Rimini | Patto di stabilità, Brasini: l'assessore dalle mani legate
Ciò che si potrebbe fare e non si fa a causa del patto di stabilità. L'assessore virtuoso Gian Luca Brasini, incoraggiato da un servizio del Sole 24 ore e stuzzicato anche da un intervento del consigliere regionale Marco Lombardi interviene su investimenti e pagamenti.
"Il paradosso dei paradossi, se si pensa che mai come in questo momento i Comuni avrebbero la necessità di pianificare investimenti per far ripartire le città e dare ossigeno alle imprese del territorio. E invece, se un Comune decide di rispettare l’impegno preso violando il patto di stabilità, rischia una sequenza di provvedimenti e divieti nemmeno immaginabili. Rimini, pur nelle difficoltà, è ancora un’isola “felice”. Anche i Comuni più virtuosi però, se si continua di questo passo, dovranno alzare bandiera bianca: se prima il patto di stabilità impediva all’Amministrazione di pagare le fatture, pur avendo la liquidità necessaria per farlo, adesso il rischio concreto è che sui tavoli della ragioneria non arrivino più fatture da pagare, dato che il freno ai pagamenti ha avuto come naturale conseguenza il rallentamento della programmazione e dell’avanzamento dei lavori. Una sorta di perversa ‘fase 2’ di un problema enorme per i Comuni italiani che va a peggiorare una situazione già grave e che negli scorsi anni vedeva, per il solo Comune di Rimini, congelati o inutilizzati diversi milioni di euro in cassa, con i quali si potevano concretizzare interventi di riqualificazione urbana lungo la costa e nell’entroterra".
E' il patto di stabilità e non la cattiva gestione, quindi, che "strangola", anche gli enti più virtuosi, le azienda e "toglie al territorio la possibilità concreta di mettere in atto le azioni e i progetti necessari al rilancio e allo sviluppo. Questo però aumenta il rammarico su ciò che si potrebbe fare e non si fa a causa di un patto di stabilità che se è nato con una ‘ratio’ precisa, adesso mette in mostra tutti i suoi limiti e le sue contraddizioni".