Santinato. Il calcolo delle presenze non dice la verità sulla salute del turismo

Giovedì, 15 Marzo 2012

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Santinato. Il calcolo delle presenze non dice la verità sulla salute del nostro turismo


Mauro Santinato, presidente di Teamwork, è consulente per l’ospitalità e a lui si rivolgono numerose strutture alberghiere italiane che hanno l’obiettivo di aumentare fatturato e utili. Ci siamo rivolti a lui per capire come affrontare, finalmente in modo ragionevole, il tema del turismo a Rimini e comprendere meglio i numeri usciti un paio di settimane fa sull’andamento del comparto più importante (se non dal punto di vista dei numeri certamente da quello dell’immagine) della nostra economia.


I dati ISTAT diffusi alla Bit sulle vacanze degli italiani hanno evidenziato un calo del 15,1% nel numero di pernottamenti, segno evidente che la crisi ha inciso in modo grave sui flussi turistici. Ma il dato che a livello locale è stato più rimarcato, per sottolineare come Rimini sia in controtendenza, è l’aumento delle presenze sia per quanto riguarda il mercato interno (+3,4%) che quello estero (+8,6%), con una crescita degli arrivi dei turisti russi tale da superare quelli dei turisti tedeschi.
Letto così, sembra un bel risultato. E in questi tempi di magra dovremmo probabilmente esserne contenti.
Certo, ma vediamola in un altro modo: come è possibile valutare lo stato di salute di un comparto economico senza considerare la redditività delle imprese come indicatore principale? Secondo lei gli albergatori mangiano presenze o pagano fornitori e dipendenti in buoni presenze? Lo so, è tutto il sistema delle rilevazioni che andrebbe modificato. Ma almeno non facciamo finta che questo sistema ci dica le cose come stanno. Ecco un esempio: noi siamo contenti perché il numero delle presenze dei russi è aumentato. Ma il prezzo di una camera affittata a un turista russo medio in questo periodo è di 16 euro. Diciamo che l’arrivo dei russi compensa il calo delle presenze di altri clienti storici, come i tedeschi. Ma il prezzo medio di una camera per questi turisti ormai abituati a standard di servizi elevati può essere 5 volte di più. Per non parlare del sistema congressuale, i cui prezzi per camera possono essere pari a 150 euro. Dunque, per fare il valore di un tedesco ci vogliono 4 o 5 russi e, per fare un congressista, di russi ce ne vogliono 10. A cosa ci serve dunque il calcolo delle presenze? Bisogna cominciare a riferirsi alla redditività delle camere. Redditività che invece è in caduta libera sulla riviera.


Di quale tipo di strutture parliamo?
Mi riferisco alle strutture già esistenti, ma ancora di più ai nuovi investimenti. Lei vede nuovi alberghi in costruzione sul lungomare? Perché la Novarese, la Bolognese, la colonia Enel sono ferme? Perché gli imprenditori che dovevano investire hanno dovuto arrendersi davanti alla mancanza di redditività di quelle strutture. Magari avrebbero anche fatto il pieno di presenze, ma loro sanno che il capitale investito non si ripaga con le presenze.


Il solito giochino degli amministratori e assessori, dunque.
In quale altro comparto si vedono gli assessori che tutti i giorni commentano l’andamento di un comparto economico e produttivo? Non mi sembra che l’assessore alle attività economiche o all’agricoltura tutti i giorni commenti l'andamento delle vendite dei carciofi o delle zucchine. E’ tutta una questione di immagine, certo. Ma presentando una immagine distorta del comparto c’è il rischi di fare dei danni nel lungo periodo. Se continuiamo a dire che va tutto bene e che non c'è alcun problema, primo o poi i nodi vengono al pettine.


Quali altri indicatori ci possono dare una valutazione sull’andamento reale del comparto turistico?
Dati significativi sono quelli che si riferiscono all’aeroporto. Qualche tempo fa è uscito un articolo nel quale si esultava perché si era raggiunto il record del Fellini del 1972. Questo per dire che i dati veri parlano di una crisi profonda e strutturale. Non solo di turbolenze legate alle crisi dei consumi in generale. E poi mi dica quale fiera riempie oggi completamente la città? Non solo il calendario non è aumentato, ma sono pochissime le manifestazioni in crescita. Quante ce n’è che portano più di 15.000 persone a dormire a Rimini?


Quindi va proprio male…
C’è un altro indicatore molto serio anche se non strettamente economico. Venti anni fa in molte località ci prendevano come modello, oggi non ci copia più nessuno. Quei politici che continuano a riempirsi la bocca con il modello riminese dovrebbero cominciare a ragionare sulla realtà. Il problema è che le formule sono comode e servono a non rischiare. Se io devo fare una consulenza per un albergo, devo rischiare un’idea, una strategia, decidere cosa fare, come e quale attuare per prima. A Rimini sarebbe ora di vedere qualcuno degli amministratori o dei partiti che rischia una idea e su quella magari si gioca la carriera o almeno un plauso o uno sberleffo sul giornale. Invece sono sempre tutti lì a fare gli equilibristi senza effettivamente dire o fare niente.


Si parla tanto di evasione in questo periodo.
Fortuna che ce n’era tanta, prima. E’ un paradosso, certo. Per dire che l’emersione parziale del nero sta certamente compensando (o meglio nascondendo) in parte i brutti risultati economici. Ciò che prima era falsificato in una direzione ora torna indietro falsificando l’opposto.


Altro?
In una situazione come questa il sindaco dovrebbe prendere i suoi dirigenti degli uffici tecnici e dire loro di favorire e aiutare in tutti i modi con tempi rapidi e certi coloro che ancora decidono di investire e rischiare. Io ho presente un albergo a Rimini che sto seguendo, che sta aspettato da più di un anno per avere la concessione per la ristrutturazione con l’esito di avere perso già stagione. E questo è esattamente il contrario di quello che si dovrebbe fare per favorire chi ancora crede in questo sistema e nella nostra città e che ha voglia di rischiare, investendo in qualità.