Rimini | Acqua pubblica, la maggioranza approva l’odg ‘della pace’
Ieri sera il consiglio comunale di Rimini ha approvato l’ordine del giorno sull’affidamento del servizio idrico integrato presentato da Savio Galvani (Federazione della Sinistra) con 18 voti favorevoli, un astenuto e 10 contrari. Respinto l’odg di Fabio Pazzaglia (Fare Comune) con 22 voti contrari, un astenuto e 6 favorevoli. Respinti anche i sub emendamenti presentati dal Movimento 5Stelle.
L’emendamento presentato venerdì scorso da Galvani, dopo che la trattazione del tema in odg giovedì era stata rinviata, è la risposta della maggioranza comunale all’atto presentato da Pazzaglia e sottoscritto sia da altri gruppi dell’opposizione sia dallo stesso Galvani, in quanto a suo tempo promotore del referendum per l’acqua pubblica. Pazzaglia, in pratica chiedeva un risoluzione precisa dell’amministrazione nella direzione della ripubblicizzazione del servizio. L’affidamento ad Hera, che gestisce in proroga, è scaduto nel 2012 e a seguito dell’esito del referendum c’è la possibilità per le amministrazioni di riassumere in house il servizio. Ma il Pd riminese sembra avere altri progetti sulla questione, rimarcati anche dall’ex vicesindaco di Rimini Maurizio Melucci nel corso di una delle ultime direzioni provinciali del partito.
“In Romagna l'acqua é pubblica. Infatti la proprietà delle fonti (Diga Ridracoli, Pozzi Marecchia e Conca, potabilizzatore di Ravenna) e delle reti sono di proprietà della Società delle Fonti Romagna Acque”, ha scritto Melucci dopo aver partecipato alla direzione provinciale del Pd del 30 gennaio scorso. “Il referendum non prevedeva come unica forma di gestione dei servizi pubblici a rilevanza economica ( e quindi tutti i servizi anche i trasporti o la raccolta rifiuti) quella pubblica ma da anche quella possibilità prima esclusa dalla legge. Pertanto nell'attuale nostra situazione non vedo dove stia il problema nel bandire una gara europea per la distribuzione dell'acqua nella provincia di Rimini”, ha poi aggiunto Melucci andado successivamente ad elencare tutte le problematiche legate alle società municipalizzate.
Le posizioni iniziamente opposte tra la sinistra (rappresentate in consiglio comunale da Galvani e in giunta da Sara Visintin) e il Pd si sono ricomposte nell’ordine del giorno presentato da Galvani venerdì e passato ieri sera a maggioranza. L’atto impegna il sindaco ad attivare un percorso partecipato per affrontare l’affidamento del servizio, a commissionare un’analisi dei costi pubblici per ognuna delle vie che sarà possibile perseguire (società pubblica, società mista, bando europeo), a sostenere in ambito Atersir la decisione che il consiglio comunale prenderà a seguito dell’esito tanto dell’analisi quanto del percorso partecipato. Bocciato l’emendamento 5Stelle che tentava di inserire dei termini temporali precisi per le richieste di Galvani.
"Qualcuno, ieri, ha pensato bene di presentare un Ordine del Giorno all’acqua di rose che non impegnasse la Giunta praticamente a nulla di più del falso impegno che si era presa durante le amministrative. Noi abbiamo anche provato ad emendare ciò che è stato presentato chiedendo garanzie sui tempi e sugli attori dello studio di fattibilità il quale, per dirla tutta, doveva essere già nelle mani di chi ne ha fatto campagna elettorale 4 anni fa. La questione non è però chiusa qui. Se questa Amministrazione ci tiene a seguire i dettami di chi prospetta soluzioni chiavi in mano ai suoi maggiori impegni, noi abbiamo priorità diverse, una delle quali è di far sapere ai cittadini cosa viene fatto dei loro voti e della loro partecipazione democratica", commentano i consiglieri del gruppo 5Stelle.
“La sinistra - è il commento di Eraldo Giudici del gruppo misto - la si può ammirare per una cosa solo: la capacità disarmante di tramutare la lotta per la conservazione delle clientele elettorali, dei carrozzoni politici e dunque dello sperpero di denaro pubblico a danno della collettività, per una lotta per i diritti del cittadino. Da sempre la sinistra sfrutta i bisogni dei cittadini per garantirsi monopoli politici, culturali ed economici tramite l’utilizzo del denaro pubblico, e con il referendum sull’acqua le cose non sono andate diversamente”.
Secondo Gennaro Mauro, capogruppo di Ncd-FI, è “un doppio inganno quello di Gnassi e dell’assessore Visintin. Prima attori di una strategia comunicativa fuorviante e ingannevole con fasulle affermazioni e slogan ad effetto al solo scopo di far leva sul sentimento dei riminesi, e poi, per evidenti interessi di bottega, operare per ben quattro anni affinché nulla cambi”.
Il problema, chiosa Pazzaglia, "non è solo economico ma anche politico. Occorre rompere il patto politico-economico che c'è a livello regionale tra Hera e il Pd. Il paradosso del consiglio di ieri è che i sindaci e i consiglieri Pd dovrebbero mettersi in trincea insieme a noi per spezzare questo patto. Naturalmente non lo faranno mai".