Rimini | Il rapporto Unindustria su 'ricerca e innovazione'
Ricerca e innovazione, le imprese riminesi ci sono. E' stata presentata oggi l'indagine a cura di Unindustria, assieme anche al bilancio aggregato delle imprese associate. Al convegno, in programma presso il centro congressi SGR, sono intervenuti Andrea Gnassi, sindaco di Rimini, Massimo Pasquinelli presidente Fondazione Carim, Leonardo Cagnoli presidente Uni.Rimini Spa, Paolo Maggioli presidente Unindustria Rimini, Paola Giuri professoressa del Dipartimento di Scienze aziendali Università di Bologna Campus di Rimini, Patrizio Bianchi assessore Formazione, Università e Ricerca Regione Emilia Romagna.
Il bilancio sociale aggregato, alla sesta edizione, vede la partecipazione di 31 aziende associate che contano 7.315 dipendenti e raggiungono oltre 2.077 milioni di fatturato.
Significativa la quota del Valore Aggiunto (cioè la ricaduta sul territorio del valore prodotto) ripartita alle persone che lavorano in azienda pari al 64,5% (354 milioni di euro). A dimostrazione di quanto, nonostante lo scenario critico, persista nelle imprese la volontà di mantenere la capacità produttiva e i posti di lavoro. Il Valore Aggiunto totale nel 2013 è di 549 milioni di euro.
La remunerazione alle Pubbliche Amministrazioni (tasse) sono cresciute del 14% circa. All'erario sono stati versati 72 milioni di euro con una crescita delle tasse statali e locali (+4,21% e +6,69% ). I dati sfatano l'opinione che le imprese non pagano le tasse.
Rispetto al 2012 diminuisce la quota di Valore Aggiunto trattenuta dalle aziende sotto forma di utili e di accantonamenti (da 80 a 35 milioni di euro). Mentre è in crescita (+13%) l'importo destinato ad attività di sostegno alla collettività (da 2.272 a 2.579 valori in migliaia di euro).
Per quanto riguarda le risorse umane, oltre l'86,8% del personale ha contratto a tempo indeterminato (94,1% full time e 5,9% part time). Le ore di formazione sono aumentate del 17,27%.
Continua l'impegno per il rispetto ambientale: +26% (da 23 milioni 926 mila euro a 30 milioni 32 mila euro) le spese per il miglioramento delle performance e di riduzione degli impatti ambientali.
Al questionario dello studio su "Ricerca e innovazione" hanno risposto 168 imprese associate ad Unindustria, di queste il 70% svolge attività di produzione, il 30% si occupa di sevizi. Il 28% del campione opera nel settore metalmeccanico, mentre il 21% appartiene al terziario. Seguono aziende del settore industrie varie, agroalimentare, abbigliamento/tessile ed edilizia.
Le piccole-medio imprese rappresentano il 47% del campione, le micro imprese sono il 26,8%, le medio grandi il 26,2%. Oltre il 90% delle aziende campione supera i 5 anni di attività, oltre il 60% ha più di 15 anni.
Il 46% delle 168 imprese campione introduce innovazioni di prodotto o servizio ed esporta.
Quattro le tipologie di innovazione prese in esame: innovazione di prodotto/servizio, di processo, organizzativa, di marketing.
La percentuale di imprese con internazionalizzazione e rispettivamente innovazioni di processo, organizzative e di marketing è sempre consistente, ma minore rispetto a quella di prodotto/servizio (fra il 31 e il 35%). E’ interessante anche osservare come la percentuale più bassa delle imprese (20%), non risulta aver innovato e internazionalizzato nel periodo. Una buona parte delle imprese risulta o innovatrice o presente nei mercati internazionali.
INNOVAZIONE DI PRODOTTO/SERVIZIO
Il 63% del campione afferma di avere introdotto nuovi prodotti e/o servizi nel biennio 2012-2013, il 7,1% ha considerato la possibilità di introdurre innovazioni di questo tipo, mentre il 29,9% non è stato coinvolto in lanci di nuovi prodotti/servizi.
La dimensione aziendale fa la differenza: infatti, fa le medio-grandi imprese, 4 aziende su 5 (il 71% del gruppo) hanno portato sul mercato nuovi prodotti/servizi.
