Rimini | Fermo pesca, primo stop da Trieste a Rimini
Fermo pesca, bloccate da ieri le attività della flotta italiana lungo l’Adriatico da Trieste a Rimini. Il provvedimento, commenta Coldiretti Impresapesca cade “in un momento difficile per le marinerie, le quali negli ultimi 30 anni hanno perso il 35% delle imbarcazioni e 18mila posti di lavoro, mentre si è progressivamente ridotto il grado di autoapprovvigionamento del pescato”.
Il fermo delle attività prevede un calendario che scatta il 26 luglio per l’alto Adriatico, nel tratto da Trieste a Rimini, con il blocco per 43 giorni, delle barche che hanno sistemi a traino, fino al 6 settembre. Il 16 agosto stop alle attività per il centro e sud Adriatico, da Pesaro a Bari, che riprenderanno il 27 settembre. Il 19 settembre si fermeranno i pescherecci a partire da Brindisi, Ionio e Tirreno (fino al 18 ottobre), mentre Sardegna e Sicilia decideranno autonomamente, con uno stop di almeno 30 giorni nel rispetto dei periodi previsti dai piani di gestione.
Con il fermo biologico, avvisa Coldiretti, “aumenta peraltro anche il rischio di ritrovarsi nel piatto per grigliate e fritture, soprattutto al ristorante, prodotto straniero o congelato, se non si tratta di quello fresco made in Italy proveniente dalle altre zone dove non è in atto il fermo pesca (dagli allevamenti nazionali o dalla seppur limitata produzione locale dovuta alle barche delle piccola pesca che possono ugualmente operare).
Per effettuare “acquisti di qualità al giusto prezzo, il consiglio di Coldiretti Impresapesca è dunque di verificare sul bancone l’etichetta, che per legge deve prevedere l’area di pesca (gsa)”.
Lista gsa da preferire: 9 (Mar Ligure e Tirreno), 10 (Tirreno centro-meridionale), 11 (mari di Sardegna), 16 (coste meridionali della Sicilia), 17 (Adriatico settentrionale), 18 (Adriatico meridionale), 19 (Jonio occidentale). Oltre che le attigue 7 (Golfo del Leon), 8 (Corsica), 15 (Malta).