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Economia riminese ancora nel tunnel della crisi

Venerdì, 06 Giugno 2014

2bEconomia riminese ancora nel tunnel della crisi

 

L’economia riminese (al pari, del resto, a quella italiana) è ancora dentro al tunnel della crisi. I dati aggiornati sono stati resi noti nel corso della dodicesima edizione della Giornata dell’Economia, ultimo atto di Manlio Maggioli prima di lasciare la Camera di Commercio.


Per capire quanto siamo ancora dentro al tunnel, basta osservare il dato degli avviati al lavoro nel primo trimestre 2014: rispetto all’anno precedente il calo è del 18,8%. I contratti di lavoro che vengono siglati sono a stragrande maggioranza (60,9%) a tempo determinato, mentre i rapporti a tempo indeterminato si assestano intorno al 7,6% (nel primo trimestre 2013 rappresentavano l’8,4%9). Ancora più drammatico è l’indicatore della Cassa Integrazione: nel primo quadrimestre 2014 il suo utilizzo è cresciuto del 30,4% rispetto allo stesso periodo 2013. Andando nel dettaglio si vede che è diminuita l’ordinaria, mentre sono cresciute la straordinaria e quella in deroga.


A soffrire la situazione sono soprattutto i giovani, sia che si dedichino ad una attività imprenditoriale sia che cerchino un lavoro come dipendenti. Sono in costante diminuzione gli imprenditori under 30: in un anno -0,6% e addirittura -17,7% se si considera l’ultimo quinquennio. Il tasso di disoccupazione è all'11,5 ma per i giovani dai 15 ai 29 anni sale al 25,5%.


Nessuna buona notizia neppure sul fronte delle imprese attive: nel
primo quadrimestre del 2014 sono 34.923 contro le 35.633 dello stesso periodo dell’anno precedente, con un calo del -2,0%. Quanto a iscrizioni e cessazioni di impresa, nei primi quattro mesi del 2014 in provincia di Rimini le cessazioni, con 1.622 unità, hanno largamente superato le iscrizioni, arrivate a 1.153, determinando un saldo nati-mortalità delle imprese molto negativo (-469 imprese).


Le difficoltà del credito rappresentano l’altra faccia della medaglia. I dati della Banca d’Italia, aggiornati al primo trimestre 2014, evidenziano un calo degli impieghi alle imprese del 2,2% su marzo 2013, con la variazione peggiore nel settore edile (-21,9% di impieghi ). A questi si aggiungono i dati allarmanti sulle sofferenze bancarie che in provincia di Rimini al 31 dicembre scorso ammontavano a 1.365 milioni di euro (erano 927 milioni al 31/12/12), con un incremento del 47,2% rispetto all’anno precedente.


Anche dal settore trainante l’economia locale, ovvero il turismo, non c’è andamento positivo. Nei primi quattro mesi dell’anno a fronte di un lieve aumento di arrivi (+0,2%, distinti fra +2,1% di arrivi italiani e -6,1% di arrivi esteri) si registra una diminuzione di presenze del -3,1%; (-0,4% per le presenze italiane e -9,0% le presenze estere). Il dato più evidente è la forte diminuzione degli stranieri, che si registra per la prima volta negli ultimi anni.


Per fortuna le previsioni inducono ad un cauto ottimismo. Aggiornati al maggio 2014, gli scenari previsionali indicano in particolare la crescita del tasso medio annuo del valore aggiunto che toccherà +1,2%, inferiore al valore atteso medio annuo del +1,5% per l’Emilia-Romagna e uguale a quello previsto per l’Italia; e un incremento dell’export in misura media annua del 4,0%, presentando però una crescita inferiore rispetto al trend regionale (+5,3%) e nazionale (+4,5%). Rispetto al mercato del lavoro, nei prossimi due anni si evidenzierà una minima crescita degli occupati quantificabile in un +0,2% medio annuo, variazione inferiore a quella che si registrerà sia in ambito regionale (+0,5%) che in ambito nazionale (+0,3%); tale incremento, però, si verificherà solo a partire dal 2015 mentre nel 2014 si registreranno, purtroppo, valori ancora negativi (-0,6% rispetto al 2013).


La giornata dell’economia è stata anche l’occasione per presentare l’analisi degli ultimi tre bilanci depositati da parte di quasi 3.000 imprese della provincia di Rimini che hanno la forma giuridica della società di capitali (spa, srl o sas).
L’analisi mette in evidenza un andamento positivo del fatturato che mostra una generalizzata crescita in quasi tutti i macrosettori, con particolare riguardo all’Agricoltura e al Commercio, Tale crescita è però riferibile al biennio 2010-2011, mentre il biennio più recente 2011-2012 evidenzia una stasi e, in taluni casi, addirittura una contrazione. Perde invece il settore delle Costruzioni (-5,1%).


Per quanto attiene alla redditività delle imprese, l’analisi evidenzia invece una visibile contrazione nel rendimento del capitale proprio, misurato dall’indice ROE, che passa da +3,60% nell’anno 2010, a +3,42% del 2011, per scendere significativamente nel 2012 ad un valore negativo di -0,27%. Il settore che appare più in sofferenza è quello delle Costruzioni mentre il settore con maggiore stabilità e redditività sempre positiva è quello del Commercio, mentre gli altri settori sono molto prossimi allo zero. Occorre sottolineare che quando si parla di commercio ci si riferisce non tanto alla rete dei piccoli negozi (che notoriamente da anni è in sofferenza) quanto alle grandi imprese, dove spiccano le performance di aziende internazionali come la Teddy.


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