Rimini | Stipendi pa, botta e risposta tra Mauro e Brasini
Il capogruppo del Pdl in consiglio comunale Gennaro Mauro lancia l’allarme. “Tra i dipendenti del comune di Rimini - rende noto - serpeggia un forte malumore per il mancato riconoscimento di un adeguato incremento stipendiale dopo ben cinque anni di congelamento delle retribuzioni. Mancano all'appello almeno 300.000 euro per garantire un avanzamento di livello economico e incremento del salario accessorio per il personale, misura indispensabile per coprire almeno in parte la perdita del potere d'acquisto subito nell'ultimo quinquennio. Tale somma corrisponde proprio al taglio delle risorse imposte dal governo Renzi con la legge di stabilità 2015. Parliamo di stipendi comunali medi di poco più di 1.100 euro mensili e quindi insufficienti a soddisfare le esigenze di una famiglia soprattutto se monoreddito”.
La risposta dell’assessore al Bilancio, Gian Luca Brasini, non tarda ad arrivare. “Il ‘congelamento’ degli stipendi di tutti gli Enti pubblici in Italia è conseguenza della scelta del legislatore nazionale, nata in un periodo di forte crisi della finanza pubblica. Eravamo nel maggio 2010 e governava allora Silvio Berlusconi. La scelta dell’Amministrazione comunale di Rimini, negli ultimi anni, è stata quella di stanziare, in aggiunta alle risorse obbligatorie del fondo, importi significativi di risorse facoltative, destinate alla contrattazione integrativa. Tale scelta è derivata proprio dalla consapevolezza di cercare di attutire, per quanto possibile, gli effetti negativi da mancato rinnovo dei contratti nazionali”.
Brasini spiega anche che “la richiesta di un rabbocco di ulteriori 300 mila euro rispetto a quelli già previsti, che fa il consigliere Mauro va a parare esattamente in un punto: dare una progressione economica a tutti, sottolineo tutti, i dipendenti comunali. Poiché nell’ordinamento degli Enti pubblici le progressioni economiche sono un ‘istituto incentivante’ per premiare il merito dei dipendenti, è evidente che non solo è assurdo ma perfino fuori dalla legge”.