Rapporto 2013 sull'economia riminese, la crisi e l'eccellenza
Probabilmente perché i numeri non erano per nulla confortanti, la presentazione del Rapporto 2013 sull’economia riminese, promosso dalla Camera di Commercio e dalla Fondazione Carim e giunto quest’anno alla sua ventesima edizione, ha voluto iniettare nell’opinione pubblica una buona dose di ottimismo mettendo in primo piano alcune aziende del territorio che si sono distinte per l’internazionalizzazione dei mercati, per i processi di innovazione, per la valorizzazione delle risorse umane.
È così emersa una fotografia a doppia facciata dell’economia di Rimini: da una parte la crisi che nel 2013 si è sentita forte; dall’altra alcune punte di eccellenza che testimoniano la presenza di una imprenditoria dinamica che sa fare i conti con il mercato e con le sfide poste dai tempi.
Emblematica da questo punto di vista è la storia di Manuel Mandelli, 33 anni, che nel 2010 ha lanciato il sito Yalla Yalla con il quale vengono venduti i pacchetti vacanza dei principali tour operator. Dopo la laurea, quando pensava di poter entrare nell’azienda metalmeccanica di famiglia, questa ha chiuso per colpa della crisi. E così ha lavorato per alcune società nel settore del turismo fino a quando nel 2010 ha deciso di mettersi in proprio lanciando Yalla Yalla, una società che adesso ha 30 dipendenti in larga parte donne. Grazie all’accordo con 50 tour operator offre 350 mila proposte di viaggio in più di 400 località del mondo.
Altrettanto interessante è la storia del colorificio MP di Viserba i cui prodotti, molto apprezzati all’estero anche se costano in media dal 50 al 200 per cento in più di quelli locali, sono utilizzati per decorare il Palazzo Versace di Dubai e le suite a cinque stelle dei Mariott Hotel. Senza dimenticare il caso della ditta Celli che è diventata leader nel mondo degli impianti di spillatura delle birra e delle bibite gasate, che da subito ha puntato sui mercati esteri e che è stata costretta a trasferirsi da Rimini a San Giovanni in Marignano perché non aveva la possibilità di ingrandirsi. Oppure la pasta Canuti, un prodotto artigianale tipicamente riminese, che adesso raggiunge i consumatori in larga parte dell’Europa, fino al Giappone e agli Stati Uniti. O la New Factor che vende le lattine di arachidi ai cinesi che sono il maggior produttore mondiale. Insomma una miscela positiva che unendo tradizione, innovazione, ricerca della qualità permette a queste e altre aziende (sono state presentate 12 case history) di stare sul mercato anche in questi anni di crisi.
Quella crisi di cui parlano in modo inequivocabile i numeri contenuti nel Rapporto. In un anno il tasso di disoccupazione nella provincia di Rimini è passato dal 9,8% del 2012 all’11,5% del 2013, ponendo il nostro territorio su valori nettamente superiori a quelli registrati in media in Emilia Romagna (8,5%). Fra i giovani la situazione è ancora più drammatica: nella classe di età 15-29 anni si arriva al 25%. Nel corso del 2014 gli avviamenti al lavoro sono calati del 12,5%, la flessione più pesante dal 2009 in poi. È diminuito dell’1,6% il ricorso alla Cassa Integrazione, ma sono aumentate le ore di quella in deroga perché molte aziende non possono più attingere a quella ordinaria. Il numero delle ore resta elevato (più di nove milioni) il che fa prevedere pesanti riflessi occupazionali nel breve periodo.
L’altro punto critico della congiuntura economica è quello del credito. Il Rapporto conferma che gli impieghi sono calati (3%) e invece sono aumentati i crediti in sofferenza (+41%9).
Quanto riguarda le principali variabili dell’industria manifatturiera sono tutte con il segno negativo: produzione -2,4%, fatturato -2,3%, ordinativi -2,3%. Di positivo c’è un lieve incremento delle esportazioni (+03%): come aveva già rilevato il rapporto congiunturale dell’Associazione industriali le aziende che risentono meno della crisi sono quelle che hanno sviluppato l’internazionalizzazione.
Ed infine è negativo anche il saldo sul numero delle imprese, che sono scese dello 0,7%.
Per il futuro previsioni prudenti. Il rapporto stima che negli anni 2014-2016 il tasso medio di crescita in provincia di Rimini sarà dell’1,1%, inferiore rispetto a quello atteso per l’Emilia Roma (+1,5%) e per l’Italia (+1,3%).