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Alberghi più grandi e “rottamazione”: Galli lancia il sasso nello stagno

Venerdì, 09 Maggio 2014

2bAlberghi più grandi e “rottamazione”: Galli lancia il sasso nello stagno

 

L’assessore al turismo della provincia, Fabio Galli, con un post su Facebook rilancia un tema che da anni attraverso il dibattito sul turismo, senza mai approdare a qualcosa di definitivo e concreto. Il tema è quello della riqualificazione del settore alberghiero. A suggerire a Galli di intervenire sono alcuni fatti di questi ultime settimane. Innanzitutto, l’andamento catastrofico delle presenze nel primo trimestre del 2014. I primi tre mesi dell’anno si sono conclusi con un complessivo -15,3 per cento di presenze. Nei singoli mesi la situazione è questa: marzo ha chiuso con un -30,6 per cento, febbraio con un -12,9, solo gennaio si salva con un + 5,7. Questi sono dati riferiti all’insieme delle strutture ricettive: se si prendono in esame solo gli alberghi il dato è ancor più negativo. L’assessore Galli ipotizza che «i dati preoccupanti dell’occupazione nei primi tre mesi del 2014 siano anche spiegabili con una, almeno apparente, flessione nel numero di strutture annuali rispetto al recentissimo passato». È forse più logico pensare che se ci sono meno alberghi aperti, si riempiano di più quelli in attività. Un potenziale turista non rinuncia a venire a Rimini perché il suo albergo è chiuso, cerca da un’altra parte. Il drastico calo di presenze è piuttosto frutto della crisi che ha colpito i viaggi aziendali, la partecipazione alla fiera, l’organizzazione dei congressi. 
Ma nell’analisi di Galli entrano anche le polemiche suscitate da dumping sui prezzi delle notti in albergo e sulle operazioni di Polizia e Finanza contro specifici elementi a forte rischio di ‘inquinamento’ da parte della criminalità organizzata. «Situazioni, - osserva l’assessore - eterogenee, in cui si mischiano pere e mele, ma che contribuiscono alla percezione di uno stato di profonda delicatezza, un bivio, per il settore che da sempre è la spina dorsale dell’offerta turistica riminese. Probabilmente è una percezione distorta e la salute è migliore del (presunto) aspetto. Ma proprio perché si tratta di percezioni, ipotesi, impressioni, forse sarebbe giusto affrontare il dibattito sul futuro del comparto ricettivo nell’ambito deputato a farlo: il piano strategico».
L’assessore provinciale resuscita uno strumento di programmazione che ormai tutti hanno dato per defunto, primo fra tutti il sindaco Andrea Gnassi che l’ha affossato con il Masterplan.
Galli è invece convinto che di questa cosa (cioè dei fare problemi dell’offerta alberghiera riminese) «si debba discutere proprio in quella sede, ideale e allargato ‘think tank’ pubblico e privato».
«E’ sufficiente peraltro – argomenta Galli - rileggersi il documento finale del Piano Strategico per (ri)scoprire come l’argomento sia tutt’altro che tabù. Capitolo 1.5 “riqualificazione del comparto turistico-ricettivo”: tra le altre azioni indicate dai forum c’è la “crescita dimensionale delle imprese alberghiere (accorpamento)”, il “mantenimento della complessiva capacità ricettività territoriale” e la “rottamazione delle strutture chiuse o obsolete, da attuarsi anche con la perequazione e la premiazione”. » Galli sembra assumere una posizione interlocutoria: «Giusto? Non giusto? Comunque è il momento che se ne discuta. E avere un Piano strategico credo aiuti in questo senso». Il suo comunque è un sasso gettato nell’attuale stagno dell’urbanistica riminese.

 


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