Rimini | Nazarat, incontro con il giornalista Rodolfo Casadei
Martedì 20 gennaio alle ore 21,15 a Rimini in Piazza Tre Martiri si rinnova l'appuntamento di preghiera e testimonianza in aiuto ai nostri fratelli cristiani perseguitati e profughi nel territorio curdo del nord Iraq. E’ il sesto incontro ormai tradizionale che, dopo l’ultimo (il 20 dicembre) svoltosi sul sagrato del duomo, torna in piazza Tre Martiri a fianco del tempietto di Sant'Antonio. La testimonianza sarà affidata a Rodolfo Casadei, giornalista forlivese di 57 anni. Ha lavorato al mensile Mondo e Missione dall'85 al 98 occupandosi soprattutto dei temi del sottosviluppo e dell'Africa, dove ha compiuto numerosi viaggi. Dal 1998 è inviato del settimanale Tempi, per cui ha svolto numerosi reportage nei maggiori paesi europei, in Medio ed Estremo Oriente e in America Latina. Ora collabora anche coi quotidiani il Foglio e il Giornale del Popolo di Lugano. E' anche autore di alcuni libri su temi dello sviluppo e di politica internazionale. Tra questi il volume 'Tribolati ma non schiacciati' dedicato proprio alla presenza dell'antichissima comunità cristiana della piana di Ninive che i miliziani dell'Isis stanno cercando di cancellare con la violenza. Il giornalista e scrittore fino a qualche giorno fa è stato nei campi profughi del territorio curdo dell'Iraq, ai confini con la Turchia per il settimanale Tempi.
Colpisce non solo la crudeltà e la violenza della strage di Parigi ma il fatto che questa strage contro la libertà d'espressione e di pensiero venga perpetrata nel nome di Dio. Ma anche che qualcuno ami più la morte di quanti altri amino la vita e che qualcuno non esiti ad ammazzare pur di ‘sottomettere’ gli infedeli. Commentando i fatti di Parigi, il giornalista Rodolfo Casadei ha scritto su Tempi: “Per trovare cristiani indisponibili alla sottomissione bisogna guardare a Oriente, dentro alle tende e ai prefabbricati dei profughi cristiani iracheni che hanno perduto tutto per non rinunciare alla fede. In un reportage di qualche anno fa l’arcivescovo di Mosul rispondeva alla domanda su cosa significava essere pastori di un gregge afflitto da estorsioni, rapimenti, uccisioni dovuti alla sola colpa di credere in Cristo. ‘Significa insegnare che non bisogna aver paura di morire’, rispondeva Amel Nona, successore di Paulos Rahho, che era morto dopo essere stato rapito. ‘Ma per non avere paura di morire bisogna sapere come si deve vivere, con la parola e con la vita noi pastori insegniamo come si deve vivere”.
Con materiale video e fotografico e registrazioni audio il giornalista Rodolfo Casadei, nello stesso pomeriggio del 20 gennaio alle 18,15, nella sala della parrocchia del Primo Maggio (via Montescudo 30), quella in cui è parroco don Tarcisio Tamburini, incontrerà studenti e adulti che vorranno conoscere meglio la situazione dei cristiani in Iraq e Medio Oriente.