Rimini | Tribunale sotto organico, Arlotti interroga il ministro
Mentre al Tribunale di Rimini manca un terzo del personale, è paradossale che il Ministero della Giustizia spenda quasi 300mila euro per farvi installare un’opera d’arte. E’ questo il succo dell’interrogazione presentata al ministro Andrea Orlando dal deputato Pd riminese Tiziano Arlotti. Ad innescare la miccia è il recente bando di concorso fra artisti approvato dal Comune di Rimini (in veste di esecutore per conto dello Stato) per la realizzazione di un’opera d’arte destinata al parcheggio del Palazzo di Giustizia, i cui lavori sono ufficialmente terminati nel 2011 con il collaudo. Il progetto dell’opera d’arte, finanziato dal ministero, è legato ad una legge del 1949 che dispone che “le Amministrazioni dello Stato, anche con ordinamento autonomo, nonché le Regioni, le Province, i Comuni e tutti gli altri Enti pubblici, che provvedano all’esecuzione di nuove costruzioni di edifici pubblici devono destinare all’abbellimento di essi, mediante opere d’arte, una quota della spesa totale prevista nel progetto”.
Questo “accade mentre la Legge di Stabilità 2015 - osserva Arlotti - prevede che dal 1 settembre 2015 le spese obbligatorie di funzionamento per gli uffici giudiziari, attualmente a carico dei Comuni (e parzialmente rimborsate dallo Stato) saranno trasferite al ministero della Giustizia per ridurre gli oneri finanziari a carico degli Enti locali e, più in generale, nell'ambito del processo di razionalizzazione della spesa pubblica”.
Sino ad allora rimangono a carico dei Comuni, “che dovranno far fronte a pesanti impegni di bilancio nell’approvazione del previsionale 2015, potendo fare affidamento soltanto su una parziale loro successiva copertura a titolo di contributo statale”.
Assurdo, quindi, secondo il deputato, che “da un lato si spinga per la razionalizzazione delle spese di Giustizia, e dall’altro il Ministero spenda per opere d’arte mentre nei tribunali manca l’organico”.
Arlotti chiede, dunque, di “rivedere le previsioni della Legge 717/1949 nell’ottica di ridurre i costi, valutare attentamente le spese e introdurre una maggiore sobrietà nella scelta ed esecuzione di opere pur importanti dal punto di vista artistico e del significato simbolico per la collettività”.