Rimini | Trc, Mignani (FI): Il Pd deve rassegnarsi, il sistema sta crollando
In merito all’intenzione del Comitato di coordinamento del Trc di richiedere al giudice amministrativo la nomina di un commissario ad acta per “surrogare i dirigenti del Comune di Riccione nella adozione di determine o ordinanze relative alla regolamentazione della viabilità”, interviene il coordinatore provinciale di Forza Italia, Giulio Mignani. “In poche parole - così Mignani sintetizza i fatti- il Tar, dietro richiesta del Comune di Rimini (Gnassi), Provincia di Rimini (sempre Gnassi) e altri esponenti comunque riconducibili all'area Pd, vuole che a comandare a casa dei riccionesi non siano più i dirigenti del Comune, ma altre figure che possano favorire la realizzazione del Trc. Bella roba. Siccome non siete d'accordo con me, a casa vostra comando io”.
Quella del Comune di Riccione, di rallentare i lavori con i mezzi a sua disposizone è stata “una scelta, prima di tutto, di buon senso. I due cantieri già avviati sono infatti in stallo”. Il punto è che “a Riccione è stata negata alla stazione appaltante (Agenzia mobilità), la possibilià di cantierizzare tutto il tracciato, scelta che avrebbe paralizzato la città”.
Ricorda, infatti, Mignani che “quello di via dei Mille, dove è in corso la realizzazione di una fognatura connessa ai lavori del Trc, doveva essere concluso mesi fa. Un rimpallo di responsabilità tra Hera e Am ha rallentato i lavori che, procedento con grave ritardo, hanno causato danni alla viabilità e alle attività commerciali del viale. In viale Portovenere invece abbiamo assistito all'abbattimento in fretta e furia di tutto il filare di pini marittimi. Decine di poliziotti armati presidiavano un cantiere che, data la determinazione di Am, si pensava fosse di strategica importanza. Passati 6 mesi possiamo amaramente constatare che i lavori sono praticamente fermi. La fretta nel distruggere gli alberi (strappando i rami sotto gli occhi dei Riccionesi), serviva solo per servire calda la vendetta elettorale, punendo Riccione per avere osato tradire il Partito”.
Una “punizione” che non stupisce Mignani. “Il Pd ha dovuto inserire la parola "democratico" nel simbolo, per ricordarsi ogni tanto di esserlo. L'amministrazione Riminese è in affanno, colpita da inchieste giudiziarie relative e da scandali. Il Pd deve rassegnarsi a capire che il sistema sta crollando: non si può più governare imponendo le proprie volontà. Gli elettori sono cittadini, non sudditi. Riccione è un Comune autonomo da 93 anni e non abbiamo alcuna intenzione di prendere ordini da chi, non riuscendo più ad essere autorevole, non ha altra via che essere autoritario”.