Il comune di Rimini sarà uno dei primi in Romagna ad approvare un regolamento per la collaborazione con gli enti del terzo settore. L’assessorato alla protezione sociale del comune con il contributo di ConfCooperative, LegaCoop e VolontaRomagna ha deciso di mettere nero su bianco il valore della sussidiarietà nella cura del bene comune dettando le regole su cui dovrà basarsi il futuro metodo di lavoro dei servizi sociali.
“Ci dobbiamo adattare a una realtà che continuamente cambia e possiamo farlo solo insieme”, spiega l’assessore Kristian Gianfreda. “Cambiano i bisogni e cambiano anche le categorie di persone in difficoltà. il regolamento serve a cogliere il cambiamento e mettere gli uffici del comune al passo con i tempi”. Scendendo nel dettaglio, le politiche dei servizi sociali saranno guidate dal contributo di associazioni, cooperative e fondazioni, chiamate a collaborare a specifici tavoli di lavoro sia in fase di programmazione sia di progettazione. “E’ un punto di partenza affinché i servizi necessari non restino impigliati nelle maglie della nostra burocrazia. E’ uno strumento sobrio e concreto per le attività del nostro assessorato”.
L’obiettivo del regolamento, che si compone di 8 articoli, è agevolare forme di confronto e di condivisione tra il Comune di Rimini e l’apparato sociale cittadino in modo da ‘miscelare’ le diverse esperienze e capacità. Agli enti del terzo settore spetterà la centralità degli interventi, in quanto, come riporta la delibera, sono “rappresentativi della ‘società solidale’ e costituiscono sul territorio una rete capillare di vicinanza e solidarietà, sensibile in tempo reale alle esigenze che provengono dal tessuto sociale” e dunque “in grado di mettere a disposizione dell’ente pubblico sia preziosi dati informativi (altrimenti conseguibili in tempi più lunghi e con costi organizzativi a proprio carico), sia un’importante capacità organizzativa e di intervento”.
Il modus operandi, entrando un po’ più nel dettaglio, si compone di due fasi principali: da un lato la co-programmazione “finalizzata all'individuazione, da parte della pubblica amministrazione procedente, dei bisogni da soddisfare, degli interventi a tal fine necessari, delle modalità di realizzazione degli stessi e delle risorse disponibili” e, dall’altro, la co-progettazione “finalizzata alla definizione ed eventualmente alla realizzazione di specifici progetti di servizio o di intervento finalizzati a soddisfare bisogni definiti, alla luce degli strumenti di programmazione”. In sintesi, la prima fase è volta a individuare i bisogni e la seconda a definire le risposte. Nell’articolo 5 del regolamento, inoltre, si apre il capitolo sugli “Aspetti economici della co-progettazione”, che possono essere di vario tipo: risorse economiche, beni immobili e mobili, o risorse umane.
“L’obiettivo è anche quello di essere più veloci nella risposta ai bisogni reali”, spiega Alfio Fiori di Legacoop. “Su questo il comune di Rimini è comunque sempre stato un anticipatore dei tempi”. Katia Gulino di Confcooperative fa notare come si sia di fronte a una “legittimazione del terzo settore. Chiediamo ora un ulteriore sforzo affinché i funzionari del comune siano aiutati nell’applicazione costante ed efficace del regolamento”. Maurizio Maggioni di Volontaromagna ricorda la ricaduta del regolamento su tutti i comuni del distretto sanitario nord della provincia, di cui Rimini è capofila. “Si parla di una paltea di oltre 500 soggetti interessati”.
Il regolamento ha ottenuto il parere favorevole della commissione competente e sarà sottoposto all’approvazione definitiva nel corso del primo consiglio comunale disponibile.