Turismo, luglio: in tre anni perse a Rimini 340 mila presenze
Se ci si dovesse attenere semplicemente al nudo dato statistico complessivo, fino ad oggi – cioè da gennaio a luglio – la stagione turistica non è andata troppo male. Il saldo delle presenze è negativo (-0,7%) ma considerando come sta arretrando l’economia italiana, fra recessione, inflazione e disoccupazione, bisognerebbe forse non lamentarsi. Ma le statistiche su arrivi e presenze non dicono tutto, e sarebbe quanto mai necessario confrontarle con i bilanci delle aziende e con il margine che le aziende riescono a realizzare in questi tempi di magra. E allora quel -0,7 assumerebbe un altro valore.
Luglio negativo
Intanto esaminiamo i dati disponibili sul sito della Provincia. Cominciando dal mese di luglio che nella percezione degli albergatori è stato un pianto, per via soprattutto del maltempo. Luglio in effetti chiude con un secco -2,% di arrivi e di presenze. Le presenze straniere (-2,8%) calano di più di quelle italiane (-1,7%). Visto il calo anche negli arrivi, gli amministratori pubblici questa volta non potranno ripetere il mantra che la Riviera comunque conserva un certo appeal.
Luglio non è andato ovunque nello stesso modo. Bellaria Igea Marina chiude con un +0,3, Cattolica con un +0,4, Misano Adriatico con +2,1, Riccione cede un 3,4 mentre Rimini registra un calo del 3,1. Sono insomma le due “capitali” che hanno sofferto di più, e questo non è un bel segnale.
Anche guardando complessivamente i primi sette mesi dell’anno si vede che Rimini (-2,8) e Riccione (-0,5) sono in perdita, mentre le altre tre località della costa hanno un saldo decisamente positivo: Bellaria +1,1, Cattolica +3,5, Misano addirittura +7,6.
Tornando a luglio, è preoccupante la serie storica. Rimini nel 2012 aveva perso il 3,6%, nel 2013 le è mancato un 1,6 e nel 2014 ha perso il 3,1. Poiché nel 2011 le presenze erano state 2.061.423 e nel 2014 ne ha contate 1.716.943, significa che in tre anni nel mese di luglio a Rimini sono state perse più di 340 presenze. Viene da chiedersi dove stia il sempre citato effetto traino della Notte Rosa. Stando ai dati, proprio non si vede.
Quote di mercato
E interessante osservare come sono andati i singoli segmenti di mercato. Sul mercato italiano Emilia Romagna, Lombardia e Veneto si confermano i principali bacini di utenza della Riviera. Il turismo proveniente da queste tre regioni ha infatti un saldo positivo sia negli arrivi che nelle presenze. Emiliano romagnoli e lombardi rappresentano, rispettivamente, il 12,1% e il 25,3% dell’intero mercato turistico. Se si prende in esame il solo mercato italiano le due regioni rappresentano da sole il 50%. Sono invece in calo le regioni del sud che negli anni scorso avevano garantito un apprezzabile flusso turistico, soprattutto a motivo dei parchi divertimento. La permanenza media degli italiani è di 4,5 notti. Complessivamente l’Italia rappresenta il 73,3% del mercato turistico di Riviera di Rimini.
E ora l’estero, sempre riferito ai primi sette mesi dell’anno. La Russia si conferma il primo bacino, ma con preoccupanti segnali negativi – 12,8% di arrivi e -5,4% di presenze. Meno in sofferenza, ma comunque con un segno negativo, appare la Germania: -2,3% di arrivi e -3,6% di presenze. Fra i paesi dell’est europeo si segnala l’ottima performance della Polonia con un +21,8% di presenze, anche se in termini assoluti si tratta di 90 mila notti, meno di un quindi di quelle russe. Fra i paesi scandinavi l’unico in crescita è la Danimarca, la Francia è sostanzialmente stabile e la Svizzera cresce di un 2,9%. Anche la media permanenza degli stranieri è di 4,5 notti, tuttavia, vista la loro importanza, va segnalato il 5,8 dei tedeschi, il 5,9 dei francesi e il 5 dei russi.
Su base annua nel 2013 la permanenza media era stata di 6 notti per italiani e stranieri: vedremo se negli ultimi cinque mesi dell’anno ci sarà un recupero.
Quanti anni hanno i turisti
Le statistiche sul sito della Provincia offrono anche un grafico interessante sull’età dei nostri turisti. Si apprende così che il segmento di età che va dai 26 ai 40 anni che dovrebbe rappresentare le famiglie con bambini (a quell’età si è genitori e i figli possono essere ancora piccoli da portarli in vacanza) rappresenta il 24,2% del nostro mercato (cinque punti in più rispetto alla media della popolazione italiana). I giovani sono il 16,1 (anche in questo caso quasi il 5 per cento in più), mentre i maturi, cioè le persone dai 40 ai 65 anni, rappresentano lo zoccolo duro con il 35%, più o meno come in Italia. I turisti bambini sono il 13,2 per cento mentre gli italiani da 0 a 12 anni sono circa il 12 per cento. I turisti che vengono a Rimini con più di 65 anni sono l’11 per cento, mentre questa fascia di età in Italia rappresenta il 21,1 per cento. Possiamo dire che Riviera di Rimini è ancora un luogo per giovani e per famiglie con bambini, lo è meno per anziani.