Turismo, quando il marchio non funziona. Il mare in Emilia Romagna
Nel 1996 le presenze turistiche tedesche erano oltre un milione e 300 mila, nel 2011 sono state 720.00. Se si vuole limitare il confronto agli ultimi dieci anni la situazione non cambia: nel 2001 le presenze provenienti dalla Germania erano state un milione 271 mila. Insomma la verità nuda e cruda è che in un decennio sono state perse mezzo milione di presenze.
Sono i dati che nessun assessore al turismo e nessun amministratore di Apt mette in evidenza quando presenta le statistiche dell’andamento del turismo in Riviera. Quest’anno, per esempio, si è gridato al trionfo, osservando che i tedeschi sono stati nel 2011 l’8,6 per cento in più rispetto al 2010. Messaggio indiretto: vedete cari operatori turistici, le cose vanno bene perché ci siamo noi che facciamo la promozione. Se si guarda la serie storica si scopre invece che le 720 mila presenze del 2011 sono pari a quelle del 2006: in cinque anni cioè non è cambiato nulla di sostanziale. La vera novità è il sorpasso delle presenze russe su quelle tedesche, e in questo caso viene in mente il luogo comune secondo il quale russi e tedeschi nello stesso posto non riescono a stare. E quindi c’è da riflettere.
E viene da riflettere anche perché proprio in questi giorni l’Apt dell’Emilia Romagna ha annunciato l’ennesima campagna promozionale in Germania. Per promuovere – è sempre bene ricordarlo – non la Riviera di Rimini o la Riviera romagnola, bensì l’Emilia Romagna, ovvero un’entità geo-politica e amministrativa che però ha il difetto di non essere né un prodotto né una destinazione turistica. Un turista va al mare a Rimini o a Cesenatico, va a visitare Parma o Ferrara, va a villeggiare sull’appennino modenese o in una stazione termale, non sceglie di trascorrere le vacanze in Emilia-Romagna. Avete mai sentito un vostro amico di Milano dirvi: sì quest’anno torno al mare in Emilia Romagna? Questo è il nodo di fondo che più prima che poi bisognerà risolvere: da dieci e passa anni la promozione pubblica vende il marchio Emilia Romagna.
Il sindaco Gnassi scalpita perché la Regione gli dà pochi soldi per il Paganello o il Moto Gp, ma finché non sarà messa in discussione la legge Errani che da più di dieci anni governa il turismo in Emilia Romagna quelle di Gnassi sono punture di spillo più ad uso del consenso interno (vedete che muso duro faccio con la Regione!) che per ottenere cambiamenti reali. Sono anni che l’Apt fa campagne promozionali in Germania (ricordate quella pompatissima del 2009 con testimonial Luca Toni?) senza che poi vengano resi noti alcuni dati sulla reale redemption di queste campagne. Certo non possono essere le statistiche sulle presenze, perché arrivi e presenze non sono solo esiti delle campagne promozionali ma dipendono anche da altri fattori (crisi economica, concorrenza, ecc.). Se arrivi e presenze dipendessero esclusivamente dalle campagne promozionali, dovremmo giudicare completamente fallimentari le azioni fatte nel 2004-2005 in Scandinavia da Provincia e Comune. Da allora le presenze sono quasi sempre diminuite… L’Apt ha indicato come strumento di vendita associato a questa campagna promozionale il sito www.visitemiliaromagna.de Sarebbe interessante che a fine stagione ci dicesse quanti pacchetti per la Riviera ha venduto tale sito dove campeggia una bella pubblicità che invita a prendere l’aereo per Bologna (e il Fellini?) al prezzo di 39 Euro.
Arrivati a parlare di aeroporto, poniamo una domanda che esprime tutto il senso del ragionamento. A contribuire nell’ultimo anno all’aumento di presenze tedesche a Rimini hanno contribuito di più le partite di calciobalilla a Monaco di Luca Toni o le iniziative dei voli dalla Germania avviate da aeroporto di Rimini e operatori privati? La risposta la sa in cuor suo chiunque si occupi professionalmente di turismo in Riviera.
Valerio Lessi
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