Rimini | Domani parte il Meeting. I messaggi del Papa e di Mattarella
Eccezionalmente la 36esima edizione del Meeting si aprirà con la lettura dei messaggi del santo padre Francesco e del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
«Il dramma di oggi consiste nel pericolo incombente della negazione dell’identità e della dignità della persona umana. Una preoccupante colonizzazione ideologica riduce la percezione dei bisogni autentici del cuore per offrire risposte limitate che non considerano l’ampiezza della ricerca di amore, verità, bellezza, giustizia che è in ciascuno». Le parole che il segretario di Stato, cardinale Pietro Parolin, ha inviato al Meeting a nome di papa Francesco, descrivono con forza il contesto in cui si colloca la 36esima edizione del Meeting che si aprirà domani 20 agosto.
Un Meeting che metterà al centro il cuore dell’uomo, il suo bisogno, il suo desiderio infinito, la mancanza che lo riempie. Sono questa mancanza e questo bisogno la grande risorsa dell’uomo, non solo nella dimensione personale dell’esistenza, ma anche nella dimensione sociale e civile. Un uomo che riconosce la propria mancanza è un uomo aperto, curioso, desideroso di dialogare, di incontrare altri uomini, riconoscendo in essi innanzitutto un bene, un valore per sé. È, al contrario, il dogmatismo della propria presunta autonomia, ideologica, etnica o religiosa, a generare violenza.
È per questo che il Meeting si inaugura con un incontro che vuole riaffermare la certezza che l’atteggiamento religioso, le religioni, in quanto baluardo contro il nichilismo, rappresentano, in ogni società laica un bene per tutti. “Le religioni sono parte della soluzione, non il problema” è l’incontro che apre la 36esima edizione del Meeting e su questo tema interverranno Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio ponsiglio per il dialogo interreligioso, Azzedine Gaci, rettore della moschea othmane di Villeurbanne e il gran rabbino di Francia, Haïm Korsia.
«Dalla capacità di dialogo, di comprensione reciproca, di collaborazione tra le religioni monoteiste – scrive nel suo messaggio il presidente Mattarella - dipenderà la pace nel mondo. Di questo dobbiamo essere consapevoli. Il terrorismo, alimentato anche da fanatiche distorsioni della fede in Dio, sta cercando di introdurre nel Mediterraneo, in Medio Oriente, in Africa i germi di una terza guerra mondiale. Sta alla nostra responsabilità fermarla». «La democrazia si esporta con la cultura e con l’esempio», conclude Mattarella.
Il messaggio di papa Francesco prosegue citando Don Giussani: «Le esigenze umane costituiscono riferimento, affermazione implicita di una risposta ultima che sta al di là delle modalità esistenziali sperimentabili. Se venisse eliminata l’ipotesi di un “oltre”, quelle esigenze sarebbero innaturalmente soffocate».
Con il tema di quest’anno, continua poi il messaggio del Papa, il Meeting può cooperare a un compito essenziale della Chiesa, cioè «non consentire che qualcuno si accontenti di poco, ma che possa dire pienamente: “Non vivo più io, ma Cristo vive in me”».
Qui sta «il contributo che la fede cristiana offre a tutti e che il Meeting può testimoniare innanzitutto con la vita delle persone che lo realizzano».
E il presidente Mattarella scrive: «La persona è il fondamento della comunità e dello Stato. La sua libertà, il valore incomprimibile del suo essere unica e irripetibile, l’integralità dei diritti umani preesistono, come indica l’articolo 2 della nostra Costituzione, agli stessi ordinamenti. Da questa radice è nato il Meeting, che nel tempo ha prodotto centinaia di incontri e discussioni, ha arricchito il dialogo, ha sviluppato maturazioni e amicizie. In questa esperienza si sono formati tanti giovani, è cresciuta e si è fatta adulta la vostra associazione, ne ha tratto ricchezza il pluralismo della nostra società e della nostra cultura».
Incoraggiato dalle parole del presidente Mattarella, comincia un Meeting desideroso di vivere l’augurio che Papa Francesco gli ha rivolto: «Andare incontro a tutti sostenuti dal desiderio di proporre con forza, bellezza e semplicità la buona notizia dell’amore di Dio».