I fanciulli dietro alle porte, ultima raccolta di poesia di Rosita Copioli, trae il titolo da Giacomo Leopardi, che ne fa l’estrema immagine del desiderio. Intorno al 16 settembre 1823 Leopardi leggeva il Simposio di Platone e Saffo, riflettendo sullo spavento della bellezza, dell’amore, dell’estrema ricerca del Tutto: l’infinito “impossibile”. Concluse scherzosamente: «i desideri come son penosissimi nella lor durata e nel loro corso, così riescono spaventosi nella lor nascita (e più quel d’Amore, ch’è più penoso, perché più forte; massime negl’inesperti). E si dice per ischerzo, ma non senza ragione di verità, che bisogna soddisfare ai desiderii de’ fanciulli per non trovargli morti dietro alle porte». (Zibaldone, 3443-46).
Come in ogni suo libro, fin dall’esordio con Splendida lumina solis che le valse il premio Viareggio opera prima nel 1979, ne I fanciulli dietro alle porte Rosita Copioli offre una configurazione nuova. Qui, intorno al desiderio, ossia al mistero che muove il cuore umano con le stesse pulsioni della natura, intesse nel linguaggio ogni ritmo e forma: liquida lirica, concentrazione icastica, timbro prosastico, onde poematiche, dramma, gnome e poesia civile. Riporta in scena le grandi tradizioni classiche e romantiche, il mito e la filosofia, dove ha inseguito soprattutto il tema di Elena, la bellezza, la sua immaginazione fiammeggiante, intrecciando sempre il suo lavoro critico e di saggista, con quello della poesia.
Dodici quadri inscenano le accensioni del desiderio come fuoco, nelle varianti estreme, e nelle loro opposizioni. Dapprima è il seme del fuoco e dell’eros. Ma ecco le tre figure di Prometeo, Lucifero, san Francesco, dove tenebra e luce rappresentano il bene e il male in diverse teologie: Lucifero si allontana da Dio verso la tenebra, ma era la prima stella del mattino, Venere, «che d’amar conforta»; l’islamico Iblis è paradossalmente il più santo nato dal fuoco; Prometeo, con la sua hybris generosa è generatore di guerre; san Francesco è il fuoco dell’uomo-Cristo che arde come un sole. Terzo quadro, la storia dei conflitti, dove quello recente di Iugoslavia, a un passo da noi, ricompare nelle vertigini di un invisibile di luoghi e tempi, a specchio di quelli di oggi, tra Oriente e Rimini. Così poi, nel quotidiano delle origini, riaffiora una Romagna che conserva il profumo del Vangelo e di Pascoli, tra i simboli delle tradizioni: san Giovanni e san Martino, emblemi straordinari del contrasto luce-tenebra che è lotta per la vita. La dialettica della realtà si rispecchia in un gioco di rimbalzo, di collassi di stelle e buchi neri tra calore e freddo massimi, di espansioni e contrazioni, che i nostri corpi e le nostre anime e le nostre arti esprimono inconsciamente e simbolicamente: forse la prima cifra del desiderio. Dall’ottava sezione Uccelli sotto vetro, dedicata a San Miniato e alle Porte Sante, si torna a miti che nascono dal vissuto, sulla soglia di esperienze estatiche, che hanno echi di mistici persiani, di Goethe, di Dickinson.
Nel suo ultimo libro, La ragazza dagli occhi d’oro, Pietro Citati ha dedicato un capitolo a Rosita Copioli, che già aveva salutato come «la più intensa e ricca poetessa italiana di oggi». Era stato il primo dei lettori di questo libro. Mentre queste sono alcune parole scritte a caldo da Giuseppe Conte: «folgorato dall'inizio, dal fuoco, dall'eros, dal lirismo assoluto delle prime poesie. E poi dalla rivisitazione di Prometeo, e dalla caduta di Fetonte, tema che mi prende alla gola. Poi mi porti in Jugoslavia, lì c'è la storia, il grido! Compaiono Fiume e D'Annunzio e la sua Carta del Carnaro, un modello assoluto, perdente e assoluto, di libertà... Hai un respiro enorme. Il libro ha un respiro enorme. Questo devo dirtelo subito, con ammirazione. ... era troppo urgente dirti quello che ho sentito... ho finito di leggere il tuo libro, sempre cavalcando nel fuoco e nell'estasi di una ispirazione che travolge. La seconda parte del libro è fedele alla prima Ci sono due testi in prosa ma il resto è lirismo epico, duro, generoso, pieno di dolore di gioia, come è sempre il cuore di chi ha cuore (Was soll all der Schmerz und Lust?, cantava Goethe). A me piace quando giochi con la luna, luna felina, flessuosa regina, quando parli del profumo di tuo figlio, mi incanta il sapere aspro, terragno di "Il regno del campo" e la parabola Sufi di Salomone che dialoga con la formica, bellissima la energia amorosa di Scrivevo un tempo, di Misura della pelle e delle ossa, c'è in te fuoco, follia, estasi («toglietemi tutto fuorché lei»!!!) e nessuno può neanche attenuarli. ... Sono molto colpito da questo tuo libro che inizia con il fuoco e continua sino alla fine nella sua luce, ma ti conosco abbastanza per dirmi che dovevo aspettarmelo. Un grande libro di vita, dolore, amore».
Rosita Copioli, I fanciulli dietro alle porte, Vallecchi Firenze, pp. 192, euro 16
Presentazione del libro Sabato 10 dicembre, ore 17 Biblioteca Baldini Santarcangelo
Luca Cesari dialoga con l'autrice