Programma:
Fellinianno 2013. I film / Complesso degli Agostiniani. Corte / ore 21.30, ingresso libero
Dopo la proiezione di 8½, introdotta Maurizio Nichetti, che mercoledì 3 luglio ha fatto da prologo al lungo fine settimana della Notte rosa, martedì 30 luglio, sarà lo scrittore, saggista e regista Alessandro Baricco a presentare, a trent'anni dalla sua uscita, E la nave va, uno dei film più enigmatici e complessi di Fellini: un'opera sospesa tra caricatura melodrammatica e presentimento apocalittico.
In agosto toccherà ai due film più esplicitamente dedicati a Rimini, alfa e omega cinematografici del rapporto contrastato di Fellini con la sua terra d'origine: lunedì 12, sarà la volta de I vitelloni, il film dell'addio al borgo, alla giovinezza e ad una certa mitologia provinciale; ad avviarne la visione, a sessant'anni dalla sua prima apparizione, lo scrittore e sceneggiatore Marco Lodoli; venerdì 23, sarà invece affidata all'attore Ivano Marescotti la premessa al capolavoro che quarant'anni fa ha fatto conoscere Rimini nel mondo: Amarcord, il film della riconciliazione, sotto le mentite (e affettuose) spoglie dell'amico “Titta” Benzi, dell'esule Fellini con i luoghi e i personaggi della sua adolescenza.
Fellinianno 2013. Gli incontri / Complesso degli Agostiniani. Sala Pamphili / ore 21, ingresso libero
Alle proiezioni s’alterneranno gli approfondimenti. I primi a varcare la soglia di sala Pamphili saranno, giovedì 11 luglio, lo psicologo Donato Piegari e lo psicoanalista Claudio Widmann, che metteranno in dialogo le pagine de Il libro dei sogni di Fellini con quelle del Libro rosso di Carl Gustav Jung; una settimana dopo, giovedì 18 luglio, lo scrittore Ermanno Cavazzoni e il semiologo Paolo Fabbri si cimenteranno con il Il viaggio di G. Mastorna, evocando Dino Buzzati e colloquiando a distanza con la mostra di Milo Manara allestita negli stessi giorni al foyer del Teatro Galli; martedì 23 luglio, il musicologo Roberto Calabretto illustrerà l'operazione di riscrittura del repertorio verdiano e rossiniano compiuta ne E la nave va da Fellini assieme al poeta Andrea Zanzotto; mercoledì 7 agosto, il critico cinematografico Paolo Mereghetti, a partire da 8½, rifletterà sull'eredità del cinema di Fellini; domenica 18 agosto, il filosofo Umberto Curi delineerà, in margine ad Amarcord, una sorta di genealogia della memoria intesa non come ricordo ma come geografia del soprannaturale; infine, Francesca Fabbri Fellini e il regista, e per anni collaboratore di Fellini, Gérald Morin presenteranno, rispettivamente sabato 3 e sabato 24 agosto, le loro testimonianze in forma di documentario: Ricordando Fellini e Sulle tracce di Fellini.
Fellinianno 2013. I concerti / Teatro degli Atti
A completare la frazione estiva del “Fellinianno”, oltre alla già citata mostra dedicata a Viaggio a Tulum e a Il viaggio di G. Mastorna, detto Fernet di Milo Manara, promossa da Consorzio dei saperi e Cartoon Club, due appuntamenti concertistici al Teatro degli Atti, inseriti, come progetti collaterali, nella 64ª edizione della Sagra Malatestiana Musicale: sabato 31 agosto, Omaggio a Fellini-Rota, un viaggio nelle alchimie musicali felliniane raccontate da Francesca Fabbri Fellini accompagnata alla tromba da Mauro Maur e al pianoforte Françoise de Clossey; martedì 24 settembre, Recital Fellini con protagonisti due giovani pianisti: Andrea Bacchetti, che muove dai due Valzer inseriti da Nino Rota nel Casanova di Federico Fellini per arrivare a Bach; e Orazio Sciortino, che s'ispira alle musiche verdiane de E la nave va
Lo spettacolo serale di sabato 31 agosto sarà preceduto nel pomeriggio, alle 18.30, in sala Pamphili, dalla presentazione del libro A tavola con Fellini: ricette da Oscar della sorella Maddalena a cura di Francesca Fabbri Fellini con degustazione e proiezione de Il cibo nel cinema di Federico Fellini, film di montaggio curato da Giuseppe Ricci per conto della Fondazione Federico Fellini.
Agostiniani: cinema sotto le stelle. I film / Complesso degli Agostiniani. Corte / ore 21.30, ingresso 5 e 4.50 euro
In questi ultimi anni la commedia leggera italiana sta cercando di riscoprire il gusto di raccontare il paese, provando a mettersi in sintonia con i suoi umori e i suoi sentimenti. Lo fa mischiando i registri, rinnovando la tradizione, guardando oltre confine (e oltre oceano). Nei suoi esiti più felici abbandona il bozzettismo e la comicità più greve per arrischiarsi anche lungo i sentieri meno battuti del grottesco e del surreale. A questa ritrovata vitalità è dedicata una buona parte del calendario di questa nuova edizione di “Cinema sotto le stelle”, che avrà come ospiti Giuseppe Piccioni e Maria Sole Tognazzi, due interpreti di questo promettente accenno di rinascita.
