Città di Castello | Funerali Lucaccioni, il vescovo: Tragedia che chiama in causa ognuno
“Una tragedia del genere chiama in causa tutti noi”. Lo ha detto monsignor Domenico Cancian, vescovo di Città di Castello, nell’omelia del funerale di Lamberto Lucaccioni, il diciassettenne ucciso dall’ecstasy lo scorso 18 luglio a Riccione. Celebrando oggi le esequie in cattedrale, il presule ha osservato che Dio, “dopo aver dato a Gesù la forza di morire per salvare tutti gli uomini, l’ha risuscitato dalla morte. Così il Signore ha vinto ogni male”. Per questo, ha aggiunto, “il Signore, in modo misterioso, sa trasformare il male in bene. Ravviviamo questa certezza centrale della fede cristiana”. Ma insieme a questa verità della fede, il monito del presule, “occorre anche richiamare le nostre responsabilità umane. Una tragedia del genere chiama in causa tutti noi; uomini e donne liberi e perciò responsabili del bene e del male. Senza giudicare nessuno e senza alimentare sentimenti negativi, noi adulti - dobbiamo dircelo - possiamo fare di più e meglio come educatori”. Secondo mons. Cancian, “le agenzie educative e formative, compresi i media, hanno il dovere di segnalare le situazioni di pericolo per evitarle, facendo chiaramente sapere che alcune sono senza ritorno e altre incidono in maniera negativa”.
Ma soprattutto, l’esortazione di mons. Cancian, “tutti insieme dovremmo, con gli esempi accompagnati dalle parole giuste, mostrare che ci si può divertire in modo bello e costruttivo. Ognuno secondo il proprio compito ha il dovere di promuovere il vero bene e prestare l’aiuto giusto nel momento e nel modo giusto”. Un appello ai ragazzi e ai giovani: “Prendetevi le vostre responsabilità per custodire la vostra vita, il bene più prezioso per voi e per gli altri. Se volete, potete distinguere le esperienze veramente belle (e sono tante) e le esperienze negative e pericolose”. “Nessuno di noi - il monito del presule - può ignorare o sottovalutare gli effetti disastrosi di certe sostanze” (Sir).