Rimini | Dati occupazione, cresce il lavoro atipico
Dimezzata l'occupazione nell'edilizia, con la disoccupazione che passa dal 4,8% del 2008 al 11,5% di fine 2013, e si avvicina nel 2014 pericolosamente ai tassi nazionali con il 13%. Raggiunti fra i giovani tra i 15 e i 25 anni livelli del 30 %. "Escludendo dal calcolo le migliaia di uomini e donne in cassa integrazione, ad ottobre 2014 sono 7.848.123, le ore di cassa integrazione utilizzate, oltre 450mila in più sullo stesso periodo nel 2013", spiega Manuel Valeriani della Felsa Cisl di Rimini. Significa che circa 5mila lavoratori sono stati in cassa integrazione in questi 10 mesi, "alcuni purtroppo destinati ad incrementare la lista dei disoccupati a seguito di crisi irreversibili delle imprese o al venir meno, a causa delle riforme degli ammortizzatori sociali di adeguate tutele. Il 2014 sul versante occupazione è stato un anno orribile con 2mila unità lavorative in meno rispetto al 2013". Nonostante ciò il 2015 e 2016 appaiono, secondo la previsione Unioncamere, in lieve e costante ripresa anche sul versante occupazionale .
"Nel 2013 - continua Valeriani - avevamo, secondo i dati di Unioncamere forniti dall'Istat, 17mila persone in cerca di occupazione. I dati aggiornati ad ottobre 2014 fanno risultare un leggero aumento degli avviamenti al lavoro, prevalentemente nell’agricoltura e nei servizi, escluse le attività commerciali e quelle ricettivo-ristorative, dove, invece, il segno meno la fa da padrone, con una diminuzione degli inserimenti lavorativi che va dal 14,2% del commercio al 5,3 del settore ricettivo-ristorativi. Sostanzialmente, però, il quadro che ci presentano i dati è quello di una situazione occupazionale pressoché invariata: le assunzioni vengono compensate dalle cessazioni e le variazioni percentuali, seppur sempre negative, a stento superano l’1%".
Dal sindacato sottolineano, "però, che circa l’88% dei rapporti di lavoro attivati riguarda contratti a termine, comprese collaborazioni e lavoro in somministrazione". Il dato allarmante, segnala la Felsa Cisl, "è proprio relativo al largo numero di contratti atipici utilizzati, per di più applicati in modo improprio. Lavoro in somministrazione, lavoro a chiamata, collaborazioni a progetto, ma soprattutto collaborazioni occasionali, voucher e false partite iva. Queste ultime, un fenomeno in crescita negli ultimi anni, coinvolgono lavoratori che possiamo ritenere dipendenti a tutti gli effetti, costretti, però, dal committente del momento ad aprire una partita iva pur di lavorare". Vale a dire che, ed è questo il dato più preoccupante secondo Valeriani, "le persone sono disposte a scendere a compromessi talvolta inaccettabili, sottoscrivendo contratti non soltanto impropri e inadatti, ma molto spesso al limite dello sfruttamento, con la sola speranza di avere una minima fonte di reddito". Tra gli esempi si cita come nel periodo delle festività natalizie, come ogni anno, si vedrà la proliferazioni di contratti a chiamata e collaborazioni occasionali, soprattutto per l’assunzione di promoter nei centri commerciali. "Nella stragrande maggioranza dei casi le persone coinvolte hanno un’età compresa tra i 20 e i 29 anni, persone che molto spesso si rivolgono a noi, al termine della prestazione lavorativa, perché non sono stati pagati".
Nemmeno i voucher, voluti con "l’obiettivo di portare una minima regolarità in quei settori dove il lavoro nero l’ha sempre fatta da padrone", hanno sortito gli effetti sperati aprendosi ad "abusi e utilizzi distorti. Questo si è tradotto nel fatto che le aziende, soprattutto negozi, bar e ristoranti, preferiscono pagare il proprio personale con i voucher, piuttosto che garantirgli un contratto di lavoro regolare e sacrosanto. Per di più, per non superare la soglia dei 2mila euro annui previsti dalla legge, il datore di lavoro non solo non assume regolarmente i propri lavoratori, ma ci guadagna doppiamente, pagandoli molto meno di quanto sarebbe dovuto". Spiega infatti l'esperto di lavori atipici che "nell’ultimo anno per professioni come quella di cameriere, barista, commessa, banconiera, l’utilizzo dei voucher, sta gradualmente prendendo il sopravvento sul lavoro a chiamata, soprattutto per alcune tipologie di attività e in alcuni periodi dell’anno".
La crescita economica, secondo la Felsa, è una condizione necessaria, ma non sufficiente, per migliorare l'occupazione. Nel riminese, infatti, si ha, "come indicato dal sistema informativo Excelsior di Unioncamere", che "il 7,2% dei profili professionali (tecnici in particolare) richiesti dalle imprese, difficili da reperire, situazione confermata anche dalle associazioni di categoria. Questo anche perché, molto spesso, ad esempio le ricerche delle agenzie per il lavoro interinale riguardano profili altamente specializzati ma di età inferiore a 29 anni, persone che, di conseguenza, non possono aver accumulato l’esperienza richiesta. Ma se consideriamo soltanto il dato, palese, della contrazione dell’economia non riusciamo a spiegare un numero così elevato di senza lavoro. In Italia, così come nella nostra provincia, coesistono due fenomeni all'apparenza opposti: alti livelli di disoccupazione (non più solo giovanile, cresce l’esercito dei senza lavoro con età > di 45 anni) da un lato, e difficoltà delle imprese a trovare competenze e conoscenze adatte, dall'altro".