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Privatizzazione Rimini Fiera. Le precisazioni di Lago, Rimini Holding

Martedì, 20 Maggio 2014

8bPrivatizzazione Rimini Fiera. Le precisazioni di Lago, Rimini Holding

Anche nel recente dibattito su Acquarena e la variante Prg il fantasma ha più volte ondeggiato sull’aula del consiglio comunale.  Il fantasma è stato evocato o per esorcizzarlo o per dichiarare la propria ostilità nei suoi confronti. Il fantasma è quello della privatizzazione di Rimini Fiera, che non è più un argomento accademico o da discussione in salotto da quando i soci di Rimini Congressi (la società che detiene il pacchetto di maggioranza della società fieristica) ha valutato che l’esigenza di pagare i debiti contratti per il Palacongressi comportasse la vendita, anche della quota di maggioranza, di Rimini Fiera.  Decisione presa nel dicembre scorso. Adesso i nodi cominciano a venire al pettine. «Entro due settimane – afferma Umberto Lago, amministratore di Rimini Holding, la società che detiene le partecipazioni del Comune – gli organi deliberanti dei tre soci pubblici dovranno pronunciarsi sul quarto supplemento dell’accordo economico-finanziario che regge il finanziamento del Palacongressi».
Ciò significa che, prima in commissione e poi in consiglio comunale, arriverà la nuova versione dell’accordo che tiene conto del fatto che i tre soci pubblici (Comune, Provincia e Camera di Commercio) non riescono a far fronte al mutuo di 46,5 stipulato con Unicredit. Allo stesso modo l’accordo dovrà essere valutato e approvato dai rispettivi organi di Provincia e Camera di Commercio.
La principale novità del nuovo supplemento di accordo è la possibilità di procedere alla privatizzazione anche per una quota di maggioranza del capitale sociale. Contestualmente si dà il via libera ad un bando di gara per l’individuazione di un advisor che, dopo opportuna indagine di mercato, dica ai tre soci pubblici se c’è qualcuno interessato a investire su Rimini Fiera e a quali condizioni. «Si parla di un advisor con competenze , – precisa l’amministratore Lago – quindi il mercato di riferimento è quello globale, anche perché è più facile che i potenziali investitori siano all’estero».
La rata annuale di ammortamento del mutuo si aggira intorno ai 3 milioni e 600 mila euro.  Per il 2014 con Unicredit è stato raggiunto un accordo di stand still, cioè di sospensione di pagamento della rata, purchè entro l’anno Rimini Congressi si presenti con qualche novità sul fronte acquisizione nuovi soci privati. Insomma, la sospensione è solo per il 2014 e dal 1 gennaio 2015 bisogna ricominciare a pagare.  «Ciò che prevede il supplemento di accordo è l’unica strada percorribile – precisa Lago – Se qualcuno non è d’accordo deve anche dire quali sono le strade alternative. Al momento non se ne vedono».
Il presidente della Fiera, Lorenzo Cagnoni, in verità ha riscaldato gli animi annunciando che presto ci saranno di nuovo i dividendi, lasciando intendere che di privatizzare non c’è bisogno. «I dividendi – commenta Lago - sono annunciati per il 2017, restano due anni in mezzo, il 2015 e il 2016. Come si risponde per questi due anni? I soci per una ragione o per l’altra non sono in grado di pagare». In effetti la somma da trovare non è indifferente, più di sette milioni di euro, con un socio, la Provincia, che con tutta probabilità non avrà più risorse finanziarie.
Un’altra opinione che trova accoglienza nella politica locale e negli ambienti di Rimini Fiera è che questo non è il momento di privatizzare, che non bisogna svendere un patrimonio come quello della Fiera. «Questa è un’osservazione fondata – afferma Lago – Ma la nostra intenzione non è di vendere ad ogni costo. Innanzitutto porremo delle condizioni: che le manifestazioni fieristiche rimangano a Rimini, che si conservi un legame vitale con il territorio. Si chiederà inoltre che il socio pubblico, sebbene in minoranza, abbia voce in capitolo sulle scelte importanti. E quanto al prezzo, certo che valuteremo se sarà congruo o meno. Se il prezzo offerto non sarà soddisfacente, non si venderà, si tornerà dalla banca e si studierà una strada alternativa».

 

 
 
 

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