Rimini | Istat, incidenti stradali in calo del 10%
E’ stato pubblicato ieri dall’Istat il rapporto annuale 2014 sugli incidenti stradali in Emilia Romagna.
Nel 2014 si sono verificati in regione 17.455 incidenti stradali, che hanno causato la morte di 327 persone e il ferimento di altre 23.905. “Rispetto all'anno precedente - chiosa l’Istat - si registra una diminuzione del numero degli incidenti (-3,8%) e dei feriti (-4,1%), in linea con le variazioni rilevate nell'intero Paese (rispettivamente -2,5% e -2,7%)”.
Il dato relativo al territorio riminese, tra 2013 e 2014, vede una diminuzione del numero di sinistri stradali nell’ordine del 10 per cento e una diminuzione di numero di persone ferite del 12,6 per cento; le vittime passano da 18 a 19. Il calo dei sinistri è tra i più elevati percentualmente in Emilia Romagna (solo Ferrara fa meglio, - 11,5 per cento) ed è il più elevato per quanto riguarda il numero dei feriti.
Allargando il raggio della statistica per la provincia di Rimini a un periodo più ampio (vedi tabella), dal 2007 allo scorso anno si registra una differenza di 755 sinistri stradali in meno, di 1.173 feriti e di 17 vittime. “Gli estremi di un trend in discesa evidentissimo - commentano dal Comune - e che conferma, al di là di alcuni elementi generalizzati che potrebbero avere modificato le abitudini, come il lavoro impostato e realizzato dai Comuni della nostra provincia per rafforzare la sicurezza delle nostre strade produca effetti sicuramente positivi”.
A giudizio dell’amministrazione Gnassi, “avere incrementato il numero di percorsi ciclopedonali (ad esempio, Rimini in quattro anni ha potenziato la sua rete ciclabile di 15 chilometri) e avere meglio sistemato le intersezioni, incrementato i controlli, utilizzando anche la tecnologia ha avuto come risultato un netto decremento di sofferenza, dolore e danni. E questo non può che essere una conquista da rimarcare per tutta la comunità riminese”.
E si può fare ancora meglio. “Certo, dobbiamo fare ancora di più per cercare di ridurre ancora quei numeri, soprattutto quelli di morti e feriti. Dobbiamo allora proseguire negli interventi che separino categorie ‘forti’ e ‘deboli’ del traffico; potenziare i trasporti pubblici per rendere meno necessario l’uso dell’auto anche per piccoli tragitti; cercare di spostare, quanto più si può in una fase difficilissima per le finanze degli Enti pubblici, gli investimenti sulla manutenzione ordinaria delle strade, considerandola a tutti gli effetti ‘opera indispensabile’; aumentare i presidi e la vigilanza, nonché la ‘moral suasion’ sul comportamento da tenere in strada. Ma il percorso intrapreso è quello giusto, corretto perché prima di tutto mette avanti la salute delle persone. Ne avevamo la certezza, l’Istat lo conferma”, concludono da palazzo Garampi.