa meglio di ogni altro le difficoltà dei negozi, incapaci di reggere l’urto delle multinazionali dell’on-line e delle grandi superfici di vendita che continuano a proliferare anche sul nostro territorio nonostante siano ormai anacronistiche sotto tanti punti di vista. A fronte di mille parole sulla rigenerazione urbana, sulla necessità di sostenere il commercio di prossimità per fare vivere i borghi e i centri cittadini, ma anche i piccoli quartieri di periferia, ogni giorno assistiamo a nuovi progetti della grande distribuzione. Nelle città il numero di negozi in sede fissa è sceso del 13,2%, mentre nelle periferie la percentuale è del 12,4".
Nel giorno del Black Friday 2021, "Federazione Moda Italia stima un incremento medio delle vendite del 50% rispetto al 2020, con un volume d’affari che si aggira solo per i prodotti di moda sui 500 milioni di euro. Una stima positiva, ma effettivamente ci voleva ben poco considerando le limitazioni dello scorso anno. Abbiamo importato questo evento dagli Stati Uniti, da dove avrei preferito che arrivasse, ad esempio, il loro regime fiscale. Se vogliamo scongiurare una perdita ulteriore di piccole imprese e di occupazione, le misure devono essere altre e non sicuramente il Black Friday che non è una panacea nei confronti di un male economico che sta attraversando le piccole imprese commerciali. Occorre un nuovo regolamento di pianificazione commerciale e di tutela, con un intervento deciso della politica sui territori".
Inoltre, "finché non ci sarà un regolamento univoco sui saldi nei negozi fisici e sul web, sarà sempre più complicato per le piccole imprese in sede fissa, che hanno costi enormi. Senza dimenticare che per sostenere e rilanciare il commercio al dettaglio non si può prescindere da quel patto di filiera tra commercianti e produttori, sostenuti dallo Stato che deve abbassare le tasse e dalle banche che devono erogare liquidità bypassano i paletti di Basilea 3 e 4: un patto da noi fortemente auspicato, ma che nemmeno il periodo di pandemia ha saputo far sbocciare. A noi non resta che alzare la serranda ogni giorno, indossare il nostro sorriso migliore e fare della qualità e della professionalità le nostre armi di battaglia. L’appello ai nostri clienti, quelli affezionati e quelli nuovi, è ovviamente quello di scegliere i negozi di vicinato per i propri acquisti scontati anziché le grandi multinazionali del commercio on-line”.