(Rimini) “Questo è il mio dream team”. Così il sindaco di Rimini, con delega alla cultura, Jamil Sadegholvaad ha presentato la squadra dei dirigenti di settore, equipe completata nelle ultime settimane con l’inserimento delle figure di Nadia Bizzocchi alla guida della biblioteca Gambalunga e Giovanni Sassu ai musei della città. Da tempo nella squadra, che ha obiettivi molto ambiziosi, la dirigente del settore cultura, Silvia Moni, che è anche un po’ la capa di tutti, la direttrice dei teatri Laura Fontana, il direttore del Museo Fellini e della cineteca Marco Leonetti.
“E’ la squadra che accompagnerà Rimini nel secondo tempo della sua rinascita culturale. Abbiamo avuto un primo tempo (con le amministrazioni di Andrea Gnassi, ndr) in cui ci siamo riappropriati dei luoghi della cultura. Ora, il secondo tempo è quello che li deve gestire e valorizzare al meglio”, sottolinea Sadegholvaad. Il 2023 sarà un anno cruciale per la cultura a Rimini. “Tornerà la Biennale del disegno, che sarà legata al tema dell’identità riminese, e celebreremo tantissimi anniversari”.
Saranno infatti 50 anni dall’uscita di Amarcord, 150 dalla costruzione del Kursaal, 20 anni dalla mostra ‘Rimini’ di Marco Pesaresi e, nell’ambito di una cultura “un po’ più pop”, saranno 40 anni dal Bandiera Gialla. Con una squadra così, poi, torna a tema la questione della candidatura di Rimini a capitale della cultura. “Saranno loro a lavorarci insieme a Giorgio Tonelli. Siamo ancora incerti sull’anno per cui candidarci, se il 2025 o il 2026 perché con Pesaro già eletta per il 2024 diventa tutto un po’ più difficile per questioni di geopolitica”. Quello che Sadegholvaad ribadisce con forza è che “Rimini non è solo mare, lettini e ombrelloni, ma anche patrimonio storico e culturale e tutti gli altri turismi che siamo già in grado di offrire, come il fieristico e il congressuale”.
In particolare i due nuovi direttori, Bizzocchi e Sassu, sono portatori di novità. La Gambalunga per esempio, è in cerca di nuove sedi per la Biblioteca dei ragazzi e per il Museo degli sguardi, il ‘Dinz Rialto’ dedicato alla cultura extraeuropea, ora ospitato nel santuario delle Grazie. Al museo della città, inoltre, in ottobre, dovrebbero partire i lavori che porteranno alla trasformazione del primo piano nell’ottica di valorizzare il Trecento Riminese e in particolare il Giudizio Universale, che tornerà “a casa”.
Obiettivo per il teatro Galli è “diventare il “settimo teatro di tradizione della Regione, anche se già adesso possiamo accedere al finanziamento del Fus e della Regione. Ricordo che il Teatro Galli è stato il teatro capofila di una coproduzione operistica, l’Aroldo, un vero banco di prova brillantemente superata”.
Marco Leonetti conclude riprendendo le considerazioni iniziali del sindaco.“Se parliamo di come si sia negli ultimi anni ripensato ai luoghi della cultura, l’esempio più radicale è proprio rappresentato da Castel Sismondo e piazza Malatesta. Se parliamo di come valorizzare ora questi luoghi, l’anniversario di Amarcord sarà un’occasione privilegiata per parlare di identità raccogliendo l’eredità del cinema di Fellini”.