Rimini | Le associazioni antimafia salutano Palomba: “Un prefetto senza tabu”
“Rivolgiamo un saluto non rituale, così come non rituale, rispetto anche ad esperienze precedenti, è risultato il suo impegno, in particolare per l’attenzione posta al tema del radicamento della criminalità organizzata nella nostra Provincia, da Cattolica a Bellaria, fino a San Marino, tema da sempre controverso e per molti anni negato”. Così le associazioni antimafia di Rimini salutano il prefetto Claudio Palomba, in procinto di partire per Lecce.
“Fin dal suo insediamento – scrivono le Associazioni nella lettera consegnata a Palomba questa mattina - lei si è contraddistinto per l’apertura al dialogo e l’interesse alla collaborazione verso tutte le associazioni che sul territorio si occupano di legalità, non sottraendosi mai al confronto pubblico come occasione per denunciare, senza tabù, la necessità di contrastare le infiltrazioni mafiose, l’inquinamento della nostra economia e il pericolo per il nostro vivere civile. Oltre a ciò lodiamo la capacità dimostrata nel disegnare un'immagine reale del fenomeno, senza sottovalutazioni né enfatizzazioni”.
Palomba, a Rimini dal 2012, ha il merito secondo le associazioni di aver valorizzato anche la necessità di una cultura della legalità come principale attività di prevenzione. Nella lettera si ricorda infatti come “prevenzione e monitoraggio siano stati una strategia anticrimine”.
Tutte le associazioni antimafia sottolineano inoltre che grazie alla “regia determinata e convincente” il Prefetto Palomba ha saputo mettere attorno ad un unico tavolo Istituzioni, Enti e Associazioni di Categoria “coinvolgendo anche coloro che si erano contraddistinti per un negazionismo miope preoccupato di sbiadire la fotografia socio-economica della Riviera”.
Nella lettera le associazioni precisano come “monitorando a 360° si possa scoprire una vicinanza, non solo geografica, con alcune aree emiliane di forte radicamento mafioso. E che, la criminalità organizzata e l’illegalità diffusa, anche da queste parti, in un contesto ricco e da sempre permeabile a sistemi di guadagno non prettamente legittimi, hanno trovato il proprio spazio e loro ampie complicità: dallo sfruttamento del lavoro nero, all’evasione contributiva e fiscale, al riciclaggio del denaro sporco, al gioco d’azzardo, passando per la prostituzione e per tutte le attività criminali antiche e moderne, fino al coinvolgimento di quella parte di imprenditoria chiamata in causa in questi giorni per vicende legate alla droga”.
Merito del prefetto Palomba è quello di “non aver mai taciuto sapendo intervenire anche nella rimozione delle cause, così come per i tavoli anticrisi avviati che sono diventati progetti sociali innovativi”.