Fiere e congressi, Cagnoni: la privatizzazione "non s'ha da fare". Halcombe in volo verso Rimini, con scalo a Forlì. Moretti: Camere unite per affrontare i tagli del governo. Milano Finanza sulle Carisp romagnole
Convention bureau nelle mani della Fiera. Entro fine mese la società di gestione del palacongressi di Rimini sarà internalizzata (Corriere).
I numeri: Cb "chiude i primi sei mesi dell’anno in perfetta linea con le previsioni: 4 milioni e 741mila euro di fatturato e un margine operativo lordo di 97mila euro" (Corriere).
Re Lorenzo: No alla privatizzazione. Di traverso, questa è la posizione di Lorenzo Cagnoni, presidente del gruppo RiminiFiera, rispetto all'ipotesi caldeggiata da Mario Ferri e Sergio Gambini (scortati in ciò dall'associazione Dreamini) da un lato, e sindaco e assessore al bilancio del comune di Rimini (ma scarsamente convinti in realtà) di privatizzare il settore (Corriere).
Il rischio. Secondo Cagnoni correre a privatizzare ad ogni costo e nel più breve tempo possibile non è una necessità perché ormai, dice, i conti non lo richiedono, ma soprattutto sarebbe una mossa sbagliata: significherebbe svendere (Corriere).
Aeroporto. L'investitore americano. A colloquio con Robert Halcombe. Per Miramare promette un piano di sviluppo in armonia con gli altri aeroporti regionali (sua l'unica offerta arrivata per il Ridolfi di Forlì), contatti con nove compagnie russe, i soldi di un fondo statunitense da investire per riqualificare servizi e commerciale del Fellini (Carlino, Corriere).
Camere unite. L'ipotesi è al vaglio degli enti camerali romagnoli. L'idea è quella di "unire le forze per non morire" dopo la scelta del governo di tagliare del 50 per cento i diritti camerali, ovvero la tassa versata annualmente dalle imprese iscritte (Nuovo Quotidiano). La confidenza è del nuovo presidente dell'ente riminese, Fabrizio Moretti.
I conti in tasca. "Nel 2013 su 12.084 milioni di euro incassati dalla Camera di commercio riminese 9.869 milioni sono stati di diritti annuali. Ciò significherebbe che in caso di dimezzamento si scenderebbe sotto quota 5 milioni di euro" (NQ).
Casse integrate. Lo dice Milano Finanza. La notizia è che il progetto di fusione delle Casse di risparmio di Rimini e Cesena si stia allargando a quelle di Cento e Ferrara. E sembra che anche Ravenna sia interessata (LaVoce).
Il punto di partenza. Cesena è convinta del passo da compiere, dopo l’incorporazione di Banca di Romagna, Rimini è in preda al dibattito tra banca e fondazione, Ferrara è in attesa, entro la fine del mese, dell’offerta da parte di Banca Popolare di Vicenza (LaVoce).
L'ipotesi. "Prevederebbe in un primo momento la confluenza delle quattro realtà in una maxi-holding, con un’unica struttura federale capace di garantire, almeno nelle fasi iniziali, l’autonomia e l’indipendenza delle singole banche, per poi aumentare sempre di più la collaborazione fino, magari, alla fusione" (LaVoce).