...questa invece la realtà
L’ultimo giorno è il 30 aprile. Entro quella data la Sab, società che gestisce l’aeroporto di Bologna, dovrà dire se intende o no presentare un piano per il salvataggio degli aeroporti di Forlì e Rimini. La Sab è stata infatti incaricata dalla Regione, che si è impegnata nel salvataggio di entrambi gli scali romagnoli, di elaborare una proposta di alleanza partendo dall’analisi delle situazioni finanziarie di tutti e tre gli scali. I tempi sono stretti e gli intoppi non mancano, con qualche rimbalzo di responsabilità. Aeradria, per esempio, avrebbe inviato già da diverse settimane i documenti necessari a Bologna, ma la Sab da parte sua lamenterebbe ritardi.
La questione in gioco è anche un’altra, ovviamente irrisolta: la società degli aeroporti romagnoli sarà a tre o a due? Vista da Forlì, Rimini viene considerata fuori dai giochi a causa delle divergenze tra le due piccole degli ultimi mesi. Dal canto suo, la Provincia di Rimini ha dichiarato di essere semmai interessata a un accordo con Bologna (sottintendendo ‘non con Forlì’).
Le novità delle ultime ore rivelano un destino in bilico del Ridolfi. Si apprende, infatti, dall'edizione bolognese del quotidiano La Repubblica che il piano industriale da mesi allo studio di Armando Brunini, direttore della Sab, nelle prossime ore illustrato ai consiglieri, manifesterebbe dubbi rispetto all'utilità di un'unione con Forlì, scalo troppo piccolo per salvarsi e soprattutto in continua perdita. L'ipotesi più accreditata, dunque, nelle ultime ore, sembra quella della società a due e più precisamente del matrimonio tra Bologna, hub principale che manterrebbe le grandi compagnie e la Ryan Air, con Rimini, che accoglierebbe le altre low cost (e se l’unione andasse in porto inizierebbe una forte campagna per l’acquisto delle compagnie che ora mancano all’appello). A fare da ‘bravi’ in questo matrimonio dei cieli potrebbero però essere i 5milioni di costo per Bologna nel caso di addio a Forlì, per via di una fidejussione.
Per la Regione non è cambiato nulla: almeno ufficialmente nessuno è escluso dalla partita. I tempi sono lunghi sì, ma è per permettere ai tecnici di fare bene i conti prima degli incontri politici, almeno secondo l’assessore Peri. Nulla di strano, quindi. In campo è sceso anche Vasco Errani che avendo intuito quale sia il nocciolo duro della questione cerca di premere sul presidente della Camera di commercio di Bologna, tra i maggiori azionisti di Sab, e punta alla Saer, la rete degli aeroporti dell’Emilia Romagna, per ridurre la frammentazione. In Provincia, tuttavia, i telefoni piangono, invece di squillare, per lo meno quello del presidente Vitali.
Dal punto dei passeggeri, Bologna è cresciuta nel 2011 sfiorando i sei milioni, trend interrotto drasticamente nei primi quattro mesi 2012 e un brutto meno 10,9 per cento da gennaio. Nessuno sa perché e intanto si mettono in preventivo 23milioni per il restyling. La Sab ha chiuso il 2010 con un utile di 4,5 milioni. Record negativo per il Ridolfi di Forlì, gestito dalla Seaf, che nell'ultimo mese ha registrato 92 passeggeri nazionali con buco nel 2010 di quasi 10 milioni di euro. Dal canto suo Aeradria, Enac permettendo, conta di superare nel 2012 il milione di passeggeri. La società di gestione dell’aeroporto internazionale Fellini, alle prese con i creditori (Cooperativa Braccianti e Pesaresi hanno minacciato di fare causa per il milione e 321 mila euro di lavori alla malconcia pista quest’estate), ha da poco ottenuto un prefinanziamento pari al 10 per cento del mutuo di 21 milioni di euro richiesto alle banche. E’ fiduciosa di racimolare anche il resto e intanto il bilancio 2011 sembra slitterà di due mesi proprio in attesa dell’ok delle banche. Il buco per Aeradria nel 2010 era di 2,6 milioni, per un volume di affari di 10 milioni.
C’è poi da tenere in considerazione il Piano nazionale aeroporti. In occasione di una risposta ad una interrogazione parlamentare in marzo, il sottosegretario all’Economia, Gianfranco Polillo parlando di un gruppo di scali in cui vengono citati anche il Verdi di Parma e il Fellini di Rimini, spiega che “è necessario arrivare rapidamente ad un piano aeroporti che riesca a selezionare gli scali di carattere internazionale e nazionale rispetto a quello di valenza locale”. E aggiunge che “si tratta di realtà in parte diverse e che dovrebbero essere affrontate una per una anche se hanno la caratteristica comune di essere considerati tutti piccoli aeroporti. L’evoluzione tecnologica ha cioè fatto sì che, mentre negli anni passati questi piccoli aeroporti erano una risorsa essenziale per quanto riguardava le vie di comunicazione, oggi c’è una concorrenza molto maggiore con altro tipo di trasporti”, ovvero il Tav.
L’incontro al vertice per decidere i destini degli aeroporti di Romagna e forse anche dell’Emilia è previsto nei prossimi giorni, l'ultima parola spetta ai soci Sab (ben 16), che si riuniranno entro la fine del mese. Grandi azionisti sono Camera di Commercio, Comune, Regione e Provincia, tra i privati Unicredit.
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