Delle 94 imprese che esportano, il 72,3% è stato coinvolta in innovazione di prodotto/servizio a fronte del 18,1% che non è stato interessato dal fenomeno. In modo marcatamente opposto, tra le 53 imprese che non hanno esportato, la metà (50,9%) non ha realizzato alcuna innovazione di prodotto/servizio.
Per circa una impresa su tre (31%) i nuovi prodotti/servizi hanno contribuito per una quota non inferiore all’11% dei ricavi. Inoltre, per oltre una impresa su dieci (11,5%), i lanci di nuovi prodotti/servizi hanno inciso per oltre un quarto del fatturato realizzato nell’anno 2013.
Per il 38,9% la commercializzazione di nuovi prodotti/servizi ha inciso marginalmente sui ricavi complessivi.
Il contributo offerto da nuovi prodotti/servizi al fatturato dell’impresa è positivamente associato con la partecipazione dell’impresa sui mercati internazionali.
INNOVAZIONE DI PROCESSO
L’innovazione di processo richiede che le imprese modifichino i propri processi di produzione o di creazione di servizi: questo procedimento è molto impegnativo, soprattutto dal punto di vista strategico, quindi risulta meno utilizzata (45,7%) rispetto all’innovazione di prodotto.
Anche in questo caso l'attività d'innovazione aumenta con la crescita delle dimensioni aziendali, così come è direttamente proporzionale con l'impegno sui mercati internazionali.
Il 55,4% di chi fa innovazione di processo è internazionalizzato.
INNOVAZIONE ORGANIZZATIVA
Il 52,6% delle imprese ha effettuato almeno una tipologia di innovazione organizzativa.
Il tasso di adozione d’innovazione organizzativa cresce all’aumentare della dimensione d’impresa.
L’internazionalizzazione, invece, sembra essere meno legata a questo tipo di innovazione: il 54,9% delle imprese che hanno scambi commerciali con l’estero effettua cambiamenti organizzativi, mentre tra quelle che non esportano la percentuale scende al 48,2%.
INNOVAZIONE DI MARKETING
Alle imprese intervistate è stato chiesto se nel biennio 2012-2013 hanno introdotto: modifiche significative nelle caratteristiche estetiche e/o nel confezionamento dei prodotti e/o servizi, nuove strategie di marketing per raggiungere nuovi gruppi di clienti o segmenti di mercato, nuovi mezzi o tecniche di promozione pubblicitaria, ecc. I risultati mostrano che il 45,6% delle aziende ha attuato almeno uno di questi interventi.
La maggior parte delle aziende impegnate nell'innovazione di marketing sono medio-grandi (il 64,9%). In relazione all'export: tra le imprese che esportano i propri beni/servizi, sette su dieci (73,7%) hanno applicato (il 49,5%) o considerato la possibilità di applicare (il 24,2%) nuovi metodi di marketing.
Una parte dell'indagine ha analizzato I FATTORI ALLA BASE O LEGATI ALL'INNOVAZIONE come: finanziamenti, fonti dell’informazione, competenze, tutela della proprietà intellettuale, ostacolo all’innovazione.
Alle aziende campione è stato chiesto se nel biennio 2012-2013 avevano svolto una serie di attività collegate all'innovazione. L’acquisizione di macchinari, attrezzature, hardware e software è la più frequente fra le imprese del campione: in particolare, le piccole imprese fanno registrare il tasso d’adozione più elevato (67,3%), seguite dalle medio-grandi imprese (59,5%) e dalle unità che occupano meno di 10 addetti (56,5%).
Il 40,4% delle imprese svolge R&S (Ricerca e Sviluppo) sperimentale all’interno dell’impresa. La presenza di R&S sperimentale è sensibilmente più alta nelle imprese medio-grandi (62,2%), rispetto alle piccole (32,7%) e alle micro imprese (21,7%). L’attività di progettazione/design è realizzata dal 37,6% del campione. Il 32,7% investe anche in attività complementari all’innovazione, come la formazione, l’acquisizione di tecnologie e di servizi di R&S.
Per quanto riguarda gli ostacoli si riscontrano fattori economici (80,4%), la mancanza di fonti di finanziamento esterne, mancanza di risorse finanziarie interne, il costo troppo elevato delle innovazioni. Seguono i fattori legati alla disponibilità di informazioni e conoscenze (65,9%) e quelli legati al mercato (63,2%).