La questione delle concessioni balneari sta diventando stringente ed è per questo che il governo Draghi sembra vicino ad una proroga di cinque anni o a qualcosa di molto simile. “Esiste un documento firmato da tutti”, spiega il senatore di Forza Italia Antonio Barboni. “Domani il gruppo è stato convocato, vuol dire che hanno qualcosa da dirci”.
Il fattore tempo è tutto. Il governo non può permettersi di perdere i finanziamenti del pnrr, significa che il decreto concorrenza (in cui è inserita la riforma delle concessioni balneari) deve essere approvato entro giugno e i decreti attuativi entro dicembre. Da qui la proposta, di Lega e Forza Italia, in un testo circolato ieri durante una riunione a palazzo Chigi.
Se il consiglio di Stato indica il 31 dicembre 2023 come termine ultimo per la scadenza delle concessioni, con i beni all’asta dal 1 gennaio 2024, la bozza prevede che li bandi arrivino non prima di “un congruo periodo di cinque anni per consentire agli attuali concessionari l’adeguamento” alle nuove disposizioni. “Il documento è stato firmato da tutti perché i tempi non ci sono. Il problema non è solo relativo alle lecite rivendicazioni dei balneari. Riguarda soprattutto le amministrazioni comunali: non sonopronte, non sono attrezzate per mettere a bando le concessioni”, spiega Barboni.
Nella bozza si stabilisce quindi che i titolari uscenti degli stabilimenti saranno considerati “non abusivi”, “fino al rilascio ad un nuovo avente diritto, a seguito dell’ espletamento di procedura selettiva, del pertinente titolo”, anticipa il Foglio. Un’altra conseguenza dell’approvazione dell’emendamento sarebbe che “le gare che cominceranno entro il prossimo anno saranno solo quelle che riguardano le aree attualmente libere”, per fare in modo che la disposizione del cosiglio di stato siano in parte rispettate senza andare a minacciare per ora le imprese. “E’ una delle possibilità”, conferma Barboni, a cui però si oppongono i 5Stelle.