Elio Tosi testimonial di Rimini a Enologica
Continua il viaggio lungo la via Emilia di “Enologica - Salone del vino e del prodotto tipico dell’Emilia Romagna” (Bologna Palazzo Re Enzo 22 - 24 novembre – 2014), la rassegna curata da Giorgio Melandri con Enoteca Regionale Emilia Romagna, alla ricerca dei personaggi che hanno reso grande il mondo del vino e del cibo di questa regione. A raccontare Rimini, Emilio Tosi
A Rimini Elio Tosi, 84 anni portati in modo impeccabile, un “format” dell’accoglienza e dell’ospitalità se lo è, infatti, più di cinquant’anni fa, nel 1952, in uno dei locali icona dell’intrattenimento del nostro Paese, l’Embassy. Quando Tosi ne diventa direttore, il locale ospita concerti, spettacoli e un bar ristorantino. La sua intuizione è semplice e di successo: unire a quanto c’è già, l’alta ristorazione. “Siamo partiti con 20 coperti e siamo arrivati a 250, sempre affollati”, ricorda Elio Tosi. In cucina c’è sua moglie, prepara la pasta fresca: tagliatelle, taglioni, strozzapreti. Si usa solo il mattarello, nessuna macchina e bisogna cucinarla in giornata. In sala camerieri dagli abiti perfetti e perfettamente rasati. Accoglievano con un sorriso, spostando la sedia alle signore e portavano subito il menù. Mai fare aspettare un ospite. “Per un paio di decenni sono andato ogni giorno a fare la spesa. Alle 6 di mattina il pesce e poi le verdure. Nel pomeriggio arrivavo fino a Cesenatico perché i calamaretti per la frittura li trovavi lì, dove avevano barche più piccole, adatte a quella pesca. Se non hai una grande volontà e non ti piace quello che fai, non credo sia possibile riuscirci”.
E la cucina all’Embassy trova nel pesce la sua materia prima d’elezione. “Un rombo in crosta è e rimane in piatto buonissimo. Deve avere una bella pezzatura ed essere freschissimo. Ogni volta che arrivavo davanti all’Embassy scaricavo le cassette di pesce davanti al locale e le lasciavo lì una decina di minuti. Un sacco di gente si fermava a vedere conocchie e mazzancolle che si muovevano e i rombi che saltavano ancora. Mi chiedevano ma si mangiano nel suo ristorante? Ho conquistato più clienti con il loro passa parola che con una campagna pubblicitaria”.
Nel 1962 Tosi inizia a dirigere un altro locale storico della “dolce vita” della riviera riminese, il “Paradiso”, in cima alla collina di Covignano. Ripropone la stessa formula, i tavoli sono meno ma “curati maniacalmente”: regina della sala è la lampada. Si preparano in sala piatti flambé, filetti e crepes suzette. “Offrivamo un servizio veramente innovativo: per la prima volta si poteva mangiare, ballare e ascoltare l’orchestra nello stesso spazio”. Il ritorno all’Embassy è nel 1968 e da lì una lunga volata fino al 2009, anno in cui Tosi decide di chiudere. Ma qualcosa di lui evidentemente in famiglia è passato. Il figlio Marco è stato il Patron dell’Acero Rosso, il primo locale riminese a portarsi a casa la stella della Guida Michelin. Oggi l’Embassy ha riaperto. Il format è diverso un po’ negozio, un po’ bar e ristorante. A pensarlo sono stati alcuni giovani imprenditori riminesi. Formula differente ma stesso obiettivo: accogliere bene e soddisfare il tuo ospite. Il Dna di Rimini.