Rimini | Chiusura Cocoricò, Maggioli (Unindustria): Basta divertimentificio
Arriva la solidarietà degli industriali di Rimini al questore Murizio Improta, oggetto negli ultimi giorni di minacce di morte a causa della sua firma sulla sospensione di 4 mesi della licenza della discoteca Cocoricò di Riccione, a seguito della morte di un turista 16enne per overdose da ecstasy, dopo una serata in quel locale.
“Vogliamo esprimere piena solidarietà al questore di Rimini Maurizio Improta per le minacce e le offese ricevute e cogliere l'occasione per ringraziarlo per la grande professionalità e l'impegno dimostrati in questi primi mesi di attività sul nostro territorio”, interviene il presidente di Unindustria Paolo Maggioli sulla scia di quanto già espresso dal sindaco di Rimini Andrea Gnassi, il presidente regionale del sindacato dei locali da ballo Gianni Indino e lo stesso proprietario del Cocoricò Fabrizio De Meis.
“Quello che sta accadendo in merito alla vicenda del Cocoricò - aggiunge Maggioli - non può che portare ad un'attenta riflessione che deve interessare tutti, dalla sfera pubblica al privato, dalle istituzioni alle famiglie. Da imprenditori riconosciamo l'importanza di questa realtà che negli anni ha saputo crescere e trasformarsi in azienda a tutti gli effetti e ci auguriamo che, nonostante la chiusura conseguente al provvedimento esemplare, possano essere tutelati i posti di lavoro e la solidità economica della società”.
Allo stesso tempo, rileva Maggioli, “però, i tragici fatti di cronaca che si susseguono da anni senza che si riesca a trovare una soluzione ci porta a pensare che sia necessario trovare soluzioni più incisive con controlli più efficaci, non facendo del Cocoricò un capro espiatorio, ma estendendo l'azione ad ampio raggio, dai locali alle piazze. Dobbiamo chiederci come si è arrivati a questo punto ed individuare gli errori da non commettere nuovamente”.
In conclusione il presidente di Unindustria ritiene “che sia palese l'intenzione di non volere mettere in ginocchio un comparto così importante nella storia del nostro territorio, ma come presidente della categoria degli imprenditori e soprattutto come cittadino e padre, penso che nessuno di noi possa più accettare che il nostro territorio sia sinonimo di sballo e "divertimentificio" fuori controllo, con minori, giovani e giovanissimi, che dopo anni ancora perdono o richiamo di perdere la vita”.