Ad alzare il sipario, lunedì 8 luglio, sarà proprio Giuseppe Piccioni, che introdurrà il suo ultimo film, Il rosso e il blu, ambientato in un mondo, quello della scuola, dove si riflettono e si amplificano le difficoltà degli adulti a comprendere le generazioni più giovani; superlativa (e spassosissima) la prova in toscano di Roberto Herlitzka. Con la fantapolitica, ma con tonalità diverse, si misurano Riccardo Milani e Roberto Andò rispettivamente in Benvenuto Presidente! e in Viva la libertà: il primo ha ritmo e situazioni più da farsa, anche grazie alle doti comiche di Claudio Bisio; il secondo, servito da un Toni Servillo in versione double-face, gioca invece con la commedia degli equivoci. Esordio con il botto per la giovanissima Giorgia Farina che con Amiche da morire fa una commedia tinta di nero, molto divertente e tutta virata al femminile. Punta alto Sergio Rubini che con Mi rifaccio vivo prende a modello la commedia sofisticata americana; più romantiche sono le corde di Paolo Virzì che in Tutti i santi giorni racconta una bella storia d'amore, confermandosi uno degli eredi più affidabili del nostro repertorio leggero. Si ispira invece a Visconti e a Fellini Matteo Garrone per raccontare in Reality prima il sogno poi l'ossessione di un pescivendolo di entrare nel mondo dello spettacolo; martedì 20 agosto, sarà la stessa regista, Maria Sole Tognazzi, a introdurre Viaggio sola, ritratto di una quarantenne single, affermata e gelosa della propria indipendenza; Nastro d'argento come miglior commedia dell'anno.
Ma non si ride solo in Italia: ci pensano, in Gran Bretagna, Ken Loach, che ne La parte degli angeli mette insieme una sgangherata squadra di soliti ignoti per una truffa al sapore di whiskey, e l'americano Dustin Hoffman, che per il suo esordio, Quartet, sceglie luoghi e attori della vecchia madrepatria, assorbendone lo humor e la passione per la lirica; ai piaceri della commedia si converte (a sorpresa) anche la severa Susanne Bier, che in Love is all you need sfida (e sconfigge) i luoghi comuni di una classica storia d'amore e malattia; maestri di leggerezza e décor i cugini d'Oltralpe che in questa fine d'anno tirano fuori dal cilindro e dagli sgargianti anni cinquanta Tutti pazzi per Rose di Règis Roinsard; e, in fatto di ironia, non potevano mancare all'appello gli americani: alla prese con gli imbarazzi dei primi turbamenti erotici nell'esilarante Moonrise Kingdom di Wes Anderson; più realistici nel raccontare i bollori un po' sopiti della terza età nell'altrettanto divertente Il matrimonio che vorrei, con la strana coppia Meryl Streep e Tommy Lee Jones.
Non solo commedie, naturalmente, tra le proposte più interessanti dell'anno: due film italiani innanzitutto, entrambi interpretati da Jasmine Trinca: Miele, l'esordio dietro la macchina da presa di Valeria Golino, e Un giorno devi andare, l'atteso nuovo film di Giorgio Diritti: sul tema dell'eutanasia, il primo; su un viaggio solitario alla ricerca della propria vocazione, il secondo. Di dolore, amore e cura parla il notevole film dell'austriaco Michael Haneke, Amour, Palma d'oro a Cannes, a cui danno anima e corpo due giganti del grande schermo: Jean-Louis Trintignant e Emmanuella Riva. Non condivide la svolta leggera della connazionale Bier, il danese Michael Vinterberg che ne Il sospetto avvolge lo spettatore nell’atmosfera claustrofobica di una moderna caccia alle streghe. Ci porta in un convento ortodosso tra le montagne moldave il regista romeno Cristian Mungiu che in Oltre le colline racconta la storia dell’amicizia che unisce per tutta la vita due donne. Dalla Romania al Cile, dal dopo Ceausescu al tempo (finale) di Pinochet: NO – I giorni dell’arcobaleno di Pablo Larraín ricostruisce la campagna “pubblicitaria” che portò alla caduta del regime militare. Da un film di cui molto (e giustamente) si è parlato ad uno passato quasi completamente (e ingiustamente) in sordina: Come un tuono di Derek Cianfrance.
Tra i tanti titoli in rassegna non citati (The Master di Paul Thomas Anderson, Spring Breakers di Harmony Korine, Nella casa di François Ozon) anche due film italiani dal respiro internazionale: Educazione siberiana di Gabriele Salvatores, tratto dall'omonimo romanzo di Nicolai Lilin, e La migliore offerta di Giuseppe Tornatore, un thriller ambientato nell'ovattato e crudele mondo del mercato d'arte.