La spiaggia è un bene demaniale, pubblico, "patrimonio comune di tutti i cittadini, funzionale primariamente all’uso gratuito e generalizzato della comunità e solo secondariamente all’ utilizzo per interessi imprenditoriali". L'avvocato Roberto Biagini, presidente del Conamal, Coordinamento nazionale mare libero, lo ribadisce da tempo, e lo fa anche in occasione della presentazione delle osservazioni al nuovo piano dell'arenile del Comune di Rimini. Un piano che, non solo secondo Biagini, prevede poche spiagge libere, sotto la soglia del 40 per cento sul totale, come invece dovrebbe.
"Con le previsioni del nuovo piano, quindi con l’incremento del 37 per cento di quella risibile attuale, resteremmo circa al 10 per cento delle spiagge libere a fronte del 90 per cento in concessione", rileva Biagini. "L’assessora Frisoni (Roberta, delega al demanio, ndr) dimentica sempre che lo strumento di disciplina dell’arenile deve essere funzionale al pubblico interesse, al miglior assetto di utilizzo della spiaggia per l’uso comune e gratuito e non al “business plan” dei futuri nuovi concessionari", sottolinea Biagini ribadendo quella che rispetto alle logiche che hanno guidato il dibattito politico e le mosse (presunte o tali) dei vari governi attorno alla questione delle concessioni balneari sembra un capovolgimento di prospettiva.
"Il trend del racconto pubblico si è per lo più basato sul luogo comune della tutela delle imprese. Ma il Codice della navigazione dice che deve essere sempre il pubblico interesse a guidare l'azione amministrativa. Se si parla di spiaggia l'interesse pubblico primario è la fruizione, libera e gratuita, dei cittadini. Poi possono esistere delle eccezioni, per cui in determinati periodi e casi, per motivi economici, si può destinare un pezzo di spiaggia in concessione onerosa. Ma si tratta di eccezioni. Con il nuovo piano dell'arenile possiamo uscire dai luoghi comuni e ritornare nella legge. Invertire questo trend quindi è positivo", spiega Biagini.
Legittimo quindi azzerare tutto?
"L'azzeramento delle strutture a servizio di uno stabilimento non è previsto solo nella nuova pianificazione, è previsto anche nelle singole condizioni di concessione. Il contratto con il concessionario prevede che una volta scaduto lui abbatta tutto quello che serviva per lo stabilimento senza indennizzo.
Il codice della navigazione prevede anche che l'autorità amministrativa, la capitaneria di porto di concerto con l'agenzia del demanio (autorità a cui compete la tutela dominicale del bene "spiaggia") debbano prendere atto dell' avvenuto incameramento ex lege di tutte le opere di difficile rimozione presenti sull' arenile ed inserirle nel "Testimoniale di Stato" come pertinenze demaniali. Se quel bene è in cattivo stato o contiene abusi edilizi, allora, il demanio può imporre all'ex concessionario di demolirlo lo stesso a sue spese e anche qui senza nessun tipo di indennizzo come prevedono le condizioni di concessione accettate e firmate dal concessionario".
Come si traduce questa inversione di tendenza in bando pubblico?
"Quando l'amministrazione ritiene discrezionalmente di porre a bando una determinata area di spiaggia, nelle condizioni di bando può anche inserire l'obbligo dei concessionari limitrofi di occuparsi della spiaggia libera nel mezzo, tenendola pulita, sorvegliandola, retribuendo il marinaio di salvataggio, illuminandola, ecc...".
Qual è la prospettiva che renderà i bandi di Rimini più giusti rispetto a quelli di Jesolo?
"In maniera semplice: il Comune può, come sta facendo, mettere a bando singoli lotti o aggregazioni, ma solo se molto piccole. A Jesolo hanno messo a bando un chilometro e mezzo di spiaggia tutta insieme. A Jesolo ha vinto una cordata con bagnini e imprenditori turistici, il concessionario precedente fatturava oltre 3 milioni l'anno. Un'altra accortezza utile, sarà impedire i subaffitti e i subingressi".
Se le aste non fossero contemporanee... potrebbe essere problematico?
"Potrebbe creare delle condizioni di disparità. Le evidenze pubbliche dovrebbero essere contemporanee".
Come sarà la stagione 2024?
"Leggendo la delibera 504 di Giunta di dicembre, si vede come da un lato si prenda atto che le concessioni sono scadute, dall'altro non si impedisce ai bagnini di rimanere al loro posto. Ma se io quest'estate prendessi un ombrellone e andassi a piantarlo nel mezzo di uno stabilimento "scaduto", cosa potrebbe fare l'ex concessionario per mandarmi via?"
Bella domanda.Intanto prendiamo atto che alla data di scadenza, le 24 di mercoledì 3 aprile, sono state 335 le osservazioni al Piano dell'arenile arrivate al protocollo comunale. Per dare una scala di grandezza, spiegano da palazzo Garampi, nel 2015 furono 925 le osservazioni per il Piano strutturale comunale (Psc) e nel 2021 ben 1.146 per il Regolamento Urbanistico Edilizio (Rue).
Entro la fine del mese di maggio l'amministrazione comunale porterà in consiglio le controdeduzioni alle osservazioni, "accogliendo tutte quelle migliorative all'impianto del piano e all'equilibrio sostanziale della proposta (5 gli obiettivi strategici: migliorare la qualità dell'offerta complessiva per mantenere e potenziare l'attrattività internazionale della nostra spiaggia attraverso il rinnovamento delle strutture di spiaggia e l’alleggerimento delle superfici; innovare il prodotto turistico, aumentare la fruibilità libera delle spiagge, migliorare la resilienza e sostenibilità ambientale della fascia a mare) nell'esclusivo interesse della città di Rimini", sottolinea l'amministrazione comunale.