Rimini Fiera, tornano gli utili e Cagnoni attacca gufi e rosiconi
Il 2014 per Rimini Fiera si chiude in positivo, entro il 2015 sarà saldato il debito per la costruzione del nuovo quartiere, i numeri confermano il business plan, è stata venduta l’area di via della Fiera. Il presidente Lorenzo Cagnoni si è presentato alla conferenza stampa di fine anno con l’intenzione di togliersi molti sassolini dalle scarpe e di cantarle e suonarle a gufi e rosiconi. Sollecitato da Inter-Vista, ne ha anche per i sostenitori ad oltranza della privatizzazione: “Siamo la migliore gestione in campo nazionale, di solito si privatizza quando un’azienda è boccheggiante”.
Il primo sassolino che Cagnoni si toglie è quello di chi aveva manifestato scetticismo nel confronti del business plan triennale 2014-2016. Al termine del primo anno, il fatturato è di 67,1 milioni, l’EBITDA di 11,5 e il risultato netto, dopo aver pagato le tasse, vede un utile di 2,7 milioni (più del previsioni del business plan, 2,4). Per il 2015 si prevede un fatturato di 74,5 milioni di euro e un risultato netto di 3,4 milioni, “perfettamente allineato alle previsioni e straordinario nella sostanza”, sottolinea Cagnoni.
Il debito del Gruppo, derivante nella sua quasi totalità dalla realizzazione del nuovo quartiere scende a 7 milioni, dimezzandosi rispetto all’anno precedente (erano 14,9). A fine 2015 resterà da pagare solo 1,5 milioni, e quindi il debito si può considerare estinto.
Cagnoni non ha mancato di sottolineare che questi positivi risultati sono stati ottenuti in un momento di crisi del mercato fieristico che è maturo, ha un eccesso di offerta e una domanda da anni in sofferenza. Alcune fiere – Roma, Bari, Genova – sono in perdita; mentre altre, come Milano, Verona, Bologna, sono avvantaggiate dalla loro posizione e dalla sinergia con il distretto economico di riferimento.
In questo contesto Rimini Fiera ha deciso di investire in ricerca, sviluppo, formazione e internazionalizzazione.
Nel 2014 Rimini Fiera ha incorporato Ttg Italia e Convention Bureau, facendo nascere al proprio interno le business unit del turismo e del congressuale con l’obiettivo di ottimizzare i costi e ottenere maggiori risultati. Nell’anno sono andate bene (crescita di fatturato e visitatori) le manifestazioni leader: Sigep, Rimini Welness, Tecnargilla, Ttg ed Ecomondo. Sono stati consolidati e avviati importanti progetti internazionali: Gelato World Tour, conclusosi a Rimini in settembre, dopo aver toccato Roma, Valencia, Melbourne, Dubai, Austin, e Berlino; World of coffee, portata a Rimini da precedenti piazze mondiali e l’acquisizione, con il più importante editore specializzato del nostro paese, Tecniche Nuove, del FIMAI di San Paolo del Brasile, fiera leader nel settore ambientale. Proprio in questa settimane Rimini è riuscita ad aggiudicarsi la storica manifestazione cesenate Macfrut, ottenuta – ha ammesso Cagnoni – anche grazie a prezzi particolarmente favorevoli.
Nel 2015, riprendendo la tradizione del Sib (il salone della discoteche) sarà lanciato un evento internazionale su musica, strumenti e tecnologie.
Anche nel settore dei congressi qualche spiraglio dopo anni in cui i bilanci non erano positivi: gli eventi ospitati sono passati dai 96 del 2013 ai 103 del 2014 e fra questi il congresso nazionale della CGIL, quello di Federanziani, del Grande Oriente d’Italia e sette convegni di grandi associazioni medico scientifiche italiane. I congressi hanno fatturato 8,2 e la perdita nel 2014 è stata contenuta in 100 mila euro. Ma anche in questo settore gli scenari non sono rosei: è in calo costante la domanda italiana e ancora non si è sufficientemente attrezzati per intercettare questa estera.
Fra le eredità positive del 2014 Cagnoni mette anche la vendita dei terreni di via della Fiera, quelli dove dovrà sorgere la piscina Acquarena del Comune. “Quando tutti – rimarca con un sorrisino Cagnoni – affermavano che non ci saremmo riusciti, abbiamo venduto guadagnando anche 1 milione in più del previsto”. Entro gennaio sarà presentato al Comune il piano convenzionato per dare il via alle opere previste.
Su domanda di Inter-Vista, Cagnoni ha confermato che non sono cambiate le sue opinioni sulla privatizzazione, rispetto alla conferenza stampa del luglio scorso. “I soci pubblici stanno andando avanti con la procedura di ricerca dell’advisor. Saranno loro a valutare se di fronte a questi nostri risultati sarà il caso di insistere o di fare altre scelte. Noi godiamo di ottima salute. È ridicolo affermare che ci sia uno stato di necessità che costringe a privatizzare. Abbiamo la migliore gestione a livello nazionale. Di solito si privatizza quando si boccheggia. Comunque non c’è contraddizione, si può privatizzare anche se la società va bene, saranno i soci pubblici a decidere”.