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Referendum, si firma in Comune fino a lunedì per "riprendersi la speranza"

Venerdì, 20 Settembre 2013

9bReferendum, si firma in Comune fino a lunedì per riprendersi la speranza rubata

 

Mancano pochi giorni per sottoscrivere, se condivisi, i quesiti referendari proposti dai radicali, alcuni sostenuti anche dal Pdl, in fatto di giustizia e diritti civili. La storia di alcuni di questi referendum è lunga.

 
Forse non tutti ricordano il caso legato al conduttore televisivo Enzo Tortora. Arrestato il 17 giugno 1983 con l'accusa di associazione per delinquere di stampo camorristico dalla Procura di Napoli sulla base delle dichiarazioni di tre pregiudicati campani, sarà dopo qualche anno dichiarato estraneo ai fatti. Ad esso si ispirarono, nel 1987, i promotori del referendum sulla responsabilità civile dei magistrati. Il quorum fu poi raggiunto e superato grazie al voto del 65% degli aventi diritto. Di questi, l'80% chiese l'estensione della responsabilità civile anche ai giudici. Il referendum però fu di fatto abrogato dalla legge Vassalli.
Destino simile nel 1993, dopo gli anni oscuri di tangentopoli, per il quesito sull'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti. Il quorum si raggiunse con il 77 per cento di affluenza, i sì superarono il 90 per cento. Eppure ad oggi il finanziamento pubblico dei partiti ancora c'è "perché - spiega Ivan Innocenti di Iniziativa radicale - qualche mese dopo, alle elezioni politiche i promotori del referendum ottennero il 2 per cento dei voti contro il 98 degli altri e le forze politiche vincitrici si sentirono legittimate a cambiare l'esito scaturito dalla volontà dei cittadini. Chi allora ha continuato a governare voleva il finanziamento pubblico dei partiti e anzi lo ha aumentato".


Queste cose, secondo Innocenti, succedono anche perché sui referendum manca l'informazione. "Vorrei far notare l'importanza delle firme di Berlusconi perché hanno richiamato ai banchetti non solo i sostenitori del Pdl, ma anche quella parte della sinistra sensibile ai nostri temi, ma scarsamente informata. Il suo gesto ha permesso che l'informazione sui referendum si diffondesse".
E così adesso, a distanza di meno di trent'anni, questi referendum "bisogna rifarli perché la politica ha rubato le speranze dei cittadini eludendo le loro indicazioni".
E anche perché il 'bel paese' in fatto di giustizia e diritti civili "è fermo a 40 anni fa: siamo di fronte a un'emergenza che non si può negare. E' la Corte di giustizia europea ad aver condannato l'Italia oltre 2500 volte per la lunghezza dei processi e le condizioni delle carceri: noi eludiamo quotidianamente la Carta europea dei diritti dell'uomo, e anche la nostra Costituzione. Per l'Italia si può parlare di 'strage del diritto' e si badi che, se non interessano le ripercussioni a livello umano, ce ne sono di importanti anche a livello economico. Ci sono studi, sia a livello europeo sia nazionale, che dimostrano come la lunghezza dei processi in Italia costi il 2 per cento del prodotto interno lordo, tantissimo. E' anche per questo motivo che ci troviamo al 90esimo posto in fatto di affidabilità negli investimenti: chi verrebbe in Italia a investire dal momento che qui un processo civile può durare anche 10 anni? Sono oltre 10 milioni i processi tra civili e penali pendenti".


I numeri provinciali, quelli di ieri. "Stiamo lavorando - spiega ancora Innocenti - per mandare a Roma al comitato nazionale i moduli sottoscritti da oltre 600 persone che, per un totale di 12 quesiti, corrispondono a più di 7mila firme, tra quelle raccolte ai tavoli e quelle depositate negli uffici dei comuni di Rimini e Riccione, dove fino a lunedì si potrà continuare a firmare, così come negli uffici dei comuni di Bellaria, Santarcangelo, Verucchio, Misano, Cattolica, Coriano e Morciano".
Dal Pdl, che sostiene il pacchetto giustizia, sono stati inviati 900 moduli già completi mentre altri 450 sono in fase di certificazione. "Con l'ultimo banchetto supereremo le 2.700 firme", spiega Alberto Pietrelli. "A queste bisogna aggiungere quelle depositate direttamente presso i comuni della provincia, in particolare Rimini e Riccione, che arriveranno alle 2mila circa", precisa citando anche il caso di "San Clemente dove in un solo giorno, poche ore di banchetto, abbiamo raccolto 95 firme. Tanto per un posto così piccolo".


Sulla pagina Facebook di Iniziativa radicale, inoltre, si può accedere al 'borsino' dei referendum più firmati (aggiornato a ieri, secondo i numeri dei radicali): Responsabilità civile/1: 566; Responsabilità civile/2: 557; Magistrati fuori ruolo: 566; Custodia cautelare: 564; Ergastolo: 440; Separazione delle carriere: 574; Divorzio breve: 599; Immigrazione/Lavoro: 493; Immigrazione: 480; Droghe: 534; 8xMille: 565; Finanziamento pubblico: 632.


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