Espulsioni a 5Stelle, il dissenso diplomatico di Camporesi
"Penso che le espulsioni siano state fatte in modo superficiale e sbagliato, e penso che certi problemi si potrebbero gestire diversamente", lo dice il capogruppo in consiglio comunale a Rimini Luigi Camporesi rispetto alle espulsioni dal gruppo di palazzo Madama di Bencini, Bignami, Casaletto, Mussini e Romani. Camporesi di suo nell'attività amministrativa e politica ci mette molto dell'esperienza imprenditoriale e della formazione ingegneristica.
"Quei senatori vivono in una organizzazione gestita in modalità remota da Bebbe Grillo e da Gianroberto Casaleggio. Loro non sono 'collocati'. Stanno uno a Genova e l'altro a Milano. Non si trovano cioè dove stanno i parlamentari. Governano da lontano i senatori e i deputati del 5Stelle che a loro volta sono separati fra di loro (e non si conoscono, per questo tempo fa ho proposto l'idea di un campus a 5Stelle dove farli perlomeno dormire assieme). Questo genera un sacco di problemi. E' facilissimo che non si capiscano gli uni con gli altri".
E' da questo che secondo Camporesi si genera scalpore per le decisioni di Grillo e per le reazioni in streaming o meno dei 5Stelle. "Ogni volta che Grillo esprime un punto di vista resta sempre l'ambiguità: semplicemente un'opinione o un ordine? Insieme in questa avventura si sono trovate persone che arrivano da tuta Italia, che non conoscono Grillo e non capiscono se quello che dice è un'opinione o è una frase perentoria".
Perentoria, per fare un esempio, è stata la decisione della rinuncia ai rimborsi elettorali. "L'ha deciso nel 2010 in occasione delle elezioni regionali, quando abbiamo eletto i primi quattro consiglieri. E' stata una decisione sua e imposta, molti l'hanno accetta molti altri l'hanno vista male. Lui in quell'occasione ha spiegato che se noi ci fossimo messi a discutere di come impiegare questi rimborsi tra dieci anni saremmo stati ancora là a discuterne. Qui lui ha scelto ed è nato il fondo per le imprese. Si tratta di una scelta che si sarebbe potuta fare sia in modo democratico sia in modo autoritario (come ha fatto lui), ma alla fine nel tempo la scelta ha vinto ed oggi è condivisa".
Su Facebook Camporesi ha affidato a due articoli (di cui condivide i link) il suo pensiero sulla faccenda delle ultime espulsioni dal partito. Da un lato con Peter Gomez, che fa notare come di fatto il 'processo' ai parlamentari sia stato decisamente sommario, dall'altro con l'ex magistrato Bruno Tinti, che elogia le organizzazioni di tipo gerarchico come le uniche in grado di funzionare davvero.
"Se c'è uno che è riconosciuto come capo politico di una organizzazione (anche se non è mai andato al voto) non è che poi ci si possa lamentare se assume una decisione in maniera antidemocratica. Lo stesso Grillo ha ammesso di commettere degli errori, tutti quanti ne commettiamo. Lui è abile nel comunicare, ma nel gestire un'organizzazione più o meno gerarchica va in difficoltà. Probabilmente se si mettesse a ragionare con persone con esperienze professionali diverse qualcosa potrebbe migliorare. Sicuramente la comunicazione sia al Senato che alla Camera può essere fatta meglio".
Oltre ai pro la comunicazione affidata alla rete ha dei contro che stanno venendo fuori. "Per questo noi ci vediamo fino a tre volte a settimana anche di persona: il lunedì sera in assemblea, il giovedì in consiglio comunale e il sabato mattina in piazza. Relegando la comunicazione solo sul web viene a mancare tutto l'apparato di informazioni della comunicazione non verbale, che occupa dal 30 al 90 per cento della comunicazione totale. Questo fatto può creare dei problemi. Perché ancora oggi le persone nonostante ci sia la possibilità della teleconferenza si incontrano di persona per le cose più importanti? Adesso, faccio notare, sia Grillo sia Casaleggio si recano con frequenza maggiore a Roma, ma ancora non è sufficiente. Il movimento è nato da zero e è un progetto complesso che richiede il contatto diretto con frequenza molto più elevata perché funzioni".
Forse la comunicazione potrebbe essere fatta meglio anche con i sindaci. Almeno a giudicare da come era partita la storia dell'incontro che il 15 a Parma Federico Pizzarotti terrà con gli aspiranti amministratori locali in competizione il 25 maggio prossimo in diversi comuni anche nel riminese, con grosse possibilità di farcela o quantomeno arrivare al ballottaggio, a partire da Riccione. "Un appuntamento sulla scia di quanto fatto anche lo scorso anno su richiesta di chi ha la non vana speranza di diventare sindaco. Pizzarotti mette in comune le esperienze accumulate in due anni partendo da zero, un breviario di amministrazione. Non si può dire che non abbia qualcosa di utile da dare. Anche lì la cosa si è risolta. Se c'è un problema Grillo ti chiama direttamente, lui gestisce le cose di persona". Ecco, magari molto meglio da qui in avanti prima telefonare e solo successivamente, se proprio fosse necessario, twittare.