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Il limbo della Rimini Calcio è rosa

Domenica, 28 Aprile 2013

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Il limbo della Rimini Calcio è rosa


Il limbo è il colore che sta in mezzo tra il bianco e il rosso. Una sorta di rosa insomma ma non inteso come il colore del futuro per il pallone della nostra città. Il Rimini è nel limbo, semivivo o semimorto a seconda dei punti di vista. Passeggia nella terra di mezzo, in quella zona dal colore sfumato, dal colore sbiadito che vuol dire e non vuol dire. Chiaramente è una questione di campo ma soprattutto è una questione di società. Sul campo la strada è ormai stretta e per arrivare alla salvezza, per capire se il Rimini sarà completamente dentro o completamente fuori dal calcio professionistico del prossimo anno, dovrà prima conquistare i play out - gli spareggi, per dirla come si mangia - e poi dovrà vincerli, giacché su quattro se ne salverà una sola. Oggi, contro il Savona secondo in classifica, i giocatori in maglia “rosa” dovranno scalare con le proprie motivazioni una classifica dura come il Mortirolo per sentirsi alla pari agli avversari e provare a vincere per puntellare la posizione e tenere a distanza il Fano che cerca di afferrare il Rimini per trascinarlo nel precipizio della retrocessione diretta.
In società il colore rosa è quello del contenitore delle tante trattative per la cessione che si sono alternate negli ultimi mesi. Ci può entrare chi vuole, con proposte vere o verosimili, non fa differenza. Rosa è la via di mezzo dell’ultima trovata, con Mauro Traini (della cordata Del Giudice?) che ha già dichiarato di essere il nuovo direttore generale della Rimini Calcio, di aver ricevuto l’incarico e di essere già al lavoro per il futuro. Quale sia poi questo futuro è ancora da stabilire perché al momento si capisce poco o nulla, anzi più nulla, ma non è questo il punto. Il punto è che dalla società (dove già un direttore generale c’è) ufficialmente non arriva nessuna comunicazione in proposito, si attende cda di domani che dovrebbe decidere se affidare o no il nuovo incarico a Traini. Decidere cosa poi, se già Traini si è autoproclamato (senza smentita), magari si capirà domani o forse mai. In fondo nel pallone è come nella vita, le occasioni arrivano e le prendi, poi vedi che succede. Se funziona, se non funziona, se riesce, se non riesce. Probabilmente si è forzato un po’ questa volta ma sai com’è, di questi tempi ci si prova anche, e se ti lasciano fare, perché il rosa è il colore di chi prende tempo, di chi non ha poi le idee molto chiare, può anche accadere che le cose comincino al contrario. Rosa, rosa, rosa. Un colore che è la via di mezzo, la terra di nessuno, diventata regola costante in questa sciagurata stagione del centenario. Oggi però si gioca, sveglia, c’è la partita, trovate il pallone, anche se non sarà facile in mezzo a tutta questa confusione. Se il futuro sarà rosa, questa città, questa tifoseria non lo sa, perché oltre oggi non si riesce a vedere. Se lo augura. E non è la stessa cosa.
Francesco Pancari

Ultima modifica il Domenica, 28 Aprile 2013 11:23

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