CORIANO HA UN SINDACO: MIMMA SPINELLI. I BAGNINI DI RIMINI, INVECE, SONO INDECISI SUL SE AVRANNO UN CHIRINGUITO. BORGO SAN GIULIANO: ANNULLATI I CONDONI. L’ITALIA IN MINIATURA TRASLOCA, PARE
Coriano: flop Pd, Spinelli sindaco
Titoli tutti per Mimma Spinelli del Pdl che, sostenuta da una lista civica, ha espugnato Coriano dopo anni di domini della Sinistra. Una disfatta che come sottolinea Carlo Andrea Barnabè in prima su il Resto del Carlino: “La disfatta di Coriano passerà alla storia della sinistra come la sconfitta più inattesa, e quindi la più bruciante. Dettata dall’arroganza di una classe dirigente, quella del Pd, incapace di intercettare gli umori di un paese - l’ex Stalingrado riminese - depresso e ‘svergognato’, costretto a subire l’onta del commissariamento e l’incubo del default. Il Pd ha inanellato un errore dopo l’altro: ha tentato l’inciucio col Pdl, corteggiato Montesi, ripiegato su Righetti, un funzionario di vecchio corso ma troppo riccionese per vincere. L’accoppiata Petitti-Imola consegna agli avversari un risultato clamoroso". Quindi per il Carlino il problema non è solo la macchia del commissariamento ma anche la gestione attuale del partito.
“Un grande sconfitto, dopo aver perso lo scudetto come interista, è Daniele Imola, l’ex sindaco di Riccione del Pd. “Ora vigileremo e daremo una mano con spirito costruttivo. Coriano ha bisogno di risolvere i suoi problemi”, dichiara a caldo Imola, poi ammette che se avessero corso con la Tordi di Coriano Comunità Aperta avrebbero vinto (l’accordo è sfumato), “ma la sinistra è così”. Facce buie nella sede di Risanamento e Rinnovamento, dove c’erano anche l’assessore provinciale Fabio Galli, il segretario Pd Emma Petitti, l’assessore riccionese Maurizio Pruccoli”, racconta La Voce di Romagna a pagina 3.
Condoni annullati e case popolari
Il Corriere Romagna dedica i titoli principali all’edilizia e alle case. In particolare a pagina 3 Patrizia Lancellotti racconta che il Comune ha ha annullato il condono del 2004 e quindi “l’abitazione in questione infatti è una di quelle casette unifamiliari che si affacciano sul porto canale, tra il ponte di Tiberio e il ponte dei Mille, in molte delle quali è stato ricavato un terrazzino poggiato proprio sui vecchi manufatti, posizionati nel giardino, usati come deposito attrezzi o cantine. Costruzioni che hanno reso uniche quelle case del borgo di San Giuliano, alzando il loro valore sul mercato. La decisione del Comune, al momento comunicata solo a uno dei residenti che nel 2004 richiesero il condono, rischia di cambiare il volto a una cinquantina di abitazioni per le quali pende il rischio demolizione di manufatti che risalgono a decine di anni fa”.
Tutto nasce a causa di Ennio Grassi: “Tutto sarebbe nato sull’onda di un ricorso al Tar presentato dall’ex parlamentare Ennio Grassi che vive lì e che si era visto rifiutare il nulla osta del Servizio tecnico di bacino Conca e Marecchia, in virtù del Regio Decreto del 1904 che tutela l’alveo storico del fiume Marecchia, in cui è vietato erigere fabbricati a distanza dal piede dell’argine minore di 10 metri. Senza quel nulla osta, anche il comune aveva detto ‘no’ al condono richiesto. Peccato che altri vicini di casa, quella sanatoria l’avessero invece ottenuta otto anni prima, e senza, a quanto pare, che il Servizio tecnico di bacino fosse stato interpellato. Un errore di cui Palazzo Garampi sembra essersi accorto solo ora”, scrive Alessandra Nanni a pagina 5 del Carlino.
Di taglio basso sul Corriere invece l’aumento degli affitti delle case popolari per un + 33,42 per cento di media. A pagina 4 il Carlino approfondisce i problemi delle case popolari: “Nessuno molla la casa popolare conquistata, manco se denuncia un reddito Isee stellare (oltre 34mila euro): la legge lo consente. Tanto che si vocifera addirittura di ‘case ereditate’ di padre in figlio”, scrive Mario Gradara.
Rivoluzione chiringuito?
Così titola il Corriere a pagina 6, dovrebbe essere “la grande novità dell’estate 2012”, ma la Voce non è d’accordo, soprattutto per la tanta burocrazia che comportano: “Il Comune ha pubblicato ieri sul suo sito internet la cosiddetta “check-list” che riassume tutti gli adempimenti necessari. C’è da mettersi le mani nei capelli per la mole di documenti da smistare e gli uffici da girare in città, oltre agli oltre 150 euro di tasse e marche da bollo. Si capisce quindi perché, come riferito da La Voce, nei giorni scorsi non siano mancati i dubbi sulla reale convenienza di questa iniziativa. A organizzare il chiringuito potrà essere solo il chioschista che ha la licenza di pubblico esercizio, in accordo con il bagnino sulla cui spiaggia si monta la struttura. L’orario sarà dalle 18.30 alle 23.30, quindi non oltre la mezzanotte come chiesto da alcuni. Infine sono ammesse al massimo 64 serate (non più di 4 a settimana) per ogni locale”, racconta Giovanni Bucchi a pagina 17.
Italia in Miniatura pronta a traslocare
Dopo tanti annunci, qualcosa si muove e lo racconta la Voce a pagina 18: “Sembra infatti più concreta l’ipotesi di quel trasferimento più volte ventilato negli ultimi anni dal patron di Italia in Miniatura, Paolo Rambaldi, che spesso ha manifestato il disagio per non aver avuto la possibilità di ampliare il parco come richiesto all’amministrazione comunale. “Stiamo lavorando al trasferimento e siamo molto vicini a chiudere” annuncia Rambaldi, senza però voler dare qualche dettaglio in più. Il progetto riminese finisce dunque in cantina “e se ora il Comune di Rimini mi desse la possibilità di ampliare come avevo richiesto a questo punto non lo farei più” aggiunge”, scrive Tamara Antonioli. E aggiunge “come aveva detto anche in passato, non sarà così lontano da Rimini. “Sarà tra l’abbastanza vicino e il molto vicino” chiosa ermetico Rambaldi”.
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