Elezioni, partiti, crescita, Coriano_Intervista a Raffaello Vignali
Abbiamo chiesto a Raffaello Vignali, vicepresidente della Commissione Attività produttive della Camera dei deputati, cosa ne pensa dell’esito delle ultime competizioni elettorali, dei partiti, delle prospettive di crescita per il Paese.
Nelle ultime competizioni elettorali ha vinto l'antipolitica di Grillo: cosa significa questo per i partiti? Significa che bisogna lavorare, riprendere i rapporti con la gente, ascoltare, consumarsi le scarpe. In alcuni posti questo è mancato e allora le cose sono andate come sono andate, ma laddove il lavoro c’è stato è stato premiato.
Il sostegno al governo Monti è stato considerato da alcuni occasione per i partiti tradizionali di ‘riaccreditarsi’ di fronte all'opinione pubblica, di mandare un segnale di cambiamento, ma non sembra che questo sia accaduto. Cosa ne pensa? Il governo Monti non è per i partiti occasione di riaccreditarsi perché i partiti che lo sostengono lo hanno fatto, da un lato, per una scelta di responsabilità e, dall’altro, per una questione di convenienza politica. Detto questo, il problema della sfida dei partiti è rigenerarsi, un’occasione che non viene dal governo quanto piuttosto dal momento storico, cui il governo partecipa. Questo momento chiede ai partiti di ridefinire la loro identità (intendo i contenuti) nell’ambito di un disegno per il Paese. E’ una sfida continua, si tratta ora di occuparsi dei temi che riguardano la vita e le persone e meno della politica politicante.
Quali segnali possiamo aspettarci dalla politica nei prossimi mesi? Continuare nel lavoro di risanamento puntando sulla crescita. La prima cosa da fare è mettere mano alla legge elettorale per permettere ai cittadini di scegliere i candidati e al tempo stesso garantire governabilità (non possiamo permetterci una situazione come quella che è successa in Grecia).
Arriveranno le proposte per la crescita? Nel nostro Paese c’è una ricchezza straordinaria costituita da 6milioni di imprese di cui il 99 per cento micro, piccole e medie. Si tratta di una ricchezza decisiva. Tante volte si sente dire da qualche nuovo guru che se non cresciamo è per colpa delle piccole imprese. Non è vero. Il problema sono invece i freni tirati. Il primo freno si chiama burocrazia: se da noi, per esempio, per ottenere la valutazione d’impatto ambientale, necessaria ad aprire uno stabilimento, ci vogliono tre anni e nei Paesi vicini bastano due mesi, le aziende scelgono di andare fuori, soprattutto in un periodo in cui il tempo è decisivo. L’altro grande freno si chiama fisco. La crescita dipende dagli investimenti, ma se il fisco è esorbitante (come il nostro) e frena tutte le risorse che servono per gli investimenti è più difficile avere crescita.
Esempio Coriano. Si cambia dopo 70 anni di Sinistra perché sono stati fatti degli errori (qualcuno parla di 'disastri') ma anche perché il Pdl decide di lasciare mano libera ad una lista civica senza metterci il simbolo. Qual è il futuro della politica? Qual è il futuro del Pdl? La scelta di persone credibili e preparate ha portato a questo risultato. Questa deve essere la logica che investe tutti i partiti compreso il Pdl. Ci vogliono candidati che la gente riconosce e che stima. La domanda che sta venendo dalla nostra gente e dai nostri cittadini è aver persone non autoreferenziali ma responsabili, che rispondono ai propri elettori di quello che fanno.
E’ possibile secondo lei che si arrivi alle competizioni politiche in anticipo e cioè già nel prossimo ottobre? Credo che non sia assolutamente utile. Spero si voti nel 2013 e credo comunque che non sarebbe possibile anticipare le competizioni elettorali. La situazione attuale, quello che tutti i giorni ci dice l’Europa, ci fa capire che abbiamo bisogno del governo Monti fino alla fine del suo mandato.
Raffaello Vignali ieri sera ha partecipato a Rimini alle 21 nella sala del Buonarrivo della Provincia (corso d’Augusto 231) dove ha illustrato lo ‘Statuto delle imprese’ nell’ambito del secondo appuntamento di ‘formazione politica promosso dal Pdl di Rimini, dal tema “Possiamo crescere con il freno a mano tirato?”. E’ intervenuto anche il consigliere regionale Marco Lombardi rispetto alla legge regionale 23 del 2011 sulla semplificazione amministrativa.